Analisi

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Si svolge oggi l'attesissimo ballottaggio per eleggere il Presidente francese per i prossimi cinque anni. Finalmente sapremo se il prossimo inquilino dell'Eliseo sarà l'europeista Macron o la populista Le Pen. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, decisive, per il risultato finale, saranno le scelte di quanti hanno votato candidati esclusi dal secondo turno: Mélenchon e Fillon soprattutto, ma anche Hamon e Dupont-Aignan. Attraverso l'analisi dei flussi elettorali intercorsi fra il primo turno delle presidenziali del 2012 e il primo turno di quest'anno, possiamo meglio comprendere come siano composti gli attuali bacini elettorali di Macron e Le Pen, nei confronti di quali elettorati...

Il ballottaggio di domenica prossima potrebbe decidere le sorti future non solo della Francia, ma anche dell’Unione Europea. Il voto del primo turno ci consegna un quadro politico terremotato, con l’esclusione – per la prima volta dal 1958 – dei due grandi partiti socialista e gollista, architravi del sistema della V Repubblica. La sfida al ballottaggio tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen rappresenta plasticamente l’accresciuta importanza di una dimensione di competizione alternativa alla (finora) prevalente linea di conflitto sinistra-destra. Una dimensione ortogonale all’asse sinistra-destra e sulla quale la letteratura scientifica non ha ancora elaborato una definizione condivisa. Si tratta...

0505Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 5 maggio Macron o Le Pen? Saranno gli elettori di Fillon, Mélenchon, Hamon e di tutti gli altri candidati esclusi dal ballottaggio a decidere la sfida. A loro si unirà una quota di francesi che non hanno votato al primo turno ma lo faranno al secondo. Infatti  la Francia è quello strano paese – dal punto di vista di alcuni critici nostrani del ballottaggio – in cui a partire dal 1974 sono andati a votare  più elettori al secondo turno che al primo (Tabella 1). In sintesi, la sfida tra Macron e Le...

(Articolo pubblicato su 'Questioni Primarie' n. 5 del 4 maggio 2017) Con oltre 50 punti di vantaggio, Renzi ha stravinto le primarie del Partito Democratico. Per ritrovare un simile scarto dobbiamo tornare alle primarie fondative del 2007. Allora Veltroni vinse con oltre il 75% dei voti. La classe dirigente del partito era tutta schierata a sostegno dell’ex Sindaco di Roma. Per questo, come anche nel caso delle prime primarie di coalizione, quelle che incoronarono Prodi nel 2005, si parlo di ‘primarie di legittimazione’. Un bagno di popolo utile a compattare il partito (o la coalizione) e rilanciarlo in vista delle...

Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 3 maggio Mutatis mutandis, con queste primarie del Pd, siamo tornati a dicembre 2013. Anche allora Matteo Renzi stravinse. Anche allora a Palazzo Chigi c’era un governo espressione del Pd, con Enrico Letta presidente del Consiglio. Anche allora incombeva all’orizzonte un delicato turno elettorale, le europee previste a maggio 2014. Anche allora una sentenza improvvida della Corte costituzionale aveva trasformato un sistema elettorale maggioritario in una proporzionale confusa. Anche allora il neo-eletto segretario del Pd si poneva la domanda se aspettare la scadenza naturale della legislatura, o almeno lo svolgimento delle europee, prima...