Il Pd vince dappertutto, anche nel Nord-Est

Roberto D'Alimonte

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Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.

di Roberto D'Alimonte Quello del nuovo Pd di Renzi è, in valori percentuali, il terzo miglior risultato elettorale nella storia della Repubblica. Solo la Dc di De Gasperi nel 1948 e quella di Fanfani nel 1958 hanno fatto meglio. Dopo il 1958 nessun partito ha superato il 40% dei voti. Il Pd di oggi è arrivato al 40,8%. E’ il primo partito in tutte le province, con le sole eccezioni di Isernia (Fi), Sondrio (Lega) e Bolzano (Svp), Primo in 107 province su 110. Mai successo in tutta la storia della Repubblica, sia la Prima che la Seconda. Fig. 1 –...

di Roberto D’Alimonte Pubblicato sul Sole 24 Ore del 18 maggio 2014 Le elezioni europee sono sempre state elezioni un po’ particolari. Queste lo sono ancora di più.  La gente le sente come meno importanti di quelle nazionali. Si vota per un parlamento distante di cui si sa poco o niente. La posta in gioco è minore e si va meno a votare. A partire dal 1979 l’affluenza è sempre calata. Alle ultime elezioni del 2009 è stata il 43%, ma con rilevanti variazioni territoriali. Escludendo i paesi con voto obbligatorio (Belgio e Lussemburgo) si va dal massimo di Malta (79%)...

di Roberto D'Alimonte Pubblicato sul Sole 24 Ore del 8 maggio 2014 Quello che è successo Martedì in commissione affari costituzionali del Senato è emblematico. Sulla carta il governo aveva i numeri per fare passare il suo testo per la riforma del bicameralismo paritario senza dover ricorrere ai voti dell’opposizione. Infatti sul totale dei 29 membri della commissione 15 appartengono a partiti della maggioranza di governo. Per la precisione, i 15 sono così divisi: 9 del Pd, 3 del Ncd, 1 Popolare per l’Italia (Mauro), 1 di Scelta Civica, 1 del gruppo delle autonomie (il senatore Palermo, eletto a Bolzano). All’opposizione...

di Roberto D’Alimonte Pubblicato sul Sole 24 Ore del 4 maggio 2014 Come verrà eletto il nuovo Senato delle autonomie?  Fino alla settimana scorsa alla domanda si poteva rispondere sulla base della proposta presentata dal governo Renzi il 31 Marzo scorso . Adesso non più perché dopo i contatti dentro e fuori la maggioranza di governo il premier ha deciso di accettare delle modifiche. Non è una sorpresa. Il pragmatismo di Renzi è una delle sue virtù.  Di queste modifiche però non si conosce ancora il contenuto. Circolano voci. E’ pericoloso commentare solo delle voci ma qualche volta vale la pena...

di Roberto D'Alimonte Pubblicato sul Sole 24 Ore il 13 aprile 2014 Nella riforma del Senato proposta dal governo c’è molto di buono e altro che si presta a una riflessione critica. Fermo restando che la nuova assemblea non debba essere eletta direttamente (Sole24Ore del 3 Aprile),  sulla sua composizione si può e- a nostro avviso- si deve discutere. Il progetto attuale prevede che ci siano 61 membri di provenienza regionale e 61 di provenienza  comunale. A questi rappresentanti di comuni e regioni si aggiungono 21 membri scelti dal capo dello Stato tra cittadini ‘che abbiano illustrato la Patria per altissimi...