di Carolina Plescia e Sylvia Kritzinger
In Austria si è votato domenica 25 Maggio. L’Austria elegge 18 membri del Parlamento europeo, uno in meno rispetto al 2009 prima dell’annessione della Croazia. Il sistema elettorale è lo stesso delle elezioni nazionali ma per le elezioni del Parlamento europeo vi è una sola circoscrizione nazionale anziché 39. Si tratta di un sistema elettorale proporzionale con possibilità per l’elettore di esprimere una singola preferenza per un candidato di partito, possibilità che di fatto viene utilizzata raramente dagli austriaci (Müller et al. 2001). La soglia per ottenere seggi, sia nel Parlamento nazionale che quello europeo è del 4%. Infine, l’Austria è ancora l’unico paese all’interno dell’Unione europea in cui i cittadini possono votare già all’età di 16 anni.
La campagna elettorale
Accanto ai due partiti maggiori che da sempre dominano la scena politica austriaca, il Partito Socialdemocratico d’Austria (SPÖ) e il Partito Popolare Austriaco (ÖVP), che attualmente formano un governo di larghe intese, gli elettori hanno trovato sulla scheda elettorale tre partiti già noti: i partiti euro-scettici Partito della Libertà Austriaco (FPÖ) e Alleanza per il Futuro dell’Austria (BZÖ) e il partito pro-europeo, I Verdi (Grüne). Al di là di questi si sono presentati alle elezioni ben quattro partiti nuovi rispetto alle consultazioni europee del 2009: il pro-europeo La Nuova Austria (NEOS) e tre partiti euro-scettici, Un’Altra Europa (Europa-Anders), I Conservatori Riformisti (REKOS) e UE-Stop. Il grande vincitore delle ultime due elezioni del Parlamento europeo, la Lista Hans-Peter Martin, è di fatto scomparso dalla scena politica austriaca. Un altro assente illustre è il Team Stronach, che ha corso per la prima volta alle elezioni nazionali a settembre 2013 ottenendo il 5.7% dei voti.
Carolina Plescia è Assistant Professor presso il Dipartimento di Metodologia delle Scienze Sociali dell’Università di Vienna. Ha ottenuto il suo dottorato a Novembre 2013 presso il Trinity College di Dublino. I suoi interessi di ricerca includono lo studio del comportamento elettorale, la formazione dei governi e la metodologia della ricerca sociale. Sylvia Kritzinger è Full Professor e capo Dipartimento presso il Dipartimento di Metodologia delle Scienze Sociali dell’Università di Vienna. È a capo del gruppo di ricerca dell’Austrian National Election Study (AUTNES). I suoi interessi di ricerca includono lo studio del comportamento elettorale, la formazione dell’opinione pubblica e studi quantitativi. |
Mentre era già chiaro prima delle elezioni che solo i partiti rappresentati oggi nel Parlamento nazionale (SPÖ, ÖVP, FPÖ, Grüne, NEOS), avrebbero ottenuto abbastanza voti per eleggere dei delegati propri a Strasburgo, una serie di scandali politici che ha colpito in prevalenza i partiti di governo, SPÖ e ÖVP, rendeva il risultato elettorale meno prevedibile. La campagna elettorale è stata inoltre caratterizzata da un senso diffuso di delusione per come l’Unione europea ha affrontato la crisi finanziaria ed economica di questi ultimi anni senza badare alle ripercussioni sociali della politica di austerità, per l’aumento dei prezzi che viene imputato all’euro, per la presunta eccessiva burocratizzazione dell’apparato di Bruxelles e l’immigrazione. Sono questi i motivi di disagio su cui ha puntato molto il partito euroscettico per eccellenza, l’FPÖ, forte anche del suo ottimo risultato alle ultime elezioni politiche austriache.
I risultati
Dei quasi 6.5 milioni di abitanti chiamati alle urne, meno della metà è andata a votare: circa il 45.4% contro il 46.0% del 2009, un dato questo molto basso se si considera che l’affluenza alle elezioni nazionali in Austria è generalmente molto alta (75% nel 2013), anche se negli ultimi anni in leggera flessione.
Le previsioni dei sondaggi non sono state smentite: solamente i partiti oggi rappresentati nel Parlamento austriaco sono riusciti a superare la soglia del 4%. Inoltre i due partiti al governo riescono ancora una volta a conservare la maggioranza dei voti seppur risicata.
