Le elezioni europee 2019 sono state seguite con grande interesse nel mondo politico italiano, in quanto hanno rappresentato il primo “test” elettorale dei due partiti di governo, e difatti hanno messo in evidenza un aspetto cruciale e oramai chiaro ai più: il consenso del Movimento 5 Stelle sta scemando a favore del partner di governo ma concorrente elettorale, la Lega (D’Alimonte 2019).
Infatti, dopo la débâcle elettorale del M5S, nonostante gli iscritti alla piattaforma Rousseau abbiano votato per rinnovare la fiducia a Di Maio, è chiaro sia che il referente politico del Movimento non è in grado di contrastare la popolarità del suo rivale, sia che è arrivato il momento per il partito di fare una scelta di campo con cognizione di causa, soppesando le possibili implicazioni sui rapporti di forze inerenti la coalizione di governo e sulla credibilità del partito agli occhi degli elettori.
Per quanto riguarda la Lega, invece, sebbene si presenti come la vincitrice indiscussa di queste elezioni, la distribuzione del suo elettorato si configura in maniera piuttosto eterogenea (De Sio 2019), facendo letteralmente incetta di voti nelle circoscrizioni Nord-Ovest (40,6%) e Nord-Est (40,9%), per poi andare proporzionalmente calando man mano che si discende lungo la penisola (33,4% nella circoscrizione Centro, 23,5% in quella Meridionale e 22,4% nelle Isole).
Gli ormai ex principali partiti della scena politica italiana, il Partito Democratico e Forza Italia, hanno dato prova di performance elettorali opposte: mentre sembra che il PD a guida Zingaretti stia recuperando terreno dopo il drammatico epilogo elettorale alle politiche 2018, continua invece la fuga degli elettori di Forza Italia verso gli altri partiti della coalizione (Lega e Fratelli d’Italia).
Nella Circoscrizione Centro tali fenomeni assumono una valenza significativa: anche se già a partire dalle elezioni politiche 2018 si è iniziato a parlare di “ex Zona Rossa” (Emanuele e Paparo 2018), i risultati delle europee 2019 hanno evidenziato un accentuarsi di questo trend.
Infatti, la Zona Rossa è sempre stata caratterizzata da un elettorato piuttosto fedele all’area di centrosinistra, al punto che, alle elezioni europee 2014, quando il PD di Renzi ottenne la sua miglior performance (40,8% a livello nazionale), nella Circoscrizione Centro superò ampiamente questo dato (46,6%). Alle elezioni politiche 2018, al contrario, la Zona Rossa ha dimostrato di essere permeabile sia al M5S, sia alla coalizione di centrodestra.
Prendendo in esame il caso specifico del comune di Prato (Tab. 1), il PD alle europee 2014, su una base di 94.483 votanti, ottenne il 56,9% dei voti, distanziando nettamente il M5S (14,9%) e Forza Italia (13%), con una Lega allora quasi inesistente (2,9%).
Alle elezioni politiche 2018, invece, il PD si è aggiudicato una “vittoria amara” , in quanto, pur posizionandosi come primo partito, ha ottenuto il 30,5% dei voti, perdendo circa 23.000 voti. L’amarezza della vittoria è accentuata dal fatto che, trattandosi di elezioni politiche, la partecipazione elettorale è aumentata di 7,5 punti percentuali. (Diazepam online) Il partito che ha maggiormente beneficiato di questa disaffezione è stato senza dubbio il M5S (24,1% di voti a fronte di un totale di 102.198 votanti), e solo in misura quasi impercettibile anche Potere al Popolo e LeU (Paparo e Cataldi 2018).
Un altro elemento che ha caratterizzato le elezioni politiche a Prato è stato il mutamento delle preferenze dei pratesi all’interno dell’area di centrodestra: da una parte c’è stato un leggero calo di FI e un leggero incremento di FDI, dall’altra un cospicuo aumento della Lega, che ha sestuplicato i suoi voti passando al 17,4%, dimostrando di essere diventata un partito veramente competitivo a livello nazionale, capace di penetrare in profondità perfino nella Zona Rossa.
