In questo articolo prendiamo in considerazione l’analisi dei flussi elettorali fra il voto alle politiche 2013 e l’intenzione di voto per le politiche 2018, per quel che riguarda la ex “Zona Rossa” (Toscana, Emilia-Romagna, Umbria e Marche).
In tal modo possiamo comprendere come siano intenzionati a votare i bacini elettorali del 2013 e i possibili movimenti e spostamenti degli elettori, mettendo in evidenza come i diversi elettorati di oggi siano composti da elettori che avevano o meno compiuto scelte diverse alle passate elezioni.
Nonostante la forte tradizione politica che caratterizza i territori della ex “Zona Rossa” per un forte radicamento della sinistra, gli elettori più fedeli risultano essere quelli appartenenti al centro destra: su 100 voti del Centrodestra nel 2013 solo 10 oggi andrebbero ad un partito non appartenente alla attuale coalizione. Il dato più interessante emerge però osservando i flussi elettorali all’interno dei partiti della coalizione che mostrano un ribaltamento delle posizioni di forza tra Lega e Forza Italia. Su 100 voti ottenuti dal Centrodestra, oggi 15 andrebbero a Fratelli d’Italia, soltanto 27 andrebbero a Forza Italia, mentre ben 47 verrebbero indirizzati verso la Lega. Questo dato è in linea con il forte trend di rafforzamento del partito di Salvini nei territori del centro Italia, già confermato per esempio dalle elezioni regionali in Toscana nel 2015, in cui la Lega si afferma come secondo partito con il 16,2% dei voti.
La Lega sembra riuscire a recuperare voti anche al di fuori del bacino elettorale del centrodestra nel 2013: il Movimento Cinque Stelle cederebbe il 15% dei suoi voti proprio al partito di Salvini, che risulta essere anche il partito con la maggiore capacità di recuperare gli astenuti: il 12,3% di chi non votò nel 2013 dichiara un’intenzione di voto a favore della Lega.
È interessate notare invece come su 100 voti ottenuti dal Centrosinistra di Bersani nel 2013 oggi solo 59 tornerebbero al PD, mentre 8 si dirigerebbero verso LeU e 3 a +Europa. La coalizione del 2013 cederebbe anche il 10,4% dei suoi voti a favore del Movimento Cinque Stelle, mentre il 9,1% andrebbero all’astensione. Il PD riuscirebbe però a recuperare voti principalmente dalla lista di Monti, che gli cederebbe il 47,7% del proprio elettorato 2013 e dal non voto (10,7%). Il partito di Renzi risulta essere, nelle intenzioni di voto, anche il preferito tra i giovani, cioè tra coloro che non avevano l’età per votare alle passate elezioni: il 23,6% è intenzionato a votare PD.
Tabella 1 – I flussi elettorali fra ricordo del voto 2013 e intenzione di voto 2018 nella Zona Rossa, destinazioni (clicca per ingrandire)
+Europa, la nuova formazione guidata da Emma Bonino e non presente alle politiche del 2013, ottiene il consenso del 38,2% di chi votò altri partiti (cioè non appartenenti alle coalizioni di centro sinistra, centrodestra, M5S o Scelta Civica) nel 2013, mentre la lista di Ingroia cede il 14,5% dei propri voti. La Bonino invece riesce a recuperare il 2,4% per cento dei voti degli astenuti, la coalizione di Bersani le cede il 3,2% dei propri voti ed il M5S l’1,8%.
Per quanto riguarda invece LeU, anche loro alla prima competizione elettorale, riescono a sottrarre come detto l’8,2% dei voti alla coalizione di centrosinistra del 2013, mentre la lista di Ingroia cede a Grasso il 36,9% del proprio bacino.
Per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle il 65,2% del suo elettorato alle passate elezioni conferma oggi la scelta di voto, mentre le perdite maggiori sono a favore della Lega (15,5%) e degli astenuti (9,2%). I Cinque Stelle riescono però a recuperare voti sia dalla coalizione di centrosinistra sia dalla coalizione di centrodestra, che perdono rispettivamente il 10,4% e il 6,9% dei propri voti a favore del partito di Di Maio.
Per quanto riguarda gli astensionisti, il 54,2% sembra confermare la propria scelta di non votare, Lega e M5S sono i partiti con una maggiore capacità di recupero, acquistando rispettivamente il 12,3% e il 12,1% di quel gruppo, seguiti dal PD che si ferma al 10,7%. L’attrazione degli astenuti nel 2013 verso i partiti di nuova formazione sembra essere invece più bassa: il 3,3% voterebbe Leu, il 2,4% +Europa e solo lo 0,2% sarebbe indirizzato verso Insieme.
Tra i giovani che non avevano l’età per votare nel 2013, come detto, il partito verso cui oggi sono maggiormente indirizzati è il PD, che riceverebbe il 23,6% dei voti di questo gruppo, seguito dal M5S che ne riceverebbe il 17,1% e da Forza Italia (10,1%), mentre ben il 27,9 per cento di questo gruppo andrebbe a finire tra gli astenuti.
La Lista di Monti cederebbe la maggior parte dei propri voti, il 47,7%, al PD, mentre il 13,9 % andrebbe a Forza Italia ed il 10,3% finirebbe tra gli astenuti.
Per quanto riguarda invece i partiti “minori”, Noi con l’Italia riuscirebbe ad ottenere il 3,6% dei voti appartenenti alla lista di Monti, Civica Popolare riuscirebbe a pescare in egual modo da Monti e dalla coalizione di centrosinistra (0,6%), mentre Potere al Popolo riuscirebbe ad ottenere l’1,8% dei voti della coalizione di centrosinistra, l’1,1% di quelli di Monti, e l’11% della lista di Ingroia.
Figura 1 – I flussi elettorali fra ricordo del voto 2013 (sinistra) e intenzione di voto 2018 (destra), Zona Rossa (clicca per ingrandire)
NOTA METODOLOGICA
Il sondaggio è stato condotto da Demetra nel periodo dal 5 al 14 febbraio 2018. Sono state realizzate 3.889 interviste con metodo CATI (telefonia fissa) e CAMI (telefonia mobile), e 2.107 interviste con metodo CAWI (via internet), per un totale di 6.006 interviste. Il campione, rappresentativo della popolazione elettorale in ciascuna delle tre zone geografiche, è stato stratificato per genere, età e collegio uninominale di residenza. Il margine di errore (a livello fiduciario del 95%) per un campione probabilistico di pari numerosità in riferimento alla popolazione elettorale italiana è di +/- 1,17 punti percentuali. Il campione è stato ponderato per alcune variabili socio-demografiche.