L’Osservatorio Politico ha incluso anche alcune domande relative alla questione del bipolarismo e dell’eventuale referendum sulla legge elettorale. Ecco i risultati.
Le opinioni del nostro campione di intervistati sembrano essere abbastanza chiare e nette, sia per ciò che concerne il tema del bipolarismo sia per ciò che riguarda la questione del referendum sulla legge elettorale. Per poter misurare l’attaccamento nei confronti del bipolarismo abbiamo chiesto agli intervistati se è meglio che le coalizioni di governo si formino prima delle elezioni, permettendo agli elettori di scegliere il governo, o se al contrario è meglio che le coalizioni di governo si formino dopo le elezioni, permettendo una maggiore flessibilità negli accordi tra i partiti. Il risultato è molto chiaro: tra chi esprime una risposta valida (1431 intervistati su 1503), l’84% vuole poter scegliere tra coalizioni di governo già costituite sulla scheda elettorale, mentre solo il 16% preferisce che siano i partiti a formare una coalizione di governo ad elezioni già avvenute. In altre parole il nostro campione di intervistati è ancora affezionato al bipolarismo, nonostante che la nascita del nuovo governo tecnico abbia in parte scompaginato l’abituale panorama politico.
Per ciò che concerne l’eventuale referendum sulla legge elettorale, anche in questo caso i risultati sono molto netti: il 71 % dell’intero campione dichiara oggi che andrebbe a votare in caso di referendum (e quindi in base a questi dati il quorum potrebbe essere raggiunto).
Tra coloro che andrebbero a votare, come prevedibile, circa il 70% voterebbe “sì” all’abrogazione dell’attuale legge elettorale (contro un 16% di contrari e un 14% di indecisi). In conclusione, si può pertanto affermare che il nostro campione di intervistati è molto affezionato al bipolarismo e allo stesso tempo è fortemente critico nei confronti dell’attuale legge elettorale.
Ovviamente i dati sull’intenzione di partecipare al referendum debbono essere sempre interpretati con cautela: la partecipazione elettorale è considerata “socialmente desiderabile”, e spesso gli intervistati tendono a dichiarare di voler partecipare anche quando questo non avverrà effettivamente. Tuttavia un dato di potenziale partecipazione di circa il 70% sembra poter suggerire che l’effettivo quorum del 50% possa essere in qualche modo raggiunto. In ogni caso le due incognite che pesano sul referendum sono anzitutto la sua dichiarazione di ammissibilità o meno da parte della Corte Costituzionale, e in secondo luogo la possibilità che le Camere trovino un accordo per una riforma elettorale che eviterebbe il referendum.