Il risultato del primo turno di amministrative tenutesi il 14 e il 15 maggio sembra confermare la tendenza alla diminuzione della partecipazione elettorale nel nostro Paese. Il dato finale a livello nazionale evidenzia infatti un’affluenza pari al 59,03%, con una flessione di circa due punti percentuali rispetto alle elezioni amministrative precedenti, quando si è recato a votare il 61,22% degli aventi diritto, e di quasi cinque punti rispetto alle politiche del 2022, quando l’affluenza si era attestata al 63, 8%. Si tratta di un risultato che certamente non sorprende. Le elezioni amministrative sono infatti considerate delle elezioni di “secondo ordine” rispetto alle elezioni politiche (Reif e Schmitt 1980) in cui è più difficile mobilitare gli elettori. Inoltre, è noto che l’Italia risulta interessata da tempo da un trend di decrescente affluenza (Emanuele e Maggini 2016; Trastulli 2021; Improta e Angelucci, 2022).
Data il complessivo calo dell’affluenza, è interessante esplorare questa tendenza in base alle differenze geografiche e alla dimensione dei Comuni, per evidenziare se questo aumento dell’astensionismo abbia avuto caratteristiche omogenee oppure presenti delle specificità territoriali.
La Tabella 1 illustra l’affluenza alle comunali del 2023 nei 91 comuni superiori (cioè con più di quindicimila abitanti) divisi per zona geopolitica (Nord, Zona Rossa e Sud). In primo luogo, in tutte e tre le aree si registra una diminuzione dell’affluenza rispetto alla precedente tornata elettorale, con valori sostanzialmente simili, solo leggermente più alti per quanto riguarda le regioni del Nord (-2,6%) e più bassi per quanto riguarda la Zona Rossa (-1,8%). Il Nord si conferma inoltre la zona del Paese con la minore affluenza in questo tipo di elezioni (54,1%), con valori inferiori sia alla Zona Rossa (57,6%), sia al Sud (61,7%), l’area in cui l’affluenza ha raggiunto i livelli più alti.
Questo quadro viene in parte confermato dal confronto con le elezioni politiche. Rispetto allo scorso settembre, infatti, il calo dell’affluenza nei comuni maggiori è stato più elevato (-4,6%) rispetto a quello complessivo di questa tornata di amministrative. Tuttavia, nuovamente, vi sono ampie differenze territoriali. Il Nord costituisce l’area del Paese dove il calo rispetto alle politiche è stato più elevato (-15,3%), seguito dalla Zona Rossa (-10,7%). Al contrario, al Sud, vi è stata una crescita dell’affluenza di ben 4,6 punti percentuali, confermandosi come l’area del Paese più interessata a questo tipo di competizioni elettorali. Si tratta di un dato coerente con quanto visto con le recenti tornate amministrative (Trastulli 2021; Improta e Angelucci, 2022) e presumibilmente legato a dinamiche localistiche e alla presenza di “signori delle preferenze” (Fabrizio e Feltrin 2007; Emanuele e Marino 2016).
Concentrandosi poi sulla competizione elettorale nei comuni capoluogo (Tabella 2), si nota come essa sia interessata da forti specificità locali. Sebbene infatti in questi comuni la crescita dell’astensionismo sia generalmente più elevata, vi sono numerosi casi particolari.
Rispetto alle elezioni politiche, infatti, l’affluenza crolla a Treviso (-19,1%), Vicenza (-15,9%) e Brescia (15,3%), mentre sostanzialmente tiene a Imperia (-4,2%), Massa (-3,7%) e Teramo, oltre a crescere a Brindisi (+3,6%). Rispetto alle comunali invece il quadro diviene ancora più complesso, con una forte decrescita a Treviso (-7%), a Imperia (-4,7%) e Sondrio (-4%) ma addirittura una leggera crescita dell’affluenza ad Ancona (+0,4%), Brescia (+0,4%) e Siena (+0,7%).
L’astensione sembra dunque confermarsi nuovamente come la vera vincitrice di questa tornata elettorale. Tuttavia, sembra consolidarsi una tendenza di tipo nuovo, con il Sud e i centri più piccoli (o comunque non capoluogo) maggiormente interessati a queste competizioni di “secondo ordine”.
Riferimenti bibliografici
Emanuele, V., & Maggini, N. (2016). ‘Calo dell’affuenza, frammentazione e incertezza nei comuni superiori al voto’, in Cosa succede in città? Le elezioni comunali del 2016, V. Emanuele, N. Maggini e A. Paparo (a cura di), Dossier CISE, pp.49-56.
Emanuele, V., & Marino, B. (2016). ‘Follow the candidates, Not the parties? Personal vote in a regional de-institutionalized party system’. Regional & Federal Studies, 26(4), 531-554.
Fabrizio, D., & Feltrin, P. (2007). ‘L’uso del voto di preferenza: una crescita continua’, in Riforme istituzionali e rappresentanza politica nelle regioni italiane, A. Chiaramonte e G. Tarli Barbieri (a cura di), Bologna: Il Mulino, pp. 175-199.
Reif, K., & Schmitt, H. (1980). ‘Nine second-order national elections – A conceptual framework for the analysis of european election results’. European Journal of Political Research, 8(1), pp. 3-44.
Trastulli, F. (2021). ‘Comunali 2021: crollo dell’affluenza, vince l’astensione. Grandi città disertate, “tiene” l’effetto incumbent’, disponibile su: Comunali 2021: crollo dell’affluenza, vince l’astensione. Grandi città disertate, “tiene” l’effetto incumbent | CISE (luiss.it)