Chi è credibile per realizzare gli obiettivi condivisi dagli italiani? La Lega primeggia, il M5S sull’eguaglianza economica, il PD sull’Europa

Il recente sondaggio Osservatorio Politico CISE (CAWI, N=1000 casi, estratti da panel online con quote per sesso, età, titolo di studio, e ponderazione aggiuntiva per voto 2018) ha indagato le intenzioni di voto e le opinioni degli Italiani sui temi al centro del dibattito in questa fase politica marcata dalla campagna elettorale per le Europee del prossimo 26 maggio. Abbiamo già parlato delle intenzioni di voto e delle posizioni degli italiani su vari aspetti della politica europea e italiana, in particolare su specifici obiettivi di policy sostenuti dalla maggioranza degli italiani. Sugli stessi obiettivi di policy, vediamo ora quali sono i partiti ritenuti più credibili dagli intervistati circa la loro realizzazione.

Il quadro che emerge è per certi versi in linea con quello rilevato dalle intenzioni di voto: la Lega è il partito ritenuto più credibile sul maggior numero di temi, in particolare quelli legati all’immigrazione e alla difesa della sovranità nazionale, staccando il M5S (il partito più credibile in particolare su temi economici di sinistra) e il PD (il partito più credibile in particolare nella difesa dell’appartenenza alla UE). Ma vediamo i dati in modo molto sintetico (tabella completa in fondo all’articolo).

Il PD è il partito ritenuto più credibile nel difendere l’appartenenza alla UE,

Su due temi su cui la netta maggioranza degli italiani ha posizioni chiaramente europeiste (rimanere nell’Euro e nella UE), il partito ritenuto più credibile è senza dubbio il PD (secondo il 34,8% e il 33,2% degli intervistati, rispettivamente). Segue, non sorprendentemente, Più Europa, le cui percentuali di credibilità oscillano tra il 20% e il 24%: si tratta di valori molto alti, dal momento che si tratta di un piccolo partito. Subito dopo, in termini di credibilità su questi obiettivi, viene Forza Italia, che però è molto staccata rispetto al PD e raccoglie percentuali pressoché identiche al M5S per ciò che concerne la permanenza nella UE. Il PD è pertanto percepito come il partito pro-Europa per eccellenza, dal momento che tale lo ritiene una quota di intervistati nettamente superiore a quella che effettivamente lo voterebbe. Non solo, il partito di Zingaretti è anche quello ritenuto più credibile (31,6%) nel mantenere una delle conquiste più apprezzate della UE, ossia la libera circolazione (76% dei consensi). In questo caso, però, la differenza rispetto al secondo classificato (il M5S) è meno marcata, dal momento che per il 28% degli intervistati il partito di Di Maio è credibile su questo tema.

ma la Lega è il partito più credibile nel difendere le prerogative nazionali e nel contrastare l’immigrazione,

In una precedente analisi avevamo visto che l’atteggiamento generalmente pro-UE degli italiani si accompagnava a un giudizio più critico su alcune politiche chiave dell’Unione Europea, a un desiderio di maggiore solidarietà verso l’Italia e a una rivendicazione di prerogative nazionali su alcune politiche, opponendosi a ulteriori devoluzioni a livello UE. Su questi temi, il partito che risulta in generale come il più credibile agli occhi degli intervistati è senza dubbio la Lega: il partito di Salvini è ritenuto come nettamente il più credibile nel riuscire a ripartire i costi dell’accoglienza dei rifugiati con gli altri paesi (43,9%), nel rendere più flessibile la politica economica della UE (37,4%), nel mantenere la competenza nazionale sulla politica fiscale (37,4%), nel ripristinare i pieni poteri sulle politiche economiche e di bilancio (39,7%), nel mantenere la competenza nazionale sulle politiche sociali (28,7%), sulla difesa (29,5%), sull’immigrazione (37,3%). Su questi obiettivi il partito di Salvini stacca in maniera netta il partito che arriva secondo in termini di credibilità, ossia il M5S. Quest’ultimo è considerato più credibile rispetto alla Lega solo nell’aumentare il sostegno dell’Unione Europea ai paesi più colpiti dalle crisi economiche: 27,6% vs. 25,4% (con il PD in terza posizione, ma non lontano, con il 24,6%). Si tratta in generale di obiettivi legati ad ambiti tematici diversi, ma tutti caratterizzati dalla rivendicazione della sovranità nazionale o dalla tutela degli interessi dell’Italia nella UE: i nostri dati ci dicono che il messaggio sovranista di Salvini, in questo senso, ha pagato. In altri termini, l’atteggiamento muscolare tenuto dal Ministro dell’Interno con gli altri partner della UE in questi mesi di governo, in particolare sui temi legati alla gestione dell’immigrazione, sembra aver fatto breccia non solo tra i suoi elettori, visto che su diversi temi la percentuale di intervistati che ritiene credibile la Lega è superiore alla quota di chi effettivamente esprime un’intenzione di voto per il Carroccio. Viceversa, i partiti mainstream che sono stati al lungo al governo (PD e Forza Italia) sono in generale ritenuti poco credibili su questi temi, scontando evidentemente la delusione per i risultati ottenuti dai governi passati in seno alla UE (anche se va detto che le percentuali di Forza Italia in termini di credibilità sono in linea o superiori in alcuni casi alle intenzioni di voto per il partito di Berlusconi). Va poi notato che alcuni degli obiettivi su cui la Lega gode di un’alta credibilità sono in realtà in contrasto tra di loro: è il caso della richiesta di una maggiore solidarietà europea circa la ripartizione dei rifugiati e la rivendicazione delle prerogative nazionali nella gestione delle politiche migratorie. Una possibile interpretazione è che molti intervistati probabilmente non hanno un livello di sofisticazione tale da cogliere che i due obiettivi sono in contraddizione; inoltre, il fatto che su entrambi gli obiettivi la Lega sia di gran lunga il partito ritenuto più credibile è il chiaro segno che la Lega ha ormai quasi il monopolio delle tematiche anti-immigrazione, come dimostrato anche da un altro tema emerso durante questo anno di governo, ossia quello della chiusura dei porti alle navi che raccolgono gli immigrati in mare: il 67% degli intervistati è favorevole e ben il 59,4% ritiene la Lega come il partito più credibile al riguardo.