Pur tenendo in considerazione il fatto che un’elezione di primo ordine e una di secondo sono soggette a tassi di partecipazione differenti (Reif e Schmitt 1980), possiamo affermare che il cambiamento iniziato nel 2018 sembra aver trovato, a poco più di un anno di distanza, una sostanziale conferma in queste ultime elezioni europee, andando così a delineare un nuovo equilibrio nei rapporti di forza tra i partiti italiani.
L’eclatante successo della Lega a livello nazionale ha infatti trovato un riscontro positivo anche nelle ex roccaforti rosse, inclusa Prato, dove per la prima volta la Lega ha ottenuto il 34% dei voti, superando, seppur di poco, anche la media della Circoscrizione Centro e allineandosi perfettamente alla media nazionale (34,3%).
Il PD perde dunque il suo primato e, seppur migliorando leggermente rispetto alle precedenti elezioni politiche, arriva secondo con il 32,6%. Gli elettori pratesi puniscono però ben più pesantemente il M5S, che arriva terzo con appena l’11,5% dei voti. A seguire, FI (6,2%), FDI (5,5%), +Europa (3,4%), Europa Verde (2,1%) e Sinistra Italiana (1,6%).
Tab. 1 – Risultati elettorali delle recenti elezioni nel comune di PratoA fronte di una diminuzione di circa il 10% del numero dei votanti e a un calo di 7 punti percentuali dell’affluenza, l’analisi del rendimento elettorale fra 2019 e 2018 della Lega mostra un aumento dell’85% nel numero di voti e del 96% circa nella percentuale di voti ottenuti. Il M5S, al contrario ha perso più della metà dei suoi elettori pratesi: -55% circa in termini di voti assoluti e -52% circa in termini di risultati percentuali. Il PD, invece, aumenta in maniera quasi impercettibile il numero di voti in termini assoluti (101%) e di conseguenza quasi del 7% la percentuale di voti conquistati. Tuttavia, come rivela l’analisi dei flussi elettorali, a fronte di una drastica fuoriuscita di voti del M5S, non è stato in grado di attrarre a sé nessuno di questi elettori, che sono quasi completamente confluiti nella Lega.
Per avere il quadro degli elettori in movimento a Prato tra le elezioni politiche 2018 e quelle europee 2019 possiamo osservare la Tabella 2, che mostra le destinazioni, ovvero come si sono distribuiti fra le diverse scelte di voto alle europee i diversi bacini elettorali delle politiche. La Lega non solo riesce a mantenere quasi tutti i suoi elettori rispetto all’anno prima, ma amplia il suo bacino elettorale attingendo un po’ da tutti gli altri partiti: poco meno di un decimo di chi ha votato la coalizione a guida PD nel 2018 si è riversato sulla Lega nel 2019 e lo stesso vale quasi per un elettore su quattro di quelli che avevano votato M5S; ma soprattutto, sbaraglia i suoi stessi partner di coalizione, dato che il 40% degli elettori che avevano votato FI e il 41% di quelli che avevano votato FDI sono confluiti nella Lega.
Il PD ha una buona tenuta del proprio bacino elettorale pratese, ma una capacità attrattiva limitata all’area di centrosinistra che non gli permette di adescare l’elettorato del M5S, seppur molto volatile. Quest’ultimo è sicuramente quello che ottiene la peggior performance: mantiene appena il 37% dei suoi elettori 2018, non attrae nuovi elettori dagli altri schieramenti e non è neppure più in grado di fare presa e mobilitare l’area del non voto.
