I flussi al Nord Est: elettori a 5 stelle fra astensione e leghismo di ritorno

Matteo Cataldi

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di Matteo Cataldi e Federico De Lucia In questa tornata elettorale amministrativa si è votato in tre comuni capoluogo della cosiddetta “ex zona bianca”: si tratta di Brescia, Vicenza e Treviso. In due di queste città, il sindaco uscente era di centrodestra: a Brescia il pdiellino Paroli, a Treviso il leghista Gobbo (in realtà “facente le veci” istituzionali del vicesindaco, lo storico “sceriffo” Gentilini). A Vicenza invece, il sindaco uscente era l’esponente democratico Variati. Sia Variati che Paroli hanno scelto di ricandidarsi: a Treviso invece è Gentilini ad aver scelto di tornare in campo in prima persona. I risultati sono stati...

di Matteo Cataldi Quello della prossima domenica, se si escludono le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia, rappresenta il primo vero test elettorale dopo il voto di febbraio e dall’inizio dell’esperienza del governo Letta. I comuni che dovranno rinnovare i propri organi sono complessivamente 592. Quelli superiori a 15.000 abitanti, per i quali la legge prevede un eventuale turno di ballottaggio tra i primi due candidati nel caso nessuno di essi abbia ottenuto il 50% dei consensi al primo turno, sono invece 92. Di questi, 16 sono capoluoghi di provincia: 6 del nord (esclusa l’Emilia Romagna), 4 della “zona rossa”...

di Aldo Paparo e Matteo Cataldi Il M5s ha conseguito nelle recenti elezioni politiche un risultato storico. Abbiamo già avuto modo di evidenziare come la sua percentuale sia la più alta raggiunta da un partito nella storia delle democrazie occidentali nella prima elezione nazionale. Ma il M5s non si è presentato per la prima volta nel 2013. Certo, nel 2008 era assente dalla competizione elettorale, ma nel corso della XVI legislatura ha partecipato a numerose prove elettorali a livello di comuni e regioni. Già nel 2008, dopo aver deciso di non presentarsi alle politiche, Grillo aveva corso con propri candidati in...

di Aldo Paparo e Matteo Cataldi Abbiamo già osservato come i risultati elettorali fra Camera e Senato presentino alcune rilevanti differenze. In particolare ricordiamo che le coalizioni guidate da Berlusconi e Bersani sono andate meglio nella corsa per Palazzo Madama: circa un punto e mezzo meglio la prima, oltre due la seconda. A farne le spese i due nuovi poli: il M5s ha preso il 25,6% alla Camera e il 23,8 al Senato; anche Monti scende dal 10,6 al 9,2%. Naturalmente sappiamo che la diversità dei sistemi elettorali per le due assemblee può avere determinato effetti opposti. Al Senato, specie nelle regioni decisive...

di Vincenzo Emanuele e Matteo Cataldi Le elezioni del 24 e 25 febbraio hanno prodotto un vero e proprio terremoto del sistema partitico italiano stravolgendo completamente i fragili equilibri emersi nel 2008. Il sistema quasi bipartitico di 5 anni fa è stato spazzato via dal boom del Movimento 5 Stelle e dalla nascita di altre forze politiche che hanno accresciuto il livello di frammentazione; il sistema bipolare che aveva caratterizzato la storia della Seconda Repubblica, è stato rimpiazzato da un sistema a tre poli competitivi e mezzo (dove il mezzo è il centro di Monti); la mobilità elettorale ha raggiunto...