L’Osservatorio Politico ha incluso alcune domande relative al governo Monti e alla manovra economica da esso approntata e alcune domande relative ai problemi percepiti come i più rilevanti e alle coalizioni di governo considerate come le più capaci nell’affrontarli. Ecco i risultati.
Dai dati emerge anzitutto che la stragrande maggioranza del campione ritiene di poter formulare un primo giudizio sulle misure economiche del governo Monti: la percentuale di “non so” e di rifiuti a rispondere è molto contenuta.
Entrando nel merito, il giudizio che emerge sulla manovra è complessivamente critico. Anzitutto dal punto di vista dell’equità: l’85% degli intervistati giudica la manovra poco o per niente equa, mentre appena il 15% la promuove su questo aspetto (abbastanza o molto equa).
Ma l’aspetto più sorprendente riguarda il giudizio sull’efficacia della manovra. Di fronte alla domanda se la manovra sia “efficace nel migliorare i conti dello Stato”, la percezione degli intervistati è prevalentemente negativa: il 62% ritiene la manovra poco o per niente efficace, mentre appena il 38% la ritiene abbastanza o molto efficace.
E il giudizio negativo sulla manovra appare riflettersi inevitabilmente anche sul governo. In questo caso non abbiamo indagato direttamente il livello di fiducia o gradimento assoluto del governo, ma la variazione del giudizio rispetto alle attese. Su questo aspetto, la metà del campione dichiara un giudizio invariato rispetto alle attese; tra chi ha invece cambiato il proprio giudizio, il 13% dichiara che il proprio giudizio è migliorato, rispetto al 37% (quasi il triplo) che ritiene che il proprio giudizio sia peggiorato.
L’interpretazione di questo dato va a nostro parere in due direzioni. Da un lato sembra abbastanza chiara una certa delusione nei confronti dei primi passi del nuovo governo. Dall’altro, tuttavia, il fatto che per quasi due terzi del campione (che pure giudica negativamente la manovra) il giudizio complessivo sul governo non peggiori sembra suggerire che in realtà le attese nei confronti del nuovo governo non fossero così ottimistiche come emerso sui media; in qualche modo, i cittadini forse si aspettavano come inevitabile una manovra pesante e destinata a suscitare dibattito; e non trasferiscono necessariamente (ancora?) sul governo il giudizio negativo su questi primi provvedimenti.
Quest’ultimo aspetto appare confermato dalle domande relative a chi gli intervistati percepiscano come più capace di affrontare il problema che ciascun intervistato ritiene più importante in questo momento. Su questi aspetti, il governo Monti ottiene sistematicamente valutazioni migliori rispetto a un potenziale futuro governo di centrodestra o di centrosinistra, pur in un clima generale di diffuso pessimismo verso la capacità del governo di incidere efficacemente sui problemi. Ad esempio, tra gli intervistati che mettono al primo posto il lavoro (40% del campione), ben il 40% ritiene che nessuno possa davvero affrontare il problema in modo efficace; tuttavia il 27% ritiene che l’attuale governo abbia le migliori possibilità, contro il 12% che indica il centrosinistra e l’11% che indica il centrodestra. Si tratta di un andamento che si ripete in modo simile (se non in maniera ancora più netta) anche per gli altri temi menzionati come più importanti (tutti relativi alla sfera dell’economia: un dato importante), come lo sviluppo economico (24% degli intervistati) e la difficoltà crescente a far fronte ai bisogni primari (10%).
In sintesi, la manovra economica del governo senza dubbio non riscuote il consenso del campione; tuttavia gli intervistati per adesso sembrano confermare un giudizio essenzialmente fiducioso nella competenza del governo Monti (soprattutto al confronto con le potenziali coalizioni di centrosinistra e centrodestra). In altre parole, il governo Monti sembra beneficiare di un buon credito in termini di fiducia; appare tuttavia evidente che non si può trattare di un credito inesauribile; i prossimi mesi ci diranno come evolverà la situazione.