Autore: Redazione CISE

  • Indagine CISE/Economia: i conti pubblici

    I 1542 intervistati dell’indagine CISE/Economia del 23 novembre 2011 sono stati interpellati con una batteria di domande relative a possibili misure per migliorare i conti dello Stato. Ecco i risultati.

    Le opinioni del nostro campione di intervistati sembrano essere abbastanza chiare e nette: da una parte esiste un ampio consenso verso misure come la lotta all’evasione fiscale e l’introduzione di una tassa sui grandi patrimoni, dall’altra esiste una sostanziale contrarietà verso misure come la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, il condono fiscale, l’innalzamento dell’età pensionabile e l’abolizione delle pensioni di anzianità.  In particolare se si considerano coloro che rispondono di essere “molto favorevoli” e “abbastanza favorevoli” la lotta all’evasione fiscale e la patrimoniale incontrano il consenso, rispettivamente, del 93,3%  e dell’89,7% degli intervistati. Sono dunque due misure fortemente gradite dall’opinione pubblica. Per ciò che riguarda le misure che incontrano il dissenso degli intervistati del campione è contrario alla reintroduzione di una tassa sulla prima casa, l’82,3 (coloro che rispondono di essere “poco favorevoli” e “per nulla favorevoli”) si vede come 67,7%  % è contrario all’abolizione delle pensioni di anzianità, il 74,3% è contrario a un condono fiscale e il 71,7% è contrario all’innalzamento dell’età pensionabile. Il governo Monti, quindi, sulla lotta all’evasione fiscale e sull’eventuale introduzione di una patrimoniale incontrerebbe un vasto consenso, mentre sulla reintroduzione dell’Ici sulla prima casa e soprattutto sul tema delle pensioni non incontrerebbe il gradimento dell’opinione pubblica. Su questi temi dovrà essere in grado di convincere gli italiani. 

    Per migliorare i conti dello Stato…

  • Indagine CISE/Economia: Le intenzioni di voto

    L’indagine CISE/Economia del 23 novembre 2011 ha incluso ovviamente anche alcune domande relative alle intenzioni di voto in caso di elezioni a breve. Ecco i risultati.

    Le figure sottostanti riportano le stime dei risultati percentuali di partiti e coalizioni in eventuali elezioni politiche immediate. Bisogna sottolineare come in entrambi i casi, ma specialmente con riferimento al voto ai partiti, si registri una percentuale di risposte valide sul totale del campione significativamente inferiore a quella che è corretto attendersi in caso di elezione politiche. Ciò significa che vi è una larga porzione di elettorato che andrà a votare ma che oggi non indica per chi. I risultati mostrano un netto calo del Pdl, la cui stima si ferma al di sotto del 22%. Il Pd si conferma in salute, con una stima superiore al 30% e non lontana dal risultato delle politiche del 2008. La Lega è il terzo partito, avendo ricevuto il 9,1% fra quanti dichiarano il loro voto. Seguono l’Udc e l’Idv con rispettivamente l’8,4 e il 7,7% delle risposte valide. Viene invece registrato in calo Sel: il partito di Vendola ha raccolto il 4,7%. Significativo il risultato del Movimento 5 stelle (3,8%) che segnala la concreta possibilità che il partito di Grillo possa superare la soglia di sbarramento in caso di elezioni politiche (almeno alla Camera), ottenendo così la sua prima rappresentaza parlamentare. La seconda domanda relativa alle intenzioni di voto cui il nostro campione è stato sottoposto chiedeva di scegliere una coalizione elettorale. I risultati mostrano una situazione decisamente multipolare. Se il centrosinistra può vantare quasi punti di vantaggio sul centrodestra, bisogna sottolineare le stime molto elevate per il terzo polo (17,4%) ma anche per eventuali ulteriori competitori, quali Grillo e Montezemolo (entrambi superiori all’8% di quanti hanno espresso una preferenza). Se questo fosse davvero il risultato delle elezioni, il centronistra otterrebbe il premio alla Camera, ma non potrebbe certamente contare su un’autonoma maggioranza a Palazzo Madama. (cannabisbudcans.com)

    NOTA: Non vengono riportati i dati dei partiti con un valore rilevato inferiore all’errore statistico di campionamento.

  • Indagine CISE/Economia: lo sviluppo economico

    Ai 1542 intervistati dell’indagine CISE/Economia del 23 novembre 2011 è stata sottoposta una batteria di domande relative a possibili misure per promuovere la crescita economica. Ecco i risultati.

