Una maggioranza alla Camera che sembra più lontana per il centrodestra, ma soprattutto un possibile effetto-collegi che potrebbe penalizzare sia il centrosinistra che il centrodestra, e quindi favorire indirettamente il Movimento 5 Stelle, che potrebbe ottenere un risultato forse superiore alle aspettative. Sono questi i principali risultati che emergono dal maxisondaggio che abbiamo condotto in collaborazione con LUISS e IlSole24Ore, e i cui principali risultati sono stati anticipati stamattina da Roberto D’Alimonte su IlSole24Ore. Si tratta di un’indagine fortemente innovativa per tre motivi:
- si basa su un numero di interviste altissimo (circa 6000) condotte tutte nell’arco di pochi giorni; il numero di intervistati così alto ha permesso di coprire tutti i collegi uninominali della Camera, ciascuno con almeno 20 intervistati;
- per maggiore accuratezza, abbiamo impiegato campioni separati per Nord, Centro e Sud;
- l’innovazione più radicale: grazie alla copertura per collegio, accanto alla tradizionale domanda sull’intenzione di voto ai partiti (quella utilizzata praticamente in tutti i sondaggi pubblicati finora), abbiamo introdotto una domanda innovativa in cui a ogni intervistato si offriva la scelta tra gli effettivi candidati di quel collegio (ciascuno, con i partiti che lo sostenevano): un modo per rilevare l’intenzione di voto in modo molto più fedele a come effettivamente il voto verrà espresso il 4 marzo.
Di conseguenza siamo stati in grado di individuare dei fenomeni che finora non erano emersi dalle altre indagini. Anzitutto, la nostra copertura per zone geografiche ha rivelato sorprese nella potenziale geografia elettorale del Paese: in particolare con un M5S molto forte al Sud. Da questi riequilibri – proiettando i risultati del sondaggio sui precedenti equilibri locali del 2013 – abbiamo determinato una stima dei risultati nei collegi uninominali, con qualche carattteristica in parte sorprendente: centrodestra dominante al Nord, ma lontano dalla maggioranza grazie al possibile successo del M5S al Sud. Questo e altro nell’analisi di Vincenzo Emanuele e Aldo Paparo che sarà pubblicata nel corso della giornata.
Ma soprattutto è emerso quello che – se confermato – è il fenomeno che potrebbe far saltare le previsioni viste finora: un possibile effetto-collegi. Abbiamo infatti notato che – nel passaggio dalla domanda sui partiti a quella sugli effettivi candidati di collegio – sono emerse molte possibili defezioni; e queste potrebbero colpire in particolare centrosinistra e centrodestra, e decisamente meno il M5S. Come evidenzia l’analisi di Nicola Maggini, se questo effetto si verificasse effettivamente nelle urne, la sera del 4 marzo potremmo trovarci di fronte a un paesaggio elettorale ben diverso dalle attese.
Ma le nostre 6000 interviste ci hanno permesso ancora altri importanti risultati. Il primo è un’analisi finalmente dettagliata (con un buon numero di casi) sui giovani. Come si comporteranno i giovani al primo voto? E la domanda diventa ancora più rilevante confrontando tra loro le varie classi di età: si scopre, nell’analisi per generazione di Nicola Maggini, che ormai in Italia stanno emergendo nettissime differenze di voto tra generazioni, con una segmentazione precisa per partito. Infine, nell’analisi di Luca Carrieri, andiamo a vedere – ancora una volta, aiutati dal numero di interviste molto alto – la domanda cruciale dei flussi elettorali rispetto al voto del 2013. Come è cambiato l’elettorato dei vari partiti? Come cambiano gli equilibri dell’opinione pubblica in vista del voto del 4 marzo? Da questa e dalle altre analisi emergono indicazioni preziose per capire le dinamiche che saranno decisive nelle elezioni ormai imminenti.
NOTA METODOLOGICA
Il sondaggio è stato condotto da Demetra nel periodo dal 5 al 14 febbraio 2018. Sono state realizzate 3.889 interviste con metodo CATI (telefonia fissa) e CAMI (telefonia mobile), e 2.107 interviste con metodo CAWI (via internet), per un totale di 6.006 interviste. Il campione, rappresentativo della popolazione elettorale in ciascuna delle tre zone geografiche, è stato stratificato per genere, età e collegio uninominale di residenza. Il margine di errore (a livello fiduciario del 95%) per un campione probabilistico di pari numerosità in riferimento alla popolazione elettorale italiana è di +/- 1,17 punti percentuali. Il campione è stato ponderato per alcune variabili socio-demografiche.