Quanto ha pesato la professione nelle elezioni regionali in Emilia-Romagna del 26 gennaio? Una risposta chiara si trova nell’analisi appena elaborata dall’Osservatorio Politico Cise, che evidenzia in che misura la probabilità di votare ciascuno dei due principali candidati alla presidenza (Borgonzoni e Bonaccini) dipenda dalla categoria occupazionale.
Come si osserva dal grafico (Figura 1), essere impiegati in un determinato settore ha una notevole forza predittiva sulla scelta di voto e tali dati pre-elettorali (pochi giorni prima del voto) risultano in netta discontinuità con le passate rilevazioni del Cise svolte nei mesi di marzo e di dicembre del 2018. Se i risultati elettorali del 4 marzo del 2018 avevano mostrato lo scenario di un “voto di classe rovesciato” (De Sio 2018), l’istantanea qui fotografata sembra invece riportare le lancette dell’orologio quasi all’Italia di Don Camillo e Peppone (e per certi versi a quella di Prodi e Berlusconi). Quell’Italia in cui le fratture sociali (e, nella Seconda Repubblica, le categorie professionali) predicevano l’ideologia politica in misura assai significativa, con partiti di massa che esprimevano con chiarezza tali fratture.
Fig. 1 – Probabilità stimata di voto per i due candidati per occupazione a parità di istruzione, genere e orientamento ideologico. Nota: I risultati sono stimati su un campione CATI-CAMI (N=1004) con binomial logistic regression
Da una parte – a parità di istruzione, genere, e orientamento ideologico – a produrre un orientamento a favore del centrodestra è il fatto di appartenere a categorie come imprenditori, liberi professionisti e casalinghe; effetto opposto ha il fatto di essere operai, studenti e disoccupati, che sembrano mostrare un’associazione con il centrosinistra di stampo tradizionale. Segno che questo schieramento – nell’elezione che ha premiato Bonaccini – potrebbe aver perso quel tratto di “voto di elite”.
Accanto alle categorie citate, figurano poi i pensionati, tra i quali il voto al centrosinistra risulta penalizzato rispetto al centrodestra (dato, quest’ultimo, che rappresenta una novità rispetto alle passate rilevazioni del CISE, che al contrario avevano visto emergere il Pd come il “partito dei pensionati”) (De Sio 2018). Meno influenti nella polarizzazione risultano i tecnici e gli impiegati, che appaiono divisi in due nella scelta tra Bonaccini o Borgonzoni.
In ogni caso, la condizione occupazionale sembra aver riacquisito un ruolo significativo nel voto, con l’emersione di alcune contrapposizioni sociali che rievocano molto da vicino la tradizionale divisione rokkaniana dell’Italia della Prima Repubblica. Altra novità dello scenario elettorale in Emilia-Romagna è la prevalente capacità di attrazione della Lega tra le classi imprenditoriali, che a ben vedere, sembra riprodurre la base sociale del vecchio centrodestra berlusconiano. Un risultato che non si vedeva da quando, con il “terremoto elettorale” del 2013, il M5s (e dopo di lui la Lega di Salvini, che aveva conquistato non pochi operai) aveva scosso gli equilibri politici della società italiana, così da rendere la condizione professionale una variabile assai meno predittiva del comportamento di voto (Emanuele e Maggini 2015). I dati di oggi ci dicono che potremmo assistere a un ritorno di allineamenti del passato.
Riferimenti bibliografici
De Sio, L. (2018), “Il ritorno del voto di classe, ma al contrario (ovvero: se il PD è il partito delle élite)”, in Emanuele, V. e Paparo, A. (a cura di), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE(11), Roma, LUISS University Press e Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 133-137.
D’Alimonte R., Regionali Emilia-Romagna: Bonaccini è avanti, ma più voti al centrodestra in 17 novembre 2019, in https://cise.luiss.it/cise/2019/11/17/regionali-emilia-romagna-bonaccini-e-avanti-ma-piu-voti-al-centrodestra/
Emanuele V., Maggini N., Il Partito della Nazione? Esiste, e si chiama Movimento 5 Stelle, 7 dicembre 2015, in https://cise.luiss.it/cise/2015/12/07/il-partito-della-nazione-esiste-e-si-chiama-movimento-5-stelle/