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Siamo lieti di annunciare la pubblicazione del dataset sulla volatilità elettorale nelle elezioni del Parlamento Europeo dal 1979. Contiene dati sulla volatilità elettorale e le sue componenti interne nelle elezioni per il Parlamento Europeo (PE) in tutti i paesi dell'Unione Europea (UE) a partire dal 1979. Fornisce anche dati sulla volatilità del blocco sia per il blocco di classe che per il blocco demarcazionista (metodologia e criteri per la classificazione nel codebook). Questo dataset verrà aggiornato subito dopo il 26 maggio, in modo da includere anche le elezioni per il Parlamento Europeo del 2019. Questo dataset è curato da Vincenzo Emanuele, Davide...

Despite primary elections in Italy continue to be asymmetric – i.e. carried out only by the center-left coalition – their ability to involve the electorate and their growing media impact make it a powerful democratic tool. In this article we study the 2012 Italian primary elections, held by the center-left coalition in order to select the prime ministerial candidate for the 2013 general elections. In particular, we will shed light on three dimensions: turnout, electoral results and competitiveness. We will also take into account the role played by the new candidate selection rule – the two-round system – which will allow us to collect a lot of information about the voting behavior of the selectorate. What has been the turnout level in the 2012 Italian primary elections? Which similarities and differences can be found in the patterns of participation between the first and the second round? Which factors may explain the territorial differences in turnout levels? What have been the territorial patterns of voting behavior for the main candidates? The 2012 primary elections have been more or less competitive with respect to the previous Italian national primaries? We will try to address these questions through the use of a mainly quantitative methodology with aggregate data.

CHIARAMONTE, A., & D’ALIMONTE, R. D. R. (2004). Dieci anni di (quasi) maggioritario. Una riforma (quasi) riuscita. In S. Ceccanti & S. Vassallo (Eds.), Come chiudere la transizione. Cambiamento, apprendimento e adattamento nel sistema politic...

Chiaramonte A., Tarli Barbieri G. (a cura di), Riforme istituzionali e rappresentanza politica nelle Regioni italiane, Bologna, Il Mulino, 2007. ISBN 978-88-15-11533-1 Da alcuni anni l'assetto politico-istituzionale delle regioni italiane vive una fase di costante trasformazione, in particolare dopo l'approvazione della legge costituzionale 1/1999, che ha conferito alle regioni un'autonoma potestà statutaria e di intervento in materia elettorale. L'ultima legislatura regionale, conclusasi con le elezioni del 2005, è stata dunque "costituente" per quelle regioni che hanno introdotto un nuovo statuto e/o una nuova legge elettorale. Al di là degli esiti le regioni sono adesso più autonome di quanto non fossero nel definire le...

Nel capoluogo siciliano si sono svolte, a circa due mesi di distanza l’una dall’altra, due competizioni elettorali che hanno prodotto in entrambi i casi un esito inaspettato alla luce dei rapporti di forza preesistenti: le primarie del centrosinistra hanno visto a sorpresa la vittoria di un outsider, Fabrizio Ferrandelli, che ha sconfitto Rita Borsellino, sostenuta da tutti i partiti della coalizione; le successive elezioni comunali hanno ancora una volta ribaltato le previsioni della vigilia con il candidato del centrodestra, Massimo Costa che non è nemmeno riuscito a raggiungere il ballottaggio. Così nella città che è stata per lungo tempo una roccaforte di Forza Italia prima e del Pdl poi, accedono al secondo turno due candidati progressisti: il vincitore delle primarie Ferrandelli e l’ex sindaco Leoluca Orlando che, con l’appoggio di Idv e sinistra radicale, ha addirittura sfiorato la vittoria al primo turno. La letteratura sul comportamento di voto delle città del Sud ha recentemente sottolineato la tendenza dell’elettorato meridionale a mostrare un’alta volatilità nelle proprie scelte di voto (Raniolo 2010), tale da rendere il Mezzogiorno un’area tanto imprevedibile quanto decisiva per la conquista del governo (D’Alimonte e Vassallo 2007). Le due recenti competizioni nella città di Palermo si inseriscono dunque all’interno di un trend già osservato in precedenza, ma mostrano anche alcuni elementi di novità. In particolare, sembra emergere la crescente incapacità dei partiti di mobilitare i propri elettori al voto e ciò fa sì che altri fattori, primo fra tutti la personalità dei candidati, diventino determinanti per la vittoria elettorale. Questo lavoro ha l’obiettivo di analizzare le elezioni primarie e le successive comunali spiegandone l’esito attraverso un approccio di geografia elettorale e l’utilizzo di una metodologia quantitativa con dati ecologici (Dogan e Rokkan 1969; Johnston et al. 1990). L’analisi della partecipazione e del voto sarà dunque condotta disaggregando i risultati a livello sub-comunale (le primarie nei 31 gazebo, le comunali nelle 55 Unità di Primo Livello, corrispondenti a quartieri e rioni storici della città), e comparandoli con quelli delle politiche 2006 e 2008, così da “mappare” le diverse zone della città dal punto di vista politico e sociale (grazie al confronto con alcuni utili indicatori socio-economici) e interpretare le due competizioni più recenti ( servendoci anche della stima dei flussi elettorali effettuata tramite il modello di Goodman). L’ipotesi da verificare è che i risultati del tutto inattesi delle due elezioni esaminate siano spiegabili alla luce di un fattore esplicativo principale: la frattura centro-periferia, che contrappone i quartieri centrali della città, contraddistinti da un voto tendenzialmente di centro-sinistra e stabile nel corso del tempo, a quelli socialmente marginali ed economicamente dipendenti delle zone periferiche, tendenti verso il centro-destra ma altamente volatili e maggiormente inclini a valutare le caratteristiche “personali” dei candidati piuttosto che il loro colore politico.