    Riguardo alle misure per promuovere la crescita economica, il campione degli intervistati mostra di essere favorevole a misure come le liberalizzazioni (ossia una maggiore concorrenza nei servizi, nelle professioni, nelle farmacie, nei negozi, nelle assicurazioni), la diminuzione del carico fiscale su imprese e lavoratori a fronte di un aumento del carico fiscale sui patrimoni, la riforma del mercato del lavoro in nome della flexscurity (ossia un’attenuazione delle rigidità dei contratti a tempo indeterminato in cambio del rafforzamento delle tutele per i precari). Le liberalizzazioni  in particolare incontrano il consenso (coloro che rispondono di essere “molto favorevoli” e “abbastanza favorevoli”) del 73,3% degli intervistati, la diminuzione del carico fiscale su imprese e lavoratori a fronte di una patrimoniale è gradita dall’83,3% del campione e infine la riforma del mercato del lavoro è appoggiata dall’86,3% degli intervistati. Se il governo Monti volesse intervenire su questi temi incontrerebbe pertanto un vasto consenso. Più problematiche al contrario  sarebbero le misure sulle pensioni. Coloro che rispondono di essere “poco favorevoli” e “per nulla favorevoli” ad un allungamento dell’età pensionabile in cambio di una riduzione dei contributi a carico dei lavoratori in busta paga sono il 62,5% degli intervistati. Si conferma, come nel caso delle misure per il risanamento dei conti pubblici, una contrarietà degli intervistati all’allungamento dell’età pensionabile, anche se in questo caso tale contrarietà è attenuata dall’introduzione di un trade off nella domanda (ossia la riduzione dei contributi a carico dei lavoratori in busta paga). Gli intervistati sono anche nettamente contrari (il 73,9%) a un aumento della spesa pubblica. Infine il tema più divisivo risulta essere la privatizzazione delle aziende pubbliche locali: il 46,8% è favorevole e il 53,1% è contrario.

    Per promuovere la crescita economica…

  • Il simulatore elettorale basato sul sondaggio CISE del 23 novembre 2011

    [cf]JSSimAut2011Economia[/cf]

    Come andrebbero le elezioni se si svolgessero oggi? La maggior parte degli intervistati del sondaggio CISE hanno espresso un’intenzione di voto, ma molti hanno detto invece che non sanno per chi voterebbero, e alcuni non sanno nemmeno se andrebbero a votare. E allora? Fai le tue ipotesi su come si comporteranno questi indecisi, e scopri con il simulatore di voto come potrebbero finire le elezioni.
    Si tratta di simulare, per le due diverse categorie di indecisi (indecisi sulla coalizione o indecisi sul votare o no), come si comporterebbero in caso di elezioni.

    Pensi che gli attuali indecisi andranno più sul centrodestra che sul centrosinistra? O che i potenziali astenuti andranno in massa sul Movimento 5 Stelle? Puoi simulare tutte queste opzioni inserendo i valori che ritieni più probabili nelle rispettive caselle.

    Per far capire meglio come funziona la simulazione, abbiamo messo dei valori di partenza in ciascuna casella. Tuttavia non si tratta di suggerimenti: cambiali a piacimento secondo gli scenari che ritieni più plausibili.

    Attenzione! L’unica regola è che la somma delle percentuali su una stessa colonna deve fare 100. Buon divertimento!

    Risultati del sondaggio Cosa faranno davvero?
    Coalizione Intervistati i 179 intervistati che dicono che voterebbero, ma sono indecisi sulla coalizione i 128 intervistati indecisi sull’andare a votare o no Risultato (%):
    Centrosinistra (Bersani) 334

    % %  
    Centrodestra (Alfano) 247

    % %  
    Centro (Casini e Fini) 154

    % %  
    Montezemolo 76

    % %  
    Movimento 5 stelle 73

    % %  
    Non voterebbero 340
    % % percentuale
    di astenuti:








  • The Fortuyn Effect revisited: How did the LPF affect the Dutch parliamentary party system?

    Segnalazione bibliografica.

    Acta Politica 46, 400-424 (October 2011)

    Autore: Simon Otjes

    Abstract

    The List Pim Fortuyn (LPF) is a key example of a family of new right-wing parties that, according to many observers, have had a strong effect on European party systems. This article studies the effect of the entry of the LPF into the Dutch Parliament on the parliamentary party system. The article looks at two aspects of the party system: first, did the LPF affect the issue agenda of the legislature? And second, has the LPF been able to create a new significant line of conflict in the legislature, as Kriesi and Frey and Pellikaan et al observed for the electoral arena? Or, as Van der Brug and Bale have proposed, is the Dutch party system after Fortuyn essentially one-dimensional? The study looks at new, behavioral, data from the Dutch legislature: parliamentary voting behavior and the sponsorship of motions, to answer these questions. It employs Poole’s Open Classification method to understand the patterns underlying voting behavior.

    Full Text: https://www.palgrave-journals.com/ap/journal/v46/n4/full/ap201112a.html

  • The Concepts of Representation

    Segnalazione bibliografica.

    American Political Science Review 01 August 2011 105: 631-641

    Autore: Andrew Rehfeld

    Abstract

    In this reply to Jane Mansbridge’s “Clarifying the Concept of Representation” in this issue (American Political Science Review 2011). I argue that our main disagreements are conceptual, and are traceable to the attempt to treat the concept of representation as a “single highly complex concept” as Hanna Pitkin once put it. Instead, I argue, it would be more useful to develop the various concepts that emphasize the underlying forms of representation. Against the view that empirical regularity should guide concept formation, I suggest that the failure to find instances of the cases I conceptualize is not itself a reason to reject them. Instead, I argue in favor of concepts that emphasize one side or other of a relationship, rather than treating both sides simultaneously, defending the view that “promissory” and “anticipatory” may usefully describe the activity of “representing” but ought to emphasize only one side of the representative–voter relationship. I also explain why adding substantive accounts of representation to any of Mansbridge’s modifying concepts dilutes their practical value. I conclude by indicating the importance of developing concepts that stretch beyond the democratic contexts that feature prominently in her response.