Tabella 1- Risultati delle elezioni 2014 per il Parlamento Europeo – Austria | ||||||
Partito | Gruppo PE |
Voti (%) |
Seggi |
Voti (diff. sul 2009) |
Seggi (diff. sul 2009) |
|
Partito Popolare Austriaco (ÖVP) |
EPP |
27,0 |
5 |
-3,0 |
-1 |
|
Partito Socialdemocratico d’Austria (SPÖ) |
S&D |
24,1 |
5 |
+0,4 |
+0 |
|
Partito della Libertà Austriaco (FPÖ) |
NI |
19,7 |
4 |
+7,0 |
+2 |
|
I Verdi (Grüne) |
G-EFA |
14,5 |
3 |
+4,6 |
+1 |
|
Alleanza per il Futuro dell’Austria (BZÖ) |
NI |
0,5 |
0 |
-4,1 |
-1 |
|
La nuova Austria (NEOS) |
ALDE |
8,1 |
1 |
– |
– |
|
Riformisti Conservatori (REKOS) |
NI |
1,2 |
0 |
– |
– |
|
L’altra Europa (ANDERS) |
NI |
2,1 |
0 |
– |
– |
|
EU-STOP |
2,8 |
0 |
– |
– |
||
Altri |
0,0 |
0 |
– |
– |
||
Totale |
100 |
18 |
||||
Affluenza al voto (%) |
45,4 |
-0,6 |
||||
Soglia di sbarramento per ottenere seggi (%) |
4,0 |
|||||
Fonte: http://www.bmi.gv.at/cms/BMI_wahlen/europawahl/2014/Wahlkarten.aspx | ||||||
Abbreviazioni dei gruppi al Parlamento Europeo: EPP=European People’s Party; S&D=Progressive Alliance of Socialists and Democrats; ALDE=Alliance of Liberals and Democrats for Europe; G-EFA=The Greens–European Free Alliance; ECR=European Conservatives and Reformists; GUE-NGL=European United Left–Nordic Green Left; EFD=Europe of Freedom and Democracy;NI=Non-Inscrits. |
L’ÖVP difende il suo primato alle elezioni europee confermandosi primo partito con il 27% dei voti ma perde 3 punti percentuali e un seggio rispetto alle precedenti consultazioni europee. Nonostante questo, l’ÖVP si considera un vincitore, avendo di fatto guadagnato 3 punti percentuali rispetto alle elezioni nazionali del settembre 2013. L’SPÖ ottiene il 24.1% dei voti, migliorando la propria performance rispetto alle ultime elezioni europee quando aveva ottenuto il 23.7% dei voti, riducendo così il suo distacco dall’ÖVP in campo europeo.
L’FPÖ guadagna molto rispetto alle scorse europee (ottiene il 19.7% dei voti, + 7 punti percentuali) raddoppiando i propri seggi (da 2 a 4 seggi). Nonostante ciò l’ÖVP non riesce ad eguagliare, seppur di poco, il risultato delle elezioni nazionali quando aveva ottenuto il 20.5% dei voti.
I Verdi si confermano quarto partito in Austria aumentando i propri voti sia rispetto alle elezioni nazionali (+ 2 punti percentuali) che a quelle europee (+ 4.6 punti percentuali e più 2 seggi). La performance molto buona dei Verdi è sorprendente anche alla luce del fatto che i sondaggi pre-elettorali davano ai Verdi un vantaggio risicato sui NEOS. Invece il partito dei Verdi ha distaccato i NEOS di più di 6 punti percentuali. Nel frattempo i NEOS alla loro prima elezione europea ottengono un buon 8% dei voti e un importante seggio nel Parlamento Europeo. Questo risultato aiuta il partito NEOS a confermarsi definitivamente uno dei protagonisti dello scenario politico austriaco.
Nessun altro partito riesce ad ottenere seggi. Da notare a tal riguardo come il BZÖ scompare quasi dalla scena politica perdendo molti consensi rispetto alle ultime consultazioni nazionali (-3 punti percentuali), e rispetto alle ultime elezioni europee (-4.1 punti percentuali). In tal senso, il cambio del noto candidato di punta – la figlia del famoso Jörg Haider, Ulrike Haider-Quercia – con un candidato poco noto sicuramente non ha aiutato la campagna elettorale del BZÖ. Gli altri partiti euro-scettici non ce la fanno a superare la soglia di sbarramento del 4% ma è necessario menzionare il partito EU-Stop, forse l’unica vera sorpresa di queste elezioni europee, che ottiene un notevole 2.8% dei voti. Il partito EU-Stop chiedeva un referendum per lasciare l’Europa, il ritorno allo scellino austriaco e il passaggio a una democrazia diretta sul modello svizzero.
