Diretta Politiche 2013

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Nell'ultimo 3,5% di sezioni (2.136) Berlusconi dovrebbe vincere su Bersani con oltre 16 punti percentuali di margine per riuscire a superarlo e ottenere quindi il premio alla Camera.

Quando sono state ormai scrutinate oltre il 95% di sezioni il vantaggio di Bersani è di 215.000 circa. Ciò significa che, se nelle rimanenti sezioni l’affluenza sarà uguale a quella di quelle già scrutinate, Berlusconi deve sopravanzare il rivale di oltre 10 punti percentuali per superarlo e conquistare i 340 seggi del premio alla Camera. (https://canablue.com/) Condividi questo:FacebookLinkedInTwitterE-mail

Ecco la simulazione del Senato sulla base del 15% di sezioni scrutinate. C'è da tener conto che il numero di sezioni scrutinate non è omogeneo fra le varie regioni; in particolare le sezioni pervenute da Lazio e Lombardia sono molto inferiori alla media.

Ecco la simulazione del Senato sulla base del 66% di sezioni scrutinate.  Le regioni certe al centrosinistra Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Basilicata, Liguria e Sardegna e Lazio. Quelle certe al centrodestra sono Lombardia, Campania, Puglia, Veneto e Sicilia. Le regioni in bilico sono Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo e Calabria: in tutte queste regioni il margine fra le due coalizioni non supera il punto percentuale. Se anche il Friuli fosse vinto da Berlusconi il centrodestra raggiungerebbe i 130 seggi, se invece Piemonte, Abruzzo e Calabria passassero a Bersani, il centrosinistra salirebbe a 127 seggi.

Le simulazioni del Senato basate sugli Instant Poll presentati in queste prime ore lasciano in realtà decisamente incerto il risultato del Senato. Ancora troppe e importanti sono le regioni in bilico e non sappiamo in quante e quali regioni Scelta Civica di Monti sarà sopra l'8%. Ad esempio, se Berlusconi dovesse vincere solo Veneto e Friuli e Bersani tutte le altre regioni, i seggi del centrosinistra sarebbero 167. All'altro estremo, se invece Berlusconi avesse la maggioranza anche in Lombardia, Piemonte e Sicilia, il centrosinistra scenderebbe a 134. In tal caso neanche un accordo post-elettorale con Monti potrebbe assicurare una maggioranza.