    Full text: https://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=8368183

  • Clarifying the Concept of Representation

    Segnalazione bibliografica.

    American Political Science Review 01 August 2011 105: 621-630

    Autrice: Jane Mansbridge

    Abstract

    This response to Andrew Rehfeld’s “Representation Rethought” (American Political Science Review 2009) takes up his criticisms of my “Rethinking Representation” (American Political Science Review 2003) to advance a more relational and systematic approach to representation. To this end, it suggests replacing the “trustee” concept of representation with a “selection model” based on the selection and replacement of “gyroscopic” representatives who are both relatively self-reliant in judgment and relatively nonresponsive to sanctions. It explores as well the interaction between representatives’ (and constituents’) perceptions of reality and their normative views of what the representative ought to represent. Building from the concept of surrogate representation and other features of legislative representation, it argues for investigating, both normatively and empirically, not only the characteristics of individual representatives emphasized by Rehfeld’s analysis but also the representative–constituent relationship and the larger representative system, including both elected and nonelected representatives, inside and outside the legislature.

    Full Text:https://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=8368180

  • Making Outsiders’ Votes Count: Detecting Electoral Fraud through a Natural Experiment

    Segnalazione bibliografica.

    American Political Science Review 01 August 2011 105: 586-603

    Autori: Kemtaro Fukumoto; Yusaku Horiuchi

    Abstract

    Weak electoral registration requirements are commonly thought to encourage electoral participation, but may also promote electoral fraud. As one possibility, candidates and their supporters can more easily mobilize voters who do not reside within the district to register there fraudulently and vote for that district’s candidates. We statistically detect this classic type of electoral fraud for the first time, by taking advantage of a natural experimental setting in Japanese municipal elections. We argue that whether or not a municipal election was held in April 2003 can be regarded as an “as-if” randomly assigned treatment. A differences-in-differences analysis of municipality–month panel data shows that the increase in the new population just prior to April 2003 is significantly larger in treatment municipalities (with an election) than in control ones (without an election). The estimated effects are decisive enough to change the electoral results when the election is competitive. We argue that our approach—“election timing as treatment”—can be applied to investigate not only this type of electoral fraud but also electoral connections in other countries.

    Full Text: https://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=8368198

  • Patronage and Elections in U.S. States

    Segnalazione bibliografica.

    American Political Science Review 01 August 2011 105: 567-585

    Autori: Olle Folke; Shigeo Hirano; James M. Snyder Jr

    Abstract

    Does control of patronage jobs significantly increase a political party’s chances of winning elections in U.S. states? We employ a differences-in-differences design, exploiting the considerable variation in the dates that different states adopted civil service reforms. Our evidence suggests that political parties in U.S. states were able to use state-level patronage to increase the probability of maintaining control of state legislatures and statewide elective offices. We also find that an “entrenched” party, in power for a longer time, can use patronage more effectively. We consider several alternative hypotheses that might plausibly account for the patterns in the data, but find no evidence to support them.

    Full Text: https://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=8368195

  • Papers and presentations from the “Revisiting Party Identification” conference are now online

    Papers and presentations from the “Revisiting Party Identification” conference are now online

    Panel 1:

    David W. Brady and Arjun  S. Wilkins
    Secular realignment in the United States 1937-2010: a preliminary analysis

    Samuel J. Abrams and Morris P. Fiorina
    Are leaning independents deluded or dishonest weak partisans?

    Douglas Rivers
    Party identification in the US over the electoral cycle

    Panel 2:

    Roberto D’Alimonte, Lorenzo De Sio and Nicola Maggini
    Party identification and party system change: Italy between the First and the Second Republic

    Hermann Schmitt and Paolo Segatti
    Political parties, left-right orientations and the vote in Italy, France and Germany

    Panel 3:

    Piergiorgio Corbetta and Pasquale Colloca
    Political orientation in times of crisis in Italy: the consequences of job precariousness

    Radoslaw Markowski
    Idiosyncrasies of party identification in new democracies: the case of Central & Eastern Europe

    Panel 4:

    Bruno Cautres
    A view on party identification from France : substantive and methodological considerations

    Adriaan Luyten and Chistophe Crombez
    Party Loyalty in Belgium and Germany: The Effects Of Consumer Confidence and Government Approval

    Panel 5:

    Cees Van der Eijk
    Party Identification and PTVs

    Hans M.A. Schadee and  Cristiano Vezzoni
    Options for party identification: questions in multiparty systems

    Panel 6:

    Donald P. Green
    Breaking empirical deadlocks in the study of partisanship: an overview of experimental research strategies

    Jacques Thomassen and Martin Rosema
    Party identification revisited