Al Sud le elezioni amministrative coinvolgono 80 comuni superiori, di cui 9 capoluoghi di provincia (Catanzaro, Frosinone, L’Aquila, Lecce, Oristano, Palermo, Rieti, Taranto e Trapani). I candidati totali sono 428, in media 5,4 per comune; media che si alza a 6,1 nei capoluoghi, dove i candidati totali sono 55. Le formazioni politiche maggiormente presenti sono Pd e M5s, entrambi competitivi in 9 capoluoghi su 9 e praticamente appaiati nella totalità dei comuni superiori (rispettivamente 65 e 64). Subito dietro Forza Italia, anch’essa presente in tutti i capoluoghi, ma più ridimensionata se si considera il totale dei grandi comuni (54 su 80). Percentuali di presenza inferiori invece per sinistra (che non presenta grosse differenze tra comuni superiori e capoluoghi, con percentuali del 41% e 44%), centro (meglio nei capoluoghi, 33% contro 21%) e destra (meno bene nei capoluoghi, 11% contro 30%).
Il numero totale delle liste ammonta nei comuni superiori a 1337, con una media di 16,7 per amministrazione. Numero che aumenta nei capoluoghi, arrivando a toccare le 21,3 di media (per un totale di 192 liste). Le formazioni che ne hanno presentate di più sono quelle a sostegno del Pd nei comuni maggiori, ossia 338 (in media 5,2 a comune, contro le 277 di FI), e quelle a sostegno di Forza Italia nei capoluoghi, ossia 62 (in media 6,9 a comune, contro le 59 del Pd). Discorso analogo per le più piccole formazioni di sinistra nei comuni non capoluogo (più forti del centro con 79 liste contro 58) e di centro (Ap e Udc) nei capoluoghi (16 liste contro le appena 11 della sinistra). In fondo alla “classifica” le liste di destra (Lega e FdI), presenti una sola volta nei capoluoghi e 55 fra gli altri.
Infine, i candidati al di fuori di questi schieramenti sono 171, di cui 20 nei comuni capoluogo. Le liste a loro sostegno sono 466 (in media 7,3 a comune), di cui 34 nei comuni capoluogo (in media 3,8 a comune). Essi soltanto, insieme alla destra, fanno registrare medie più basse nei capoluoghi rispetto ai comuni superiori non capoluogo.
Tab. 1 – Riepilogo dell’offerta elettorale, candidati e liste
Per quanto riguarda le amministrazioni uscenti, esse sono in maggior parte appartenenti al Pd e in secondo luogo a Fi. Si sta parlando rispettivamente di 32 consigli uscenti contro 26 in tutti i comuni superiori, contro i quattro per ciascuno tra i capoluoghi. La sinistra finisce il mandato in 7 comuni superiori e in un solo capoluogo. Centro, Altri e Destra hanno rispettivamente 6, 5 e 2 comuni superiori uscenti e zero capoluoghi. M5s e grandi coalizioni non sono invece presenti in alcun comune.
Tab. 2 – Le amministrazioni uscenti nei comuni superiori al voto[1]
A Catanzaro nel 2012 vinse con appena il 50,62% dei voti al primo turno la coalizione di centrodestra guidata da Sergio Abramo, che a questa tornata si ripresenta per il secondo mandato. L’alleanza prevede Forza Italia, Federazione Popolare e altre quattro liste civiche. Il resto del quadro è tutto sommato di semplice lettura. Gli sfidanti infatti sono Vicenzo Ciconte per il centrosinistra (Pd, Idv, Udc, Psi, Pensionati, Socialisti e Democratici più cinque liste civiche), Bianca Granata per il Movimento 5 Stelle e Nicola Fiorita, candidato sindaco con tre liste civiche che lo sostengono.
Situazione analoga a Frosinone, dove il sindaco uscente Nicola Ottaviani, vittorioso al ballottaggio contro il centrosinistra nel 2012 con la coalizione di centrodestra (53,12%), tenta la rielezione. Lo sostiene un’ampia alleanza formata da Fi, Fdi, Ap e sei liste civiche. A contendergli la carica di primo cittadino saranno Fabrizio Cristofari per il centrosinistra (Pd, Socialisti e Riformisti più tre liste civiche), Christian Bellincampi per il Movimento 5 Stelle, Fernando Incitti di Casapound e Giuseppina Bonaviri e Stefano Pizzutelli, espressioni di liste civiche.
A L’Aquila nel 2012 vinse al ballottaggio il centrosinistra contro il centro con il 59,2% dei voti. A questa tornata i candidati sindaco sono sette. Americo Di Benedetto per il centrosinistra (Pd, Democratici Progressisti, Democratici Socialisti, Socialisti e Popolari, Abruzzo Civico e altre quattro liste civiche), Pierluigi Biondi per il centrodestra unito (Fi, Fdi, Noi con Salvini, Udc, Rivoluzione Cristiana e due liste civiche), Fabrizio Righetti del Movimento 5 Stelle, Claudia Pagliariccio di Casapound e Carla Cimoroni, Giancarlo Silveri e Nicola Trifuoggi come candidati civici.