L’interpretazione
Due considerazioni meritano attenzione. Primo, i partiti pro-europei hanno vinto le elezioni europee 2014 in Austria. Questi partiti infatti hanno ottenuto quasi il 75% dei voti. Secondo, nonostante tutti i partiti austriaci si considerino vincitori di queste elezioni europee, i loro guadagni in voti appaiono ridimensionati se si prende in considerazione che il 18% dei voti della Lista Hans-Peter Martin erano ‘liberi’ sul mercato elettorale visto che questo partito aveva corso per le europee precedenti ma non quest’anno.
I due partiti al governo, SPÖ e ÖVP, frenano in parte quel declino che li ha visti perdere il 20% dei consensi in due elezioni nazionali consecutive. Ciò nonostante i loro risultati sono al di sotto delle aspettative. L’SPÖ non riesce a centrare l’obiettivo di diventare il primo partito austriaco anche nelle elezioni europee. Questo risultato potrebbe essere imputato ad una scelta sbagliata del candidato di punta Eugen Freund, famoso giornalista televisivo ma con nessuna esperienza politica. Non essendo un membro di partito, la scelta di Freund ha demotivato la base i cui membri a livello locale non hanno fatto campagna elettorale quanto necessario. Riguardo all’ÖVP, il candidato principale Otmar Karas è molto probabilmente la ragione principale per cui il partito è riuscito a riconfermarsi primo in Austria. La lunga esperienza nelle istituzioni europee di Karas ha contribuito quasi in toto al buon risultato dell’ÖVP.
Il partito euroscettico dell’FPÖ si sente il vincitore di queste elezioni ma di fatto il suo risultato è al di sotto delle aspettative visto che alcuni sondaggi pre-elettorali prevedevano che l’FPÖ sarebbe diventato primo partito, sorpassando sia l’SPÖ che l’ÖVP. Inoltre prendendo in considerazione che l’unico vero partito euro-scettico, la Lista Hans-Peter Martin, non ha corso per queste elezioni, il successo dell’FPÖ viene molto ridimensionato. Appare chiaro come questo partito non sia riuscito a mobilizzare l’elettorato euro-scettico che sembra essere rimasto a casa domenica scorsa.
Alla luce di tutto ciò solo la performance dei Verdi e dei NEOS può essere considerata una vera e propria vittoria elettorale. Questi due partiti hanno raccolto molti voti sopratutto tra i giovani, nelle città e tra gli elettori di ceto medio-alto con una forte propensione pro-europea. Sicuramente il fatto che avessero focalizzato la loro campagna su questioni europee ha giocato un ruolo fondamentale visto che i temi europei sembrano interessare l’elettorato austriaco sempre di più. In questo senso, le elezioni europee nel 2014 sembrano indicare una svolta: i partiti euroscettici sono rimasti svantaggiati e gli elettori pro-europei si sono fatti sentire in modo piuttosto forte.
Infine, per quanto riguarda l’esperienza austriaca con le elezioni europee se si considera il livello di affluenza alle urne, l’Austria si configura sicuramente al modello delle elezioni di secondo ordine (Reif e Schmitt 1980) visto che il tasso di partecipazione è sempre di molto inferiore a quello nazionale. Eppure, la performance dei due partiti tradizionali di governo, l’ÖVP e l’SPÖ, e dei partiti di opposizione non segue in maniera univoca il modello delle elezioni di secondo ordine. Nel dettaglio, l’SPÖ è stato spesso punito dagli elettori in occasione delle elezioni europee, tranne durante l’elezione del 2014; contrariamente all’ÖVP che ha sempre o quasi guadagnato consensi alle europee. I partiti di opposizione non hanno mai ottenuto quote di voto sostanziali rispetto alle elezioni nazionali fatta eccezione per queste elezioni europee 2014.
In conclusione
Da un punto di vista generale la questione centrale di queste elezioni europee in Austria è stata se e in che misura i due partiti maggiori al governo sarebbero stati in grado di riconfermarsi maggioranza assoluta. In molti infatti guardavano alle elezioni europee con curiosità per vedere se vi sarebbe stato uno spostamento ancora più massiccio del voto sul FPÖ. I due partiti al governo hanno retto, e queste elezioni europee 2014 mandano a tutti i partiti un forte messaggio pro-europeo. Però, considerando che in queste elezioni tanti elettori euro-scettici sembrano essere rimasti a casa, solo le prossime elezioni chiariranno se l’Europa è considerata dagli austriaci il futuro o una minaccia per l’isola felice austriaca. (valium)
Bibliografia
Müller, W. C., Jenny, M., Steininger, B., Dolezal, M., Philipp, W., Preisl-Westphal, S. (2001) Die österreichischen Abgeordneten. Schriftreihe des Instituts für angewandte Politikforschung Vol. 23. Wien: Facultas
Reif, K., Schmitt, H. (1980) Nine Second Order National Elections: A Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results. In: European Journal of Political Research, 8, pp. 3-44.