Pubblicazioni scientifiche

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The economic crisis, the fall of the Berlusconi’s cabinet in November 2011 and the formation of the technocratic cabinet led by Mario Monti provided the ground for the general elections held in February 2013, which reached a stalemate, contrary to what most observers expected. The center-left coalition won in the Chamber but not in the Senate. The result in the Senate made it impossible to form a majority coalition between Bersani’s left and Monti’s center, which many considered the most likely outcome of these elections. In the end, the only available option for the PD, the winner in the Chamber, was to form a cabinet with Berlusconi’s PdL. There are many factors explaining this destabilizing result. The first and most important is the success of a brand new anti-establishment party, the Five Star Movement, which attracted voters from across the political spectrum and became the largest party in the country. The second is the inability of the center-left not only to extend its electoral base at a time when the center-right lost almost half of the votes received in 2008, but also to keep its previous electorate. The third factor is the peculiar nature and functioning of the electoral system for the Senate.

CHIARAMONTE, A. C. A. (2015). The unfinished story of electoral reforms in Italy. CONTEMPORARY ITALIAN POLITICS, 7, 10–26.

CHIARAMONTE, A., D’ALIMONTE, R. D. R., & SIO, L. D. (2006). A Razor-thin Victory. In J. Frosini & G. Pasquino (Eds.), For a Fistful of Votes. The 2006 Italian Elections (pp. 23–44). Bologna: CLUEB.

De Sio, L. (2007). For a Few Votes More. The Italian General Elections of 2006. South European Society and Politics, 12(1), 95–109. Retrieved from http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/13608740601155534?journalCode=fses20 Vai al sito web

Fra poco meno di due mesi gli italiani saranno chiamati alle urne per una fondamentale consultazione che coinvolgerà tutti gli elettori per le elezioni europee e oltre la metà degli 8.000 comuni italiani, fra cui Bari e Firenze, per le amministrative. Sarà un test molto importante per il neonato governo Renzi, oltre che per verificare il grado di gradimento verso le istituzioni dell’Unione. Non si tratta però delle prime elezioni a svolgersi dopo le politiche dello scorso febbraio. Già nel maggio del 2013, infatti, hanno votato per rinnovare sindaci e consigli comunali quasi 10 milioni di italiani, fra cui i cittadini romani. Tale tornata ha rappresentato un’interessante opportunità per continuare il nostro attento monitoraggio dell’opinione pubblica nel corso degli ultimi anni, al centro di quella che possiamo ormai definire una vera e propria transizione. In questo quinto Dossier CISE raccogliamo i contributi su tali elezioni pubblicati sul sito web CISE, documentandone il risultato e cercando di analizzarne i nodi cruciali. Quali, ad esempio, le diverse offerte politiche in campo a livello locale; i risultati dei partiti e delle coalizioni; l’evoluzione della partecipazione elettorale nei diversi contesti; i risultati delle sempre numerose sfide al secondo turno; il quadro finale delle amministrazioni conquistate dai vari schieramenti. In particolare abbiamo cercato di delineare, anche attraverso le analisi dei flussi elettorali in diverse città, come si sono venuti determinando i due grandi fenomeni emersi in queste elezioni. In primo luogo la ritrovata capacità delle due coalizioni principali, quella di centrodestra e quella di centrosinistra, di rivestire il ruolo di cardini del nostro sistema politico. Ciò è avvenuto a danno del terzo polo di centro e del Movimento 5 stelle, che hanno fatto registrare una brusca battuta d’arresto. Per quest’ultimo in particolare, si è trattato di un risultato alquanto inatteso e che ha interrotto la continua crescita elettorale fatta registrare dalle sue prime apparizioni fino alle politiche 2013. Il secondo chiaro esito di questa consultazione è stato il netto successo della coalizione di centrosinistra. Gli elettori di tale area politica si sono dimostrati ancora una volta più fedeli nelle consultazioni minori, nonostante il magro risultato delle politiche avrebbe potuto scoraggiarli.