Alla vigilia delle elezioni del 2022, una delle domande che più avevano interessato esponenti politici e commentatori politici era relativa alla possibile tenuta del cosiddetto muro rosso della Toscana, cioè di quell’area che, nonostante la crisi di consensi attraversata dal Partito Democratico in Italia, sembrava poter resistere all’avanzata del centrodestra.
Come è già stato evidenziato, le elezioni politiche del 2022 hanno visto una delle peggiori performance della sinistra italiana e anche in Toscana questa crisi si è manifestata con particolare forza.
Tuttavia, per comprendere in maniera più adeguata la portata e le implicazioni, è utile esplorare in maniera più specifica l’esito elettorale.
In primo luogo, il centrodestra è riuscito ad affermarsi nella gran parte delle competizioni uninominali.
Il Partito Democratico e i suoi alleati sono riusciti a prevalere solamente nei due collegi di Firenze e di Scandicci (approssimativamente coincidenti con tutta la Provincia di Firenze), mentre la coalizione di centrodestra si è affermata negli altri sette.
Si tratta di un avanzamento importante se paragonato alle scorse elezione politiche (in cui entrambe le forze politiche avevano vinto sette seggi) ma che appare ancora più rilevante se confrontato con la serie storica della Seconda Repubblica (Figura 1). Negli anni Novanta la coalizione di sinistra era infatti uscita vincitrice dalla gran parte delle competizioni uninominali (riuscendo addirittura a vincerle tutte nel 1994) e negli anni successivi il centrodestra era riuscito a conquistare solamente due collegi (Grosseto e Lucca) dei ventinove in palio.
L’esame delle competizioni uninominale consegna dunque una Regione, in cui non solamente i rapporti di forza tra le varie forze politiche sono cambiati, ma sembrano addirittura invertirsi.
In secondo luogo, la vittoria del centrodestra appare ancora più solida andando ad esaminare il risultato aggregato sul territorio regionale. Dopo le elezioni europee del 2019 in cui la destra aveva sopravanzato la sinistra per la prima volta di un punto percentuale, nel 2022 la coalizione guidata da Giorgia Meloni riesce, per la prima volta ad una elezione politica, ad imporsi a quella di centrosinistra, superandola di circa quattro punti percentuali.
Osservando i dati della serie storica (Figura 2), si nota come per il centrodestra quello del 2022 costituisca uno dei migliori risultati mai ottenuti, recuperando i consensi perduti alle elezioni del 2013 e riportandosi sostanzialmente in linea con l’esito delle elezioni del 2001 e del 2006.
Al contrario, per il centrosinistra, nonostante un leggero recupero rispetto all’elezione precedente, le elezioni del 2022 costituiscono uno dei suoi peggiori risultati, immediatamente dopo quelle del 2018, capitolo finale di una scia negativa iniziata con le elezioni del 2008.
L’esame della serie storica spinge inoltre ad una ulteriore considerazione. Nonostante la crescita, il centrodestra regionale sembra riportarsi (in termini percentuali) a livelli sostanzialmente simili rispetto al passato. Al contrario, il centrosinistra si trova in una crisi continua, che lo ha portato di fatto a perdere circa la metà del suo elettorato rispetto al 2006.
Il superamento operato dal centrodestra sembra quindi da imputarsi in misura prevalente all’emorragia di consensi che affligge il centrosinistra toscano. Il logoramento della base elettorale del Partito Democratico e la sua minore capacità di mobilitazione si sono tradotti in una lenta crisi di consensi, che, congiuntamente ad una ripresa di forza del centrodestra, ha favorito una apertura della competizione a livello regionale.
Infine, l’ultimo aspetto che merita di essere considerato è relativo alla distribuzione del voto nella Regione. Dei 273 comuni, il centrosinistra riesce ad affermarsi come prima forza politica solamente in poco più di un quarto (il 27,1%), evidenziando così come vi sia stata una vittoria diffusa in tutto il territorio regionale da parte del centrodestra. Al contrario, il centrosinistra appare sempre più chiuso nel perimetro della Toscana centrale. Quasi uno su due (il 47%) dei comuni vinti da questa coalizione appartiene alla provincia di Firenze e quasi uno su tre (il 31,1%) a quella di Siena, mentre non riesce a conquistarne nessuno nella parte settentrionale della regione.
In conclusione, dunque, dopo la fine della subcultura rossa, sembra che anche la geografia elettorale della regione sia cambiata. La debolezza del centrosinistra, la sua difficoltà nel rimobilitare la sua base elettorale, hanno lasciato ampio spazio al centrodestra, a cominciare proprio dalle aree regionali più periferiche e distanti dal centro. Il muro rosso è quindi definitivamente caduto e, quello che ne rimane, assomiglia ormai solo a un ridotto fiorentino.