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Matteo Renzi ha vinto le primarie del Partito Democratico, affermandosi nettamente (70%) nei confronti dei suoi due avversari, Andrea Orlando (19,5%), attuale Ministro della Giustizia, e Michele Emiliano (10,5%), governatore della Puglia. Un distacco molto ampio rispetto al secondo (50,5 punti) e in linea con il differenziale della precedente tornata in (49,8) in cui a sfidarsi erano stati Renzi e Gianni Cuperlo. A livello di elettorato si conferma quanto emerso nel voto nei circoli (a cui partecipavano gli iscritti), ossia la preponderanza dell’ex-Presidente del Consiglio rispetto ai principali contender e la marginalità della cosiddetta minoranza. Se le gerarchie interne all’interno...

di Roberto D'Alimonte Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 14 febbraio Con la convocazione dell’assemblea nazionale e le dimissioni di Matteo Renzi si riapre la partita della leadership dentro il Pd. Una partita che si giocherà in due tempi, regolati da uno statuto complicato che pare non verrà cambiato, come qualcuno invece vorrebbe. La chiave saranno le primarie. Ma il primo tempo è dedicato alla scelta dei candidati che vi parteciperanno. Questa è questione che riguarda esclusivamente gli iscritti del Pd. Chiunque raccolga il sostegno del 10% dell’attuale assemblea nazionale del partito o le firme di 1.500 iscritti potrà presentare la...

di Roberto D'Alimonte Pubblicato sul Sole 24 Ore il 18 marzo 2016 A prima vista sembra difficile spiegare la decisione di Georgia Meloni di candidarsi a sindaco di Roma.  Dopo Bertolaso, Marchini e Storace arriva anche lei. Quattro candidati che si collocano tra il centro e la destra. Poi ci sono Virginia Raggi del M5s, Giachetti del Pd e un candidato della sinistra radicale il cui nome è ancora incerto. Forse Fassina, forse Marino. Con tutti questi candidati le elezioni saranno una lotteria. Ed è proprio questo il motivo che ha spinto la Meloni a entrare in gioco. In una lotteria...

di Maria-Chiara Pomarico Contestate, criticate, in certi casi desiderate. Le primarie sono indubbiamente la prova generale delle elezioni amministrative che si terranno probabilmente tra il 5 e il 12 giugno, specialmente se nei prossimi mesi il Governo verrà messo alla prova nelle principali città italiane come Milano, Roma e Napoli. Da Nord a Sud, di 28 capoluoghi di provincia prossimi al voto, 12 si sono organizzati in questi mesi per delle primarie (che sono state tendenzialmente aperte), mentre in 5 casi sono ancora in via di definizione. In alcune città, come Cosenza, il PD cittadino si è sottratto alla votazione del...

Despite primary elections in Italy continue to be asymmetric – i.e. carried out only by the center-left coalition – their ability to involve the electorate and their growing media impact make it a powerful democratic tool. In this article we study the 2012 Italian primary elections, held by the center-left coalition in order to select the prime ministerial candidate for the 2013 general elections. In particular, we will shed light on three dimensions: turnout, electoral results and competitiveness. We will also take into account the role played by the new candidate selection rule – the two-round system – which will allow us to collect a lot of information about the voting behavior of the selectorate. What has been the turnout level in the 2012 Italian primary elections? Which similarities and differences can be found in the patterns of participation between the first and the second round? Which factors may explain the territorial differences in turnout levels? What have been the territorial patterns of voting behavior for the main candidates? The 2012 primary elections have been more or less competitive with respect to the previous Italian national primaries? We will try to address these questions through the use of a mainly quantitative methodology with aggregate data.