Lecce da quando c’è l’elezione diretta del sindaco si è sempre espressa verso il centrodestra (ad eccezione della prima occasione in cui vinse il centrosinistra: dal 1995 al 1998). Nel 2012 la coalizione di Paolo Perrone vinse addirittura con il 64,3% al primo turno. Quest’anno ci proverà Mauro Giliberti a confermare il trend, con un’alleanza composta da Fi, Fdi, Noi con Salvini, Direzione Italia e quattro liste civiche. A sfidarlo c’è sia una coalizione di centrosinistra (Pd e quattro liste civiche) ed una di centro (Udc, Pensionati e cinque liste civiche). A completare il quadro il Movimento 5 Stelle, Casapound e un candidato sindaco espressione di una lista civica.
A Oristano la giunta uscente è di centrosinistra, che nel 2012 aveva battuto al ballottaggio la coalizione di centro con il 58,06% dei voti. Quest’anno il Pd è alleato con il Partito Sardo d’Azione, con l’Unione Popolare Cristiana, con il Psi e con due liste civiche. Il centro invece è formato da Udc, Partito dei Sardi e due liste civiche. Sono presenti inoltre una coalizione di centrodestra (Fi, Fdi, Fortza Paris, Riformatori Sardi-Liberaldemocratici e una lista civica), il Movimento 5 Stelle e due candidati civici.
Il caso palermitano invece è totalmente da considerare a parte. Nel 2012 vinse al ballottaggio Leoluca Orlando, sostenuto da Idv, Rifondazione e Verdi, contro Fabrizio Ferrandelli, appoggiato da Pd, Vendola e due liste civiche. Al primo turno Orando prese il 47,42% dei consensi, anche se le liste a suo sostegno si fermarono complessivamente al 14,99% dei voti. Ferrandelli invece andò al ballottaggio con appena il 17,34% dei voti, anche se le liste che lo appoggiavano complessivamente avevano ottenuto il 18,53%. Cosa ancora più insolita, però, è che si ritrovano di nuovo contro a questa tornata elettorale, ma non con gli stessi schieramenti a sostegno della propria candidatura. Orlando, infatti, si presenta con il centrosinistra (Alleanza Per Palermo, Palermo 2022, Movimento 139, Mosaico Palermo, Uniti Per Palermo, Sinistra Comune e soprattutto Democratici E Popolari, cioè il Pd unito con il centro). Ferrandelli, invece, è diventato il candidato del centrodestra (Palermo Con Fabrizio, I Coraggiosi Palermo, Palermo Prima Di Tutto, Udc, Cantiere Popolare, Forza Italia e Al Centro). Contendono la carica di primo cittadino anche Ugo Forello per il Movimento 5 Stelle, Ismaele La Vardera con una lista di destra, Nadia Spallitta con una si sinistra e Ciro Lomonte con una lista civica.
A Rieti Simone Pietrangeli, sindaco uscente di centrosinistra, che vinse nel 2012 al ballottaggio con il centrodestra con il 67,17% dei voti, si ricandida con il sostegno di Pd, Psi e quattro liste civiche. Il centrodestra mette in campo una larga coalizione che va dall’Udc, Fi, Direzione Italia, Fdi a cinque liste civiche. Vi è poi un candidato del Movimento 5 Stelle e uno di Forza Nuova. Chiude l’elenco un esponente civico.
Taranto presenta ancora una volta un’offerta elettorale decisamente frammentata. Se nel 2012 vi son stati 11 candidati sindaco e 31 liste, a questa tornata assistiamo ad una sfida tra 10 candidati e ben 36 liste. Nel 2012 alla fine si impose il centrosinistra al ballottaggio, sconfiggendo la destra con il 69,67% dei voti (si sfiorò però la vittoria al primo turno, mancata per uno 0,08%). Quest’anno il Pd ci prova con un altro esponente, in coalizione con Psi, centristi e quattro liste civiche. Il centrodestra si presenta con Fi (Forza Taranto), Direzione Italia e ben sei liste civiche. C’è poi ancora il candidato di destra che perse al ballottaggio nel 2012; una coalizione più centrista formata da Rivoluzione Cristiana, Pensionati e cinque liste civiche; due esponenti di sinistra (uno appoggiato da DeMa, Verdi e una lista civica; l’altro da tre liste civiche); il candidato del Movimento 5 Stelle e, infine, altri tre candidati civici.
A Trapani nel 2012 andò al ballottaggio il centrodestra del Pdl (secondo al primo turno con il 27,42%) ed il centro di Udc, Fli, Mpa (arrivato primo con il 37,93%). Questi ultimi, nonostante questo risultato, persero giacché Vito Damiano (Pdl) con il 53,56% ottenne la maggioranza dei voti. Quest’anno Forza Italia ci riproverà con Antonio D’Alì come candidato sindaco, in alleanza con Psi e Per La Grande Città. Girolamo Fazio, che nel 2012 appoggiò proprio il Pdl, quest’anno gareggerà contro, sostenuto da una coalizione centrista (Lista Fazio, Uniti Per Il Futuro, Progetto Per Trapani, Udc – Trapani Tua e Io Ci Sono). Gli altri competitor sono Pietro Savona per il centrosinistra (Pd, Cittadini per Trapani e Trapani Svegliati); Marcello Maltese per il Movimento 5 Stelle; Giuseppe Marascia con una lista civica.
[1] Sono inclusi solo quei comuni che superiori lo erano già in occasione delle precedenti elezioni comunali e che quindi già in tale occasione votavano con il sistema elettorale a doppio turno e liste multiple a sostegno dei candidati.