Regionali in Puglia: cronaca di una vittoria annunciata?

di Bruno Marino e Nicola Martocchia Diodati


Bruno Marino è PhD Student in Political Science and Sociology presso l’Istituto di Scienze Umane e Sociali della Scuola Normale Superiore di Pisa. I suoi interessi di ricerca comprendono lo studio di partiti e sistemi di partito in prospettiva comparata (selezione dei candidati e dei leader, cambiamento organizzativo, democrazia all’interno dei partiti) e la teoria democratica. Ha contribuito alla realizzazione del Dossier CISE 6 (Le Elezioni Europee 2014).

Nicola Martocchia Diodati è PhD Student in Political Science and Sociology presso l’Istituto di Scienze Umane e Sociali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Si occupa prevalentemente di partiti, comportamento elettorale, teoria della scelta razionale e psicologia politica. È co-autore di diversi articoli sui partiti italiani.


Al termine del secondo mandato di Nichi Vendola, la Puglia tornerà al voto il prossimo 31 Maggio per eleggere il nuovo presidente ed il nuovo consiglio regionale. Nonostante Michele Emiliano, ex magistrato e sindaco di Bari (sostenuto da diverse liste, fra cui il Partito Democratico, Emiliano Sindaco di Puglia, La Puglia con Emiliano e Noi a Sinistra per la Puglia), sembri avere elevate probabilità di divenire presidente, le elezioni regionali pugliesi hanno un elevato significato politico per l’evoluzione del sistema partitico italiano. Infatti, le tensioni tra Fitto e Berlusconi, spesso al centro del dibattito politico nazionale, hanno trovato sfogo all’interno della competizione elettorale pugliese. A causa di tali tensioni, il centrodestra pugliese non è riuscito a presentarsi con un candidato unitario: da una parte troviamo Adriana Poli Bortone, ex parlamentare, ex ministro, ex sindaco di Lecce ed ex candidata presidente nel 2010 (sostenuta da Forza Italia, Noi con Salvini ed altre liste minori) e, dall’altra, l’ex chirurgo e presidente della provincia di Bari  Francesco Schittulli (appoggiato da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Movimento Politico Schittulli-Area Popolare e Oltre con Fitto). La rilevanza nazionale delle elezioni pugliesi appare così particolarmente evidente: se il candidato sostenuto da Raffaele Fitto e dal Nuovo Centro Destra dovesse sopravanzare Adriana Poli Bortone, voluta da Silvio Berlusconi, la sfida per la leadership del centrodestra tornerebbe all’ordine del giorno.

Gli altri candidati presidente sono Gregorio Mariggiò (Federazione dei Verdi), Riccardo Rossi, consigliere comunale di Brindisi e ricercatore dell’ENEA (L’Altra Puglia), Michele Rizzi (Partito di Alternativa Comunista) e Antonella Laricchia, studentessa di Architettura (Movimento Cinque Stelle). La tabella sottostante presenta i candidati presidenti e le rispettive liste che li sostengono.

Tab. 1 – L’offerta elettorale alle regionali 2015 in Puglia

La legge elettorale pugliese prevede che vengano eletti 50 consiglieri, 23 dei quali selezionati attraverso un sistema elettorale proporzionale basato su liste circoscrizionali concorrenti. Secondo la normativa, la provincia di Bari elegge 7 consiglieri, quella di Barletta-Andria-Trani 2 consiglieri, quella di Brindisi ha in conto 2 seggi. La provincia di Foggia 4; quelle di Lecce e Taranto eleggono, rispettivamente, 5 e 3 consiglieri. Secondo la normativa, inoltre, non è possibile candidare, in ciascuna lista circoscrizionale, più del 60% dei candidati dello stesso sesso. I 23 consiglieri eletti nelle varie province sono poi selezionati proporzionalmente sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. Gli elettori possono esprimere una preferenza. Sono inoltre presenti delle soglie di sbarramento: al fine di poter accedere al Consiglio Regionale ciascuna lista o coalizione deve ottenere almeno l’8% dei voti validi a livello regionale, mentre una lista all’interno di una coalizione deve ottenere almeno il 4% dei voti validi, sempre a livello regionale.