Il M5S è il partito più credibile su misure economiche “di sinistra”, tranne che su progressività del fisco (PD) e “quota 100” (Lega)

Infine, se guardiamo ai temi legati all’economia, tra gli italiani prevalgono posizioni di sinistra. Su questi temi, però, non è il PD ad essere ritenuto il più credibile, bensì il M5S (con alcune eccezioni). Il partito di Di Maio è infatti ritenuto dal 32,9% degli intervistati come il partito più credibile nel ridurre le differenze di reddito: una percentuale maggiore di chi esprime una intenzione di voto per il M5S. Da sottolineare poi il fatto che su questa tematica tradizionalmente di sinistra il secondo partito ritenuto più credibile è la Lega (25,2%), mentre il PD è solo terzo (21,2%). Un pattern simile, anche se con percentuali diverse, lo si riscontra sull’obiettivo di ridurre la libertà delle imprese di assumere e licenziare. Il M5S, invece, viene superato dal PD per ciò che concerne la percezione di chi sia il partito più credibile nel mantenere la progressività fiscale (22,9% vs. 26,4%). Si potrebbe notare che la redistribuzione del reddito è strettamente legata alla progressività del fisco. Tuttavia, il partito ritenuto più credibile non è lo stesso su questi due temi. Ciò si può spiegare con il fatto che il M5S al governo ha fatto delle aperture alla Lega sulla flat tax (oltre al fatto che probabilmente non tutti i nostri intervistati hanno un livello di sofisticazione tale da mettere in relazione la redistribuzione della ricchezza con la progressività fiscale). Non sorprende invece che il M5S sia il partito nettamente più credibile (44,4%) nel mantenere il reddito di cittadinanza: si tratta di una misura chiave del governo, fortemente voluta dal partito di Di Maio. Sull’altra principale misura economica del governo, ossia la cosiddetta “Quota 100” per l’età pensionabile, prevale invece (di poco) la Lega: il 35,1% infatti ritiene che il partito di Salvini sia quello più credibile nel mantenere questo abbassamento dell’età pensionabile, contro il 31,3% di chi ritiene che lo sia invece il M5S. Del resto, si tratta di una misura che era nel programma elettorale di entrambi i partiti, ma su cui ha insistito maggiormente la Lega rispetto a un M5S che si è focalizzato più sul reddito di cittadinanza. Non sorprende poi che i partiti di opposizione su queste due misure non siano ritenuti credibili, dal momento che (legittimamente) si sono opposti alla loro introduzione.

In conclusione, i dati sulle percezioni di credibilità mostrano come i tre principali partiti italiani si siano ritagliati tre diversi ambiti tematici in cui si trovano in posizione di vantaggio competitivo rispetto agli avversari: la Lega è il partito che ha monopolizzato le tematiche legate all’immigrazione e alla difesa delle prerogative nazionali; il M5S gode di una forte credibilità sui temi economici un tempo appannaggio della sinistra e il PD viene percepito come il partito più credibilmente pro-Europa. Tutti e tre poi si collocano in testa alle percezioni di credibilità su temi che escono dal loro “dominio”: la Lega per quel che riguarda “Quota 100”, il M5S per quel che concerne il sostegno dell’UE ai paesi più colpiti dalle crisi economiche e il PD per quel che attiene la progressività fiscale. Inoltre, guardando al numero di temi su cui sono ritenuti più credibili, si nota un certa coerenza con le intenzioni di voto: la Lega risulta nettamente prima anche per quanto riguarda il numero di obiettivi di policy (maggiormente condivisi dagli Italiani) su cui è percepita come il partito più credibile (9 temi), mentre il M5S e il PD sono appaiati (4 temi ciascuno). Sarà così anche il 26 maggio? Non resta che attendere il risultato delle elezioni, con la consapevolezza del fatto che l’esito finale probabilmente sarà determinato, tra le altre cose, anche dalla capacità dei partiti di enfatizzare in maniera strategica, in queste ultime settimane di campagna elettorale, quei temi su cui sono percepiti come altamente credibili da una larga fetta di elettori.