Premesso che normalmente il tasso di fedeltà di un partito che vince le elezioni si aggira intorno al 75% mentre quello di un partito che perde difficilmente supera il 60%, e che in un’elezione secondaria, diminuendo l’affluenza, il tasso di fedeltà è fisiologicamente più basso, possiamo comunque affermare che i tassi di fedeltà rimangono un indice utile ed efficiente.
In questo senso, se non stupisce che a Prato la Lega – in quanto vincitrice delle elezioni – abbia un tasso di fedeltà dell’85%, sorprende invece sicuramente di più l’82% del PD. Al contrario, il M5S dimostra di essere caratterizzato da un elettorato estremamente volatile, dato che quasi due elettori su tre non hanno confermato il loro voto tra politiche ed europee.
Tab. 2 – Flussi elettorali a Prato fra politiche 2018 ed europee 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)
Come visibile nella Tabella 3, l’analisi dei flussi elettorali tra le politiche 2018 e le europee 2019 ci permette di comprendere come siano composti oggi gli elettorati dei vari partiti a Prato.
Mentre la base del PD e del M5S è composta sostanzialmente da elettori che avevano già votato rispettivamente per l’uno e per l’altro nel 2018, l’elettorato della Lega è sicuramente quello maggiormente cambiato, anche perché è nettamente cresciuto: solo la metà dei suoi attuali elettori ha votato Lega anche nel 2018, mentre l’altra metà proviene in buona parte dal M5S (un elettore su sei fra chi nel 2019 ha votato Lega ha votato M5S nel 2018), ma anche da FI (14%), dal PD (8%), da FDI (6%) e dall’area del non voto (5%).
Tab. 3 – Flussi elettorali a Prato fra politiche 2018 ed europee 2019, provenienze (clicca per ingrandire)
Il diagramma di Sankey riportato di seguito (Fig. 1) mostra in forma grafica le nostre stime dei flussi elettorali a Prato. A sinistra sono riportati i bacini elettorali del 2018, a destra quelli del 2019. Le diverse bande, colorate in base al bacino 2018 di provenienza, mostrano le transizioni dai bacini delle politiche a quelli delle europee. L’altezza di ciascuna banda, così come quella dei rettangoli dei diversi bacini elettorali all’estrema sinistra e destra, è proporzionale al relativo peso sul totale degli elettori.
La Figura 1 consente di constatare che a Prato, così come a livello nazionale, la Lega fa da catalizzatrice per i voti del centrodestra, avendo ormai definitivamente soppiantato FI come partito guida della coalizione.
Il diagramma mostra anche chiaramente come, al contrario, il M5S abbia fatto una pessima performance elettorale, avendo perso porzioni rilevanti del suo elettorato verso il non voto e proprio in favore del suo partner di governo, rimanendo invece impermeabile nei confronti del PD.
Fig. 1 – Flussi elettorali a Prato fra politiche 2018 (sinistra) ed europee 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)
Riferimenti bibliografici
D’Alimonte, R. (2019), ‘Lega-M5S: Sud chiave del ribaltone’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/29/lega-m5s-sud-chiave-del-ribaltone/
De Sio, L. (2019), ‘La nazionalizzazione della Lega di Salvini’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/27/la-nazionalizzazione-della-lega-di-salvini/
Emanuele, V. e Paparo, A. (a cura di) (2018), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE (11), Roma, LUISS University Press.
Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual’, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.
Paparo, A. e Cataldi, M. (2018), ‘A Prato i voti di Monti non premiano Renzi, e il centrosinistra cede al centrodestra’, in Emanuele, V. e Paparo, A. (a cura di), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE (11), Roma, LUISS University Press, pp. 249-254.
Reif, K. e Schmitt, H. (1980), ‘Nine Second-Order National Elections – A Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results’, European Journal of Political Research, 8 (1), pp. 3-44.
Schadee, H.M.A., e Corbetta, P.G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.
NOTA METODOLOGICA
I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 179 sezioni elettorali del comune di Prato. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR è pari a 12,0.