I restanti 27 consiglieri sono eletti nel Collegio Unico Regionale. La legge prevede l’assegnazione di un premio di maggioranza variabile, ovvero: se la lista o il gruppo di liste collegato al candidato presidente che ha ottenuto più voti ha raggiunto o superato la soglia del 40% dei voti validi, sono assegnati alla futura maggioranza 29 seggi. Se questa lista o gruppo di liste ha ottenuto una percentuale di voti validi maggiore o uguale al 25% ma inferiore al 40%, la futura maggioranza ottiene 28 seggi anziché 29. Se, infine, la percentuale di voti validi raggiunta da questa lista o da questo gruppo di liste è inferiore al 25%, la futura maggioranza si vedrà assegnare 27 seggi nel futuro Consiglio Regionale. I rimanenti seggi nel Collegio Unico Regionale sono assegnati alle liste non facenti parte della futura maggioranza che hanno superato la soglia di sbarramento.

Gli elettori possono votare per un candidato presidente ed una lista collegata, oppure solo per una lista (in questo caso il voto si estende anche al candidato presidente collegato). È possibile anche votare esclusivamente per il candidato presidente (in questo caso il voto non si estende naturalmente alla lista o alle liste collegate) o effettuare il cosiddetto voto disgiunto, vale a dire propendere per l’espressione di una preferenza ad un candidato presidente e ad un partito che non sostiene la candidatura del primo.

Nonostante, come già osservato in precedenza, Michele Emiliano risulti partire da una posizione più favorevole rispetto agli altri candidati, è comunque utile analizzare i risultati delle ultime elezioni svoltesi in Puglia per comprendere quale sia stato il cambiamento del contesto politico ed elettorale pugliese degli ultimi cinque anni. Ovviamente, data la diversità delle regole elettorali e della tipologia di elezione, non appare possibile comparare direttamente i risultati elettorali. Cercheremo così di porre particolare attenzione al significato politico e alle indicazione di carattere più generale che derivano dalle tornate elettorali precedenti.

Tab. 2 – Risultati delle elezioni regionali 2010 in Puglia

Come mostrato in Tabella 2, nel 2010 Nichi Vendola prevalse di circa sei punti percentuali su Rocco Palese (sostenuto dal PDL e diverse liste minori) mentre Adriana Poli Bortone, che rappresentava la coalizione UDC e Io Sud, ottenne un risultato elettorale pari all’’8,7% dei voti validi.. Da notare come Nichi Vendola ottenne, nella sfida contro gli altri candidati governatore, oltre 2 punti percentuali in più rispetto alla somma dei voti raccolti dalla coalizione di liste che lo sosteneva. Sembra così che Vendola disponesse di un vantaggio competitivo rispetto agli avversari sia per via dell’incumbency effect (Butler and Stokes 1969) che grazie alla sua leadership personale (si veda in merito Poguntke and Webb 2005). Questa seconda ipotesi potrebbe trovare conferma anche nel fatto che, al contrario, sia le liste che sostenevano Rocco Palese che quelle a sostegno di Adriana Poli Bertone ottennero una percentuale di voti superiore rispetto a quella del loro candidato governatore. Prendendo in considerazione le liste, invece, è possibile osservare come il partito più votato in Puglia nel 2010 risultò essere il PDL – con più del 31% dei voti – mentre il PD si fermò al 20,7%. Da sottolineare il buon risultato di SEL – che esprimeva il candidato presidente – che ottenne quasi il 10% dei voti validi.

