Autore: Redazione CISE

  • Il simulatore del ballottaggio fra Sala e Parisi

    Il simulatore del ballottaggio fra Sala e Parisi

    Il primo turno delle comunali a Milano ha segnato il ritorno, almeno all’ombra della Madonnina, del bipolarismo. Ma per decidere chi conquisterà Palazzo Marino occorrerà aspettare il ballottaggio, dato che i due candidati principali si sono fermati entrambi poco oltre il 40% dei voti.

    Qui puoi simulare chi sarà il vincitore ipotizzando diversi comportamenti per i gruppi che hanno sostenuto i vari candidati al primo turno. Cosa sceglieranno di fare gli elettori di chi non è arrivato al secondo turno, in particolare quelli del M5s? Staranno tutti a casa, o sceglieranno uno dei due candidati ancora in corsa? E questi, riusciranno a riportare tutti i propri elettori al secondo turno? Si può anche prevedere una rimobilitazione di elettori che al primo turno si sono astenuti. L’unica condizione è che la somma di ciascuna riga sia pari a 100.

    [cf]milano16js[/cf]

     

    I turno Cosa faranno al II turno?
    Candidato Voti verso Sala verso Parisi verso astensione
    Rizzo (Sinistra) 19.143
    % % %
    Sala (Pd, Sinistra, Idv) 224.156
    % % %
    Parisi (Fi, Lega, Fdi) 219.218
    % % %
    Corrado (M5s) 54.099
    % % %
    Altri 20.968
    % % %
    Nuovi elettori,
    che non avevano votato
    al primo turno
    % % %
    PREVISIONE al II turno









  • Il simulatore del ballottaggio fra Raggi e Giachetti

    Il simulatore del ballottaggio fra Raggi e Giachetti

    Si è svolto domenica il primo turno delle elezioni comunali nella Capitale. Il risultato del M5s è stato davvero straordinario. Ma per decidere chi conquisterà il Campidoglio occorrerà aspettare il ballottaggio.

    Qui puoi simulare chi sarà il vincitore ipotizzando diversi comportamenti per i gruppi che hanno sostenuto i vari candidati al primo turno. Cosa sceglieranno di fare gli elettori di Meloni e Marchini? Staranno tutti a casa, o voteranno uno dei due candidati ancora in corsa. E questi, riusciranno a riportare tutti i propri elettori al secondo turno? Si può anche prevedere una rimobilitazione di elettori che al primo turno si sono astenuti. L’unica condizione è che la somma di ciascuna riga sia pari a 100.

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  • Comunali 2016: tutte le liste e i candidati nei comuni capoluogo

    Comunali 2016: tutte le liste e i candidati nei comuni capoluogo

    Tabelle a cura di Giacomo Alessandrini, Fabiano Moscatelli e Maria-Chiara Pomarico

    L’analisi dell’offerta QUI

    of 2016 milano

     

    of 2016 varese

     

    of 2016 torino

     

    of 2016 novara

     

    of 2016 trieste

     

    of 2016 pordenone

    of 2016 savona

    of 2016 bologna

    of 2016 ravenna

     

    of 2016 rimini

     

    of 2016 grosseto

     

    of 2016 roma

     

    of 2016 latina

    of 2016 isernia

     

    of 2016 cagliari

     

    of 2016 olbia

     

    of 2016 carbonia

     

    of 2016 vilacidro

     

    of 2016 napoli

     

    of 2016 salerno

     

    of 2016 caserta

     

    of 2016 benevento

    of 2016 brindisi

     

    of 2016 cosenza

    of 2016 crotone

  • Turbulent times – Economic change and political instability in Western democracies

    Turbulent times – Economic change and political instability in Western democracies

    On April 21st, at LUISS Guido Carli, the CISE convened a panel of international scholars to attend a one-day brainstorming workshop on the feasibility of a research agenda dedicated to the increasing political instability across Western countries, and its relationship with economic change in recent decades. The program featured, among scholars from top international institutions (see below), the presence of Nobel laureate Michael Spence. (canablue.com)

    Presenters:

    David Brady, Stanford University, Hoover Institution
    Alessandro Chiaramonte, University of Florence
    Roberto D’Alimonte, LUISS
    Lorenzo De Sio, LUISS
    Vincenzo Emanuele, LUISS
    John Ferejohn, New York University
    Hanspeter Kriesi, European University Institute
    Pedro Magalhães, University of Lisbon
    Leonardo Morlino, LUISS
    Aldo Paparo, Stanford University, Hoover Institution
    Douglas Rivers, Stanford University
    Michael Spence, New York University

    Workshop program and selected downloadable materials:

    Introductory remarks
    David Brady and Roberto D’Alimonte

    Panel 1

    Economics in a Time of Political Instability
    Michael Spence
    PPT

    Industrial Decline and Political Instability in Western Democracies
    David Brady, Aldo Paparo and Douglas Rivers
    PPT

    Restructuring the West European Party Space in the Great Recession: Continuity and Change
    Hanspeter Kriesi, Swen Hutter and Jasmine Lorenzini
    PAPER
    PPT

    Panel 2

    How the Economic Crisis Is Reshaping Democracy in Southern Europe
    Leonardo Morlino
    PPT

    Economic and Political Instability and Dissatisfaction with Government
    David Brady and Aldo Paparo
    PAPER
    PPT

    Economic Performance and Political Support: What Moderates this Relationship?
    Pedro Magalhães
    (preliminary data and findings – no materials available)

    Panel 3

    From Dead Calm to Adventurous Waters. Explaining Party System (De-)institutionalization in Western Europe (1945-2015)
    Alessandro Chiaramonte and Vincenzo Emanuele

    Attitudes Toward Immigration and Vote Choice in Seven Countries
    David Brady, John Ferejohn and Aldo Paparo
    PAPER

    Political Instability in the Western World: Sketching a Research Agenda
    Roberto D’Alimonte, Lorenzo De Sio and Vincenzo Emanuele
    PPT

    General discussion

    Concluding remarks
    Michael Spence

     

     

     

     

  • Verso le amministrative: una panoramica sulle primarie in Italia

    Verso le amministrative: una panoramica sulle primarie in Italia

    di Maria-Chiara Pomarico

    Contestate, criticate, in certi casi desiderate. Le primarie sono indubbiamente la prova generale delle elezioni amministrative che si terranno probabilmente tra il 5 e il 12 giugno, specialmente se nei prossimi mesi il Governo verrà messo alla prova nelle principali città italiane come Milano, Roma e Napoli.

    Da Nord a Sud, di 28 capoluoghi di provincