Regionali 2015: sorpresa Toti, la Liguria torna a destra dopo 10 anni

I risultati delle elezioni regionali in Liguria sono stati tra quelli più sorprendenti di questa tornata elettorale. Inoltre, nonostante il PD abbia vinto in quasi tutte le regioni coinvolte, la perdita della Liguria, passata dal centrosinistra al centrodestra, ha attirato l’attenzione di molti commentatori.

La nostra analisi pre-elettorale[1] dedicata alla Liguria aveva messo in guardia coloro i quali prevedevano una facile vittoria del centrosinistra. Le divisioni all’interno del PD e il fatto che il Movimento Cinque Stelle avesse proprio in questa regione uno dei suoi capisaldi erano elementi da non sottovalutare. La vittoria di Giovanni Toti, dunque, appare leggermente meno imprevista, anche se la portata del risultato ottenuto dall’eurodeputato di Forza Italia risulta in ogni caso sorprendente. Una prima analisi può essere fatta a partire dalla Tabella 1, che presenta i risultati complessivi dei candidati presidente e delle liste a loro sostegno e anche il numero di seggi assegnati in consiglio regionale.

Tab. 1 – Risultati delle elezioni regionali 2015 in Liguria. Valori assoluti, percentuali e seggi

Il primo dato che colpisce è il distacco tra Giovanni Toti e Raffaella Paita: quasi sette punti percentuali (e circa quarantamila voti) separano i due contendenti. Il candidato del centrodestra ha ottenuto il 34,4% dei consensi, contro il 27,4% della rivale. Terza classificata la candidata del Movimento Cinque Stelle, Alice Salvatore, con un ragguardevole 24,8%. A parte i risultati dei candidati e delle liste minori, è utile soffermarsi sul risultato di Luca Pastorino, parlamentare fuoriuscito dal PD e sostenuto dall’ex candidato alla segreteria nazionale Pippo Civati. La sua candidatura ha infatti ottenuto il 9,4% dei voti, un risultato che, ovviamente, potrebbe aver influito sull’esito delle elezioni. Già da più parti all’interno del PD si è detto che la divisione a sinistra tra Paita e Pastorino ha ottenuto come unico effetto quello di far vincere il centrodestra perché – questa è la conclusione implicita – se il centrosinistra si fosse presentato unito, avrebbe sicuramente vinto. Infatti, come sottolineato da vari autori, se gli elettori avessero voluto votare in maniera strategica, una elezione maggioritaria (ed oltretutto “a sistema presidenziale”) avrebbe favorito tale scelta (Cox 1997). I sostenitori di Pastorino, tuttavia, potrebbero facilmente replicare che questa è solo una delle possibili ipotesi alternative nel caso in cui il centrosinistra avesse presentato una candidatura e liste unitarie. Magari il centrosinistra avrebbe perso di poco, invece di vincere. Tuttavia, queste sono solo ipotesi. Meglio, quindi, concentrarsi sui dati reali.

Un ulteriore dato presentato nella Tabella 1 sul quale è utile riflettere è certamente quello dell’affluenza: mentre alle regionali del 2010 i votanti erano pari al 61% circa degli aventi diritto, il 31 Maggio si è recato alle urne poco più del 50% degli elettori. Un calo significativo, che potrebbe aver influito sugli esiti della competizione.

Per quanto riguarda la futura composizione del consiglio regionale, la coalizione di centrodestra potrà contare su 16 seggi su 31 (6 del “listino” di Giovanni Toti, 5 assegnati alla Lega, 3 a Forza Italia e uno a Fratelli d’Italia più il seggio atribuito al Presidente), mentre il centrosinistra disporrà di 8 seggi (7 assegnati al PD e uno a Raffaella Paita). 6 seggi toccheranno al Movimento Cinque Stelle e 1 al partito Rete a Sinistra, che ha sostenuto Luca Pastorino. Appare quindi chiaro come Giovanni Toti, disporrà della maggioranza assoluta dei seggi all’interno del consiglio regionale: una maggioranza assai risicata (51.6%), ma tale da permettergli di governare da solo.

