Politiche

Politiche

Politiche

Ecco la simulazione del Senato sulla base del 20% di sezioni scrutinate. C’è da tener conto che il numero di sezioni scrutinate non è omogeneo fra le varie regioni; in particolare le sezioni pervenute da Lazio (2%) e Lombardia (7%) sono molto inferiori alla media.

Uno degli aspetti più discussi in questi giorni sul voto di domenica 25 settembre riguarda il consenso dei partiti italiani sul territorio. La meridionalizzazione del Movimento Cinque Stelle (M5S), l’arretramento verso Nord della Lega dopo l’espansione di questi anni a Sud del Po e perfino del Tevere e la debolezza del Partito Democratico (PD) al di fuori delle ZTL sono solo alcuni degli argomenti al centro del dibattito post-voto. Argomenti su cui vale la pena di fare chiarezza guardando empiricamente al rapporto fra voto e territorio sotto diversi aspetti: la nazionalizzazione della competizione, la dimensione demografica dei comuni e le zone geopolitiche. Fortissima territorializzazione...

Nel corso degli anni, le regioni del Nord Italia si sono sempre distinte per una ben precisa identità politico-culturale che, già a partire dalle elezioni del 1948, ha premiato i partiti moderati. Questo trend, nella Seconda Repubblica, non è cambiato, anche a fronte dell’emersione di nuove forze politiche (Forza Italia e Lega Nord) che hanno modificato l’offerta elettorale. Nel 2013, per esempio, pur scontando una grande emorragia di voti, la coalizione di centrodestra formata da PdL, Lega Nord, Fratelli d’Italia e partner minori riuscì a mantenere la leadership in quest’area del paese: un fatto di fondamentale importanza se pensiamo...

Ecco la simulazione del Senato sulla base del 66% di sezioni scrutinate.  Le regioni certe al centrosinistra Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Basilicata, Liguria e Sardegna e Lazio. Quelle certe al centrodestra sono Lombardia, Campania, Puglia, Veneto e Sicilia. Le regioni in bilico sono Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo e Calabria: in tutte queste regioni il margine fra le due coalizioni non supera il punto percentuale. Se anche il Friuli fosse vinto da Berlusconi il centrodestra raggiungerebbe i 130 seggi, se invece Piemonte, Abruzzo e Calabria passassero a Bersani, il centrosinistra salirebbe a 127 seggi.

Ecco la simulazione del Senato sulla base del 25% di sezioni scrutinate. C’è da tener conto che il numero di sezioni scrutinate non è omogeneo fra le varie regioni; in particolare le sezioni pervenute da Lazio (4%) e Lombardia (13%) sono molto inferiori alla media. In tutte le altre regioni sono almeno il 20%.