Regionali 2015

Regionali 2015

Regionali 2015

di Vincenzo Emanuele Per la prima volta dall’inizio della Seconda Repubblica e dall’entrata in vigore della legge Tatarella (1995) il centrodestra si è presentato a queste elezioni regionali privo di uno schema coalizionale unitario. Le ragioni dietro questa scelta sono molteplici: la crisi della leadership di Berlusconi, la rottura sull’appoggio al governo Renzi tra Forza Italia e il Nuovo centrodestra, la radicalizzazione in chiave anti-immigrati e anti-euro della Lega Nord. E, soprattutto, l’approvazione dell’Italiacum, che ha inevitabilmente indebolito il preesistente incentivo all’unità coalizionale, dal momento che il premio di maggioranza sarà attribuito alla lista più votata e non alla coalizione,...

di Lorenzo De Sio Le elezioni europee dell’anno scorso ci avevano mostrato con chiarezza il Renzi che vince. Le regionali di pochi giorni fa mostrano un risultato diverso. Nonostante un centrodestra in crisi di leadership e progetto politico ormai da anni, e molto frammentato nella maggior parte delle regioni al voto, il Pd in alcuni casi (Liguria, Veneto, Umbria) ha perso clamorosamente o è andato vicinissimo a una sconfitta inaspettata; in altri, ha faticato molto per affermarsi, e spesso vi è riuscito quasi solo grazie alla frammentazione degli avversari. Perdendo quasi ovunque molti punti percentuali anche rispetto alle precedenti regionali,...

di Roberto D'Alimonte Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 2 giugno L’effetto Renzi non c’è stato. La Lega Nord è il primo partito del centro-destra. Il M5s è ancora il secondo partito italiano. L’astensionismo continua a salire. Sono questi i dati più significativi di questa tornata di elezioni regionali aldilà del cinque a due. Per il Pd è un risultato ambiguo. Poteva andare meglio se avesse vinto in Liguria. Ma poteva andare peggio se avesse perso anche in Campania. Tanto più che ora sappiamo che avrebbe potuto perdere anche in Umbria. E’ un risultato comunque diverso da quello delle Europee. Non...

di Vincenzo Emanuele Subito dopo la chiusura dei seggi, le analisi di molti commentatori si sono focalizzate sulla sorprendente vittoria di Toti in Liguria, sul boom della Lega e sulle polemiche interne al PD, trascurando o trattando marginalmente un altro dato clamoroso e meritevole di attenzione, quello relativo alla partecipazione elettorale, di cui ci occupiamo in questo articolo. Sebbene largamente annunciato, il crollo della partecipazione al voto ha ormai assunto proporzioni senza precedenti. Si tratta di un fenomeno di lungo periodo, che comincia a manifestarsi alla fine degli anni ’70, quando il nostro paese era ancora un fulgido esempio di democrazia...

di Salvatore Borghese Il Veneto, come anche altre regioni (Liguria, Puglia), è stato sotto i riflettori di questa campagna elettorale principalmente per un motivo: la scissione che ha riguardato uno dei due schieramenti maggiori. In questo caso si tratta della frattura venutasi a creare nella Lega Nord tra il fronte a sostegno del governatore uscente, Luca Zaia (appoggiato dal segretario nazionale Matteo Salvini) e il sindaco di Verona Flavio Tosi, che ha deciso di correre da solo contro il suo partito dopo la “rottura dei patti”, che a suo dire avrebbero dovuto riservare a lui il ruolo di candidato ufficiale...