Tabella 1 – Credibilità dei principali partiti sugli obiettivi che hanno un consenso maggioritario, in valori percentuali: sondaggio CISE Osservatorio Politico maggio 2019 (CAWI – N=1000)

Consenso (%) Credibilità (%)
Lega M5S PD FI FDI +Europa La Sinistra
ORIENTAMENTO GENERALE VERSO LA UE
Rimanere nell’ Euro 67,5 15,2 16,9 34,8 19,4 8,3 20,0 9,5
Rimanere nell’Unione Europea 69,7 16,3 20,7 33,2 20,6 7,4 24,0 8,2
POLITICHE EUROPEE
Preservare la libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione Europea 76,1 22,4 28,0 31,6 20,4 10,1 21,7 12,1
Aumentare il sostegno dell’Unione Europea ai paesi più colpiti dalle crisi economiche 75,6 25,4 27,6 24,6 13,2 8,2 13,8 7,5
Ripartire tra tutti gli stati membri dell’Unione Europea i costi complessivi relativi all’accoglienza dei rifugiati 72,5 43,9 21,9 16,2 13,3 12,0 11,6 5,8
Rendere più flessibile la politica economica della Unione Europea 70,7 37,4 27,2 12,4 11,5 10,2 7,9 4,5
Mantenere la competenza dei singoli stati membri sulla propria politica fiscale 65,3 37,4 24,0 12,2 13,2 11,9 4,2 3,3
Rispristinare pieni poteri sulle proprie politiche economiche e di bilancio per gli stati membri 65,0 39,7 24,9 8,8 11,1 10,2 2,6 1,8
Mantenere la competenza dei singoli stati membri sulle proprie politiche sociali (ad es. sussidio di disoccupazione) 59,2 28,7 23,2 12,4 10,5 7,4 4,9 3,5
Mantenere gli eserciti nazionali in ciascuno stato membro 52,5 29,5 15,8 8,4 12,4 8,5 1,9 2,5
Mantenere la competenza dei singoli stati membri sulla propria politica migratoria 50,1 37,3 11,6 5,5 8,3 8,3 1,3 0,5
IMMIGRAZIONE
Mantenere i porti chiusi per le navi che trasportano migranti 67,1 59,4 11,2 2,4 6,4 8,7 0,5 0,5
ECONOMIA
Mantenere l’attuale normativa sull’età pensionabile (Quota 100) 60,0 35,1 31,3 5,1 6,3 5,9 1,2 2,2
Mantenere il reddito di cittadinanza garantito per chi è sotto la soglia di povertà 58,3 15,1 44,4 8,1 5,2 2,2 2,7 3,4
Ridurre le differenze di reddito tra chi ha redditi alti e redditi bassi 79,3 25,2 32,9 21,2 10,1 6,5 9,3 13,8
Mantenere la progressività fiscale (chi guadagna di più paga percentuali più alte) 68,1 18,1 22,9 26,4 8,0 3,7 9,1 12,1
Ridurre la libertà delle imprese di assumere e licenziare 53,6 16,2 21,9 14,7 7,9 3,1 4,3 11,0

Nota: Le percentuali sono calcolate sul totale

Nicola Maggini è ricercatore in scienza politica presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano. È membro del laboratorio di ricerca spsTREND "Hans Schadee" e del CISE (Centro Italiano Studi Elettorali). In precedenza è stato Jean Monnet Fellow presso lo Schuman Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo e ha partecipato a due progetti di ricerca europei Horizon 2020: Sirius-Skills and Integration of Migrants, Refugees and Asylum Applicants in European Labour Markets e TransSol-Transnational solidarity at times of crisis. Si è addottorato, con lode, in Scienza della Politica all’Istituto Italiano di Scienze Umane nel marzo 2012. Ha pubblicato articoli in diverse riviste scientifiche italiane e internazionali, tra cui Journal of Common Market Studies, West European Politics, American Behavioral Scientist, South European Society and Politics, RISP-Italian Political Science Review, Journal of Contemporary European Research, SocietàMutamentoPolitica-Rivista Italiana di Sociologia, Sociological Research Online, International Sociology e Quaderni di Scienza Politica. Ha pubblicato, per Palgrave MacMillan, il libro Young People’s Voting Behaviour in Europe. A Comparative Perspective (Palgrave Macmillan, 2016). È inoltre coautore di diversi capitoli in volumi collettanei e ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE. Infine, è autore di diverse note di ricerca pubblicate nella serie dei Dossier CISE. I suoi interessi di ricerca si concentrano sullo studio degli atteggiamenti e comportamenti socio-politici, dei sistemi elettorali, del comportamento di voto e della competizione partitica in prospettiva comparata.