Partiti e coalizioni:  come va decifrato il voto delle amministrative

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 15 giugno

Tra tutti i tipi di consultazione che si svolgono nel nostro paese le comunali sono quelle più difficili da decifrare. L’unico criterio solido per cercare di capire chi ha vinto e chi ha perso è il conteggio dei sindaci vincenti. Applicando questo criterio al primo turno delle comunali di domenica i numeri dicono che nei 142 comuni sopra i 15.000 abitanti centro-sinistra e centro-destra, intesi in senso stretto, sono in parità. Entrambi hanno vinto in 28 dei 79 comuni in cui è già stato eletto il sindaco.
I restanti comuni sono andati due alla sinistra alternativa al Pd , tre a coalizioni di partiti centristi, sei a candidati sostenuti da coalizioni di destra senza Forza Italia, 12 a candidati civici. Il centro-destra è andato meglio a livello dei 26 capoluoghi di provincia. Infatti ne ha già conquistati otto sui tredici già assegnati mentre al centro-sinistra ne sono andati tre e alla destra due. Dopo i ballottaggi si tireranno le somme definitive.

Percentuale voti nei 142 comuni sopra i 15.000 abitanti e tasso di variazione sulle europee 2019

Percentuale voti nei 142 comuni sopra i 15.000 abitanti e tasso di variazione rispetto alle europee 2019, Italia e zone geopolitiche

Il confronto

Passando dai sindaci ai voti ai partiti sorgono i problemi. Calcoliamo le percentuali di voto ai cinque maggiori partiti nei 142 comuni mettendole a confronto con quanto hanno preso gli stessi partiti negli stessi comuni nella ultima consultazione a livello nazionale, le Europee del 2019. Consideriamo poi la percentuale che i cinque partiti hanno ottenuto alle europee a livello nazionale. Il confronto tra il risultato complessivo dei cinque partiti alle europee con quello ottenuto nei 142 comuni ci dice che questo insieme di comuni è abbastanza rappresentativo, anche se leggermente più favorevole al centrosinistra (Pd e M5s). Fatta questa premessa di cui occorre tener conto, cosa dicono i dati leggendoli con tutte le cautele del caso?

I risultati dei partiti

Primo, il partito che ha ottenuto la percentuale più alta di voti è stato il Pd con il 14,2%, seguito da Fdi con il 9 per cento. Secondo, l’unico partito che nei 142 comuni ha incrementato la sua percentuale di consensi rispetto alle elezioni europee è stato Fdi. Nell’insieme di questi comuni aveva preso nel 2019 il 6,8 % ed è passato al 9% con un incremento del 32 % (tasso di variazione). Terzo, la Lega e il M5s sono andati particolarmente male perdendo in percentuale oltre l’80 per cento.

In sintesi, la fotografia che ricaviamo da queste elezioni è sostanzialmente quella che ci hanno dato i sondaggi degli ultimi mesi: Fdi cresce, Pd e Forza Italia tengono, Lega e M5s sono in difficoltà. Ma va detto chiaramente che le percentuali di voto di queste comunali sono falsate dal tipo di competizione di cui stiamo parlando. Non è verosimile che la Lega alle prossime elezioni politiche prenda in questi comuni il 5,3 % e il M5s il 2,5%. Questo vale anche per gli altri partiti. Questi dati delle comunali possono servire solo a fissare i rapporti relativi tra partiti e individuare linee di tendenza, non per fare previsioni puntuali. E anche da questo punto di vista occorre cautela nell’interpretarli.

I risultati dei poli

Mettiamo poi a confronto il risultato dei due poli. Per queste elezioni abbiamo considerato il voto dato ai sindaci e non il voto proporzionale ai partiti in coalizione. Per il 2019 si sono sommati i voti proporzionali delle liste di area. Complessivamente i candidati sindaco del centrosinistra sono andati leggermente meglio dei rivali di centrodestra raccogliendo il 41,4% dei consensi contro il 39,8%. Hanno così ribaltato il lieve vantaggio che il centro-destra aveva alle europee nei 142 comuni.

Tuttavia questo risultato non deve illudere i sostenitori del campo largo. Si tratta di risultati locali in un insieme di comuni medio grandi in cui il centro-sinistra tradizionalmente va meglio. Il problema di sommare alle politiche i voti di tutte le sue componenti resta. Ci vorrebbero un Tommasi (Verona) o un Furegato (Lodi) per tentare l’impresa.

Nota metodologica: “Centrodestra” somma per il ’19 i risultati di Fdi, Fi, Lega, Popolo della Famiglia, CasaPound e Forza Nuova; e per il ’22 i voti raccolti da candidati sindaci sostenuti da almeno uno di questi partiti. “Centrosinistra” somma per il ’19 i risultati di Pd, M5s, Verdi, Pc e La Sinistra; e per il ’22 i voti raccolti da candidati sindaci sostenuti da almeno uno di questi partiti.