Tab. 3 – Risultati delle elezioni politiche 2013 in Puglia

Spostandoci di qualche anno in avanti, lo straordinario successo del Movimento Cinque Stelle sembra, come avvenuto a livello nazionale, aver condizionato l’esito delle elezioni politiche del 2013 in Puglia. Infatti, il partito di Beppe Grillo, ottenendo più del 25% dei voti validi, è risultato essere il secondo partito più votato nella regione, alle spalle del PDL che ha ricevuto quasi il 29% dei suffragi. Il PD ha ottenuto il 18,5% dei voti validi mentre SEL, il partito del presidente della regione, si è fermato al 6,6%, un risultato che, al pari di quello ottenuto nelle altre regioni meridionali, ha reso evidente la grande sconfitta al sud del centrosinistra (D’Alimonte 2013) . La coalizione di Mario Monti (Scelta Civica, UDC e FLI) ha raccolto invece raccolto più del 10% dei voti, un risultato in linea con quanto avvenuto a livello nazionale.

Tab. 4 – Risultati delle elezioni europee 2014 in Puglia

Infine, è utile considerare anche i risultati delle elezioni europee del 2014. Nonostante la differenza con altre elezioni di primo ordine (Reif and Schmitt 1980), come le politiche 2013, nelle ultime elezioni europee è possibile osservare un radicale cambiamento dei risultati rispetto al passato. Il PD, infatti, è risultato essere il partito più votato della regione con più del 33% dei voti validi. Al secondo posto si è classificato il Movimento Cinque Stelle, con il 24,6% dei consensi, seguono Forza Italia (che ha ottenuto il 23,5% dei suffragi), NCD-UDC (7,1%) e L’Altra Europa con Tsipras (4,3%).

Possiamo concludere questa breve presentazione delle principali elezioni  svoltesi in Puglia negli ultimi cinque anni sostenendo che il PD sembra essere notevolmente cresciuto per quanto riguarda la percentuale di voti validi ricevuti. Al contrario, il PDL (e poi FI) hanno visto parzialmente decrescere il loro consenso. Infine, non va sottovalutato il ruolo che potrebbe assumere il Movimento Cinque Stelle. Riuscire a confermare anche solo parzialmente i risultati ottenuti alle elezioni politiche 2013 ed alle elezioni europee del 2014 sarebbe sicuramente un buon risultato per il partito di Grillo. Resta naturalmente da capire cosa succederà il 31 Maggio. Come già sottolineato, la vittoria di Emiliano sembra probabile, ma non possono essere escluse sorprese dell’ultima ora.

Riferimenti bibliografici:

Butler, D. H. E. and Stokes, D. (1969), Political Change in Britain: Forces Shaping Electoral Choice, New York, St. Martin’s Press.

D’Alimonte, R. (2013), Per il Pd débâcle al Sud in L. De Sio, M. Cataldi e De Lucia, F. (a cura di) Le Elezioni Politiche 2013, Roma, CISE, pp. 75-76.

Poguntke, T. and Webb, P. D. (2005), The Presidentialization of Politics, Oxford, Oxford University Press.

Reif, K. and Schmitt, H. (1980), Nine Second-Order National Elections – A Framework For The Analysis Of European Election Results, in “European Journal of Political Research”, 8, 1, pp. 3-44.

 

 

 

 

Bruno Marino è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. I suoi interessi di ricerca comprendono partiti e sistemi di partito in prospettiva comparata, élite politiche e la personalizzazione della politica. Ha pubblicato articoli su West European Politics, Government and Opposition, Acta Politica, Electoral Studies, European Political Science Review, Regional and Federal Studies, Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica. La sua monografia, Party Leaders and their Selection Rules in Western Europe, è stata pubblicata da Routledge.
Nicola Martocchia Diodati è un data scientist e ha insegnato corsi in Metodi Quantitativi e Machine Learning in varie università. Ha ottenuto il PhD in Scienza Politica e Sociologia presso la Scuola Normale Superiore e ha pubblicato articoli su riviste come West European Politics, European Union Politics, Journal of European Public Policy, Acta Politica, Electoral Studies, European Political Science Review. Si occupa prevalentemente di metodi quantitativi, machine learning, comportamento elettorale, ed élite politiche.