Analisi

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I risultati delle elezioni comunali di domenica 11 giugno impongono una seria riflessione sul sistema partitico italiano e la sua evoluzione. E’ senz’altro vero che trarre indicazione nazionali a partire da un quadro di competizioni locali è sempre difficile. Eppure alcuni indicatori e il confronto con il passato possono aiutarci ad evidenziare alcune tendenze. Bipolarismo e frammentazione Bisogna innanzitutto partire dalla struttura della competizione. La Tabella 1 presenta, per i 25 comuni capoluogo al voto, i valori dell’indice di bipolarismo (la somma delle % di voto dei due candidati più forti al primo turno), di bipartitismo (la somma delle % di...

Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 28 maggio Matteo Renzi vuole le elezioni anticipate e a questo punto gli importa poco il sistema elettorale. A Silvio Berlusconi importa molto il sistema di voto, cioè evitare i collegi uninominali, e poco le elezioni anticipate. Al M5S vanno bene sia le elezioni anticipate che il modello tedesco. Alla Lega di Matteo Salvini va bene tutto. Mattarella non vuole le elezioni anticipate ma vuole fortemente un sistema elettorale “armonizzato”. Questo è il puzzle in cui si dibatte la politica italiana oggi. In fondo a questo guazzabuglio di interessi si stagliano il ritorno al...

di Roberto D'Alimonte Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 21 giugno Raramente le elezioni di medio termine sono favorevoli ai governi in carica. E così è stato con queste comunali che per molti aspetti si possono considerare alla stregua di elezioni di medio termine. Esiste un ciclo economico ed esiste un ciclo elettorale. I governi all’inizio del loro mandato godono di solito di un buon livello di popolarità. Con l’andare del tempo il livello diminuisce per toccare il minimo a metà del mandato e risalire – ma non sempre - con l’approssimarsi delle elezioni successive. Per Renzi e il suo governo...

Dall’introduzione del Trattato di Maastricht il sistema politico italiano si è sempre caratterizzato per una netta prevalenza delle forze pro-europeiste (o euro-entusiaste). Secondo Taggart e Szczerbiak (2002) all’inizio degli anni 2000 l’Italia era il paese dell’Europa Occidentale in cui i partiti euroscettici (sia nella versione soft che in quella hard) erano meno rappresentati (con la sola eccezione della Spagna). Nonostante l’ambiguità mostrata da Forza Italia nei confronti delle istituzioni europee specialmente, ma non esclusivamente, nel quinquennio 2001-2006 (Rossi 2002, Quaglia 2005 e 2011) e la presunta svolta neo-atlantista di Silvio Berlusconi durante il conflitto iracheno, i partiti di centro-destra...

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 14 giugno Da molti anni a questa parte ad ogni tornata elettorale l’affluenza alle urne cala. Succede a tutti i livelli: politiche, europee, regionali, comunali. Non siamo il solo paese in cui questo accade. Questo fenomeno è una componente del più generale problema della crisi della democrazia. Anzi, a ben vedere, in Italia i livelli di partecipazione, quanto meno alle politiche, sono ancora tra i più alti in Europa. Tra i pochi paesi che stanno meglio di noi c’è la Germania. Tanto per...