Per quanto riguarda i partiti, il PD ottiene il 25,6% dei suffragi, seguito dal Movimento Cinque Stelle (22,3%), Lega Nord (20,2%) e Forza Italia (12,7%). Il partito di Salvini ha raccolto quasi 110.000 voti in regione, raddoppiando, in termini percentuali, i propri consensi rispetto alle regionali del 2010. Si tratta del miglior risultato della Lega alle regionali in Liguria. Infine, notiamo come sia Toti che la Paita abbiano raccolto, in percentuale, meno consensi della somma delle liste che li sostenevano. Al contrario, Alice Salvatore ha ottenuto più consensi del Movimento Cinque Stelle.

Se i risultati presentati fino ad ora riguardano l’aggregato a livello regionale, la Tabella 2 ci aiuta a comprendere le dinamiche sub-regionali disaggregando i risultati dei candidati presidente e delle liste a livello provinciale.

Tab. 2 – Risultati delle elezioni regionali 2015 nelle quattro province delle Liguria. Valori assoluti e percentuali

Come prevedibile, il centrodestra ottiene i risultati peggiori nelle due province storicamente più di sinistra, La Spezia e Genova. Tuttavia, la coalizione di Raffaella Paita ottiene i risultati migliori a La Spezia e a Savona, registrando invece nella provincia di Genova il peggior risultato di tutte e quattro le province. Si noti, inoltre, a La Spezia, città d’origine dell’ex assessore Paita, la prima coalizione risulti essere quella di centrodestra, non quella di centrosinistra. Ad Imperia e nella stessa Savona il centrodestra stacca il centrosinistra, rispettivamente, di 16 e di 11 punti percentuali circa. A Genova, invece, il distacco tra le due coalizioni principali si riduce a circa 5 punti percentuali, ma qui il centrosinistra è terzo, scavalcato dal Movimento Cinque Stelle.

Nella provincia di Genova il Movimento Cinque Stelle è il primo partito (25,4% dei consensi), seguito a poca distanza dal PD (24,2%), Lega Nord (18,7%) e Forza Italia (10%). A Savona e La Spezia, invece, la situazione è diversa: in entrambe le province il PD è il primo partito, seguito a La Spezia dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega Nord, mentre a Savona dietro ai democratici si piazzano la Lega Nord e il Movimento Cinque Stelle. Infine, ad Imperia, una delle province tradizionalmente più a destra, il primo partito risulta essere, per pochissimi decimali, la Lega Nord, seguito dal PD e da Forza Italia. Quarta posizione per il Movimento Cinque Stelle.

La situazione dei candidati presidente è parzialmente diversa. Mentre Giovanni Toti risulta il più votato a Savona, Imperia e anche a Genova, nella natia La Spezia la candidata di centrosinistra ottiene, seppur per poche centinaia di voti, la maggioranza relativa dei consensi. Al contrario, a Genova Raffaella Paita ottiene, in termini percentuali, il risultato peggiore tra le quattro province, proprio come la sua coalizione. Invece, Alice Salvatore e Luca Pastorino proprio nella provincia di Genova ottengono il risultato migliore – rispettivamente: il 27,6% e l’11,8%.

L’analisi dei risultati dei candidati presidente e dei partiti nelle singole province ci restituisce l’immagine di una Liguria non più semplicemente divisa tra province orientali ed occidentali. Il centrodestra ha vinto quasi ovunque. Il crollo del centrosinistra a Genova può aver pesato sui risultati complessivi, così come lo strettissimo margine di vittoria di Raffaella Paita a La Spezia o anche il risultato di Alice Salvatore e di Luca Pastorino. Parlare della Liguria come dell’“Ohio italiano” è sicuramente esagerato, visto che parliamo di competizioni regionali e non nazionali. Più realisticamente, mentre il centrodestra può festeggiare una vittoria inattesa, perlomeno nelle percentuali, e il Movimento Cinque Stelle può ritenersi soddisfatto della prestazione della propria candidata, Renzi e il PD hanno davanti una sfida complicata: ricompattare il centrosinistra in regione e tornare ad essere competitivi in zone un tempo ritenute “sicure”. Un compito non da poco.