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Segnalazione bibliografica. Autori: David N. Hopmann, Christian Elmelund-Præstekær, Erik Albæk, Rens Vliegenthart, Claes H. de Vreese Party Politics March 2012 vol. 18 no. 2 173-191 Abstract Political parties have substantial influence on which issues the news media cover during election campaigns, while the media have limited influence on party agendas. However, we know little about why some parties are more successful than others in passing the media’s gates and being covered on sponsored issues. On the basis of content analyses of election news coverage (812 news stories) and press releases published by political parties (N = 334) during the 2007 national election campaign in...

Although many studies of clientelism focus exclusively on vote buying, political machines often employ diverse portfolios of strategies. We provide a theoretical framework and formal model to explain how and why machines mix four clientelist strategies during elections: vote buying, turnout buying, abstention buying, and double persuasion. Machines tailor their portfolios to the political preferences and voting costs of the electorate. They also adapt their mix to at least five contextual factors: compulsory voting, ballot secrecy, political salience, machine support, and political polarization. Our analysis yields numerous insights, such as why the introduction of compulsory voting may increase vote buying, and why enhanced ballot secrecy may increase turnout buying and abstention buying. Evidence from various countries is consistent with our predictions and suggests the need for empirical studies to pay closer attention to the ways in which machines combine clientelist strategies.

L’elemento di maggiore e più sorprendente discontinuità che, rispetto al passato, caratterizza le elezioni politiche del 2013 è rappresentato senza dubbio dall’affermazione elettorale del Movimento 5 stelle (M5s). Un successo straordinario, dalle forti ripercussioni sistemiche, tale da poter essere considerato una sorta di spartiacque fra la Seconda Repubblica e ciò che la seguirà. Un successo per certi versi atteso, almeno da qualche tempo, ma assolutamente non nella misura in cui è avvenuto. Vari altri capitoli di questo volume si occupano di alcuni singoli aspetti del successo del M5s, ad esempio analizzando il suo impatto sul risultato elettorale, nonché il suo effetto sul cambiamento di alcune delle caratteristiche della classe politica. In questo capitolo tuttavia ci dedicheremo a un approfondimento esclusivo delle caratteristiche di questa nuova formazione. Così, approfondiremo anzitutto la storia politico-elettorale del M5s, dedicandoci poi a un’analisi più dettagliata del suo successo nel 2013 e della sua trasversalità sia geografica che politica. Prenderemo poi in esame il profilo socio-demografico e politico degli elettori del M5s, esaminando anche le dinamiche dell’opinione pubblica che ne hanno segnato l’evoluzione. Infine presenteremo alcune considerazioni conclusive, tese a inquadrare la duplice sfida del M5s: da un lato quella prettamente politica, lanciata al sistema partitico italiano, e dall’altro quella teorica e organizzativa, ancora più difficile e densa di significato storico e di valore culturale, lanciata al concetto di democrazia rappresentativa. Due sfide molto difficili da vincere, per un partito-movimento con caratteristiche che restano, per certi versi, ancora molto contraddittorie.

Fra poco meno di due mesi gli italiani saranno chiamati alle urne per una fondamentale consultazione che coinvolgerà tutti gli elettori per le elezioni europee e oltre la metà degli 8.000 comuni italiani, fra cui Bari e Firenze, per le amministrative. Sarà un test molto importante per il neonato governo Renzi, oltre che per verificare il grado di gradimento verso le istituzioni dell’Unione. Non si tratta però delle prime elezioni a svolgersi dopo le politiche dello scorso febbraio. Già nel maggio del 2013, infatti, hanno votato per rinnovare sindaci e consigli comunali quasi 10 milioni di italiani, fra cui i cittadini romani. Tale tornata ha rappresentato un’interessante opportunità per continuare il nostro attento monitoraggio dell’opinione pubblica nel corso degli ultimi anni, al centro di quella che possiamo ormai definire una vera e propria transizione. In questo quinto Dossier CISE raccogliamo i contributi su tali elezioni pubblicati sul sito web CISE, documentandone il risultato e cercando di analizzarne i nodi cruciali. Quali, ad esempio, le diverse offerte politiche in campo a livello locale; i risultati dei partiti e delle coalizioni; l’evoluzione della partecipazione elettorale nei diversi contesti; i risultati delle sempre numerose sfide al secondo turno; il quadro finale delle amministrazioni conquistate dai vari schieramenti. In particolare abbiamo cercato di delineare, anche attraverso le analisi dei flussi elettorali in diverse città, come si sono venuti determinando i due grandi fenomeni emersi in queste elezioni. In primo luogo la ritrovata capacità delle due coalizioni principali, quella di centrodestra e quella di centrosinistra, di rivestire il ruolo di cardini del nostro sistema politico. Ciò è avvenuto a danno del terzo polo di centro e del Movimento 5 stelle, che hanno fatto registrare una brusca battuta d’arresto. Per quest’ultimo in particolare, si è trattato di un risultato alquanto inatteso e che ha interrotto la continua crescita elettorale fatta registrare dalle sue prime apparizioni fino alle politiche 2013. Il secondo chiaro esito di questa consultazione è stato il netto successo della coalizione di centrosinistra. Gli elettori di tale area politica si sono dimostrati ancora una volta più fedeli nelle consultazioni minori, nonostante il magro risultato delle politiche avrebbe potuto scoraggiarli.

Segnalazione bibliografica West European Politics, Volume 34, Number 3, May 2011 , pp. 607-625(19) Autore: Csaba Nikolenyi Abstract This article examines the failure of three attempts to replace proportional representation with a majoritarian alternative in post-communist Eastern Europe: Slovenia in 1996; the Czech Republic in 2000; and Romania in 2008. The central argument of the article is that majoritarian electoral reform is both incompatible with and prevented by the institutions of consensus democracy. The constitutional design of consensus democracy creates multiple veto points and veto players that limit major policy and legislative change, such as electoral reform. As such, they also provide for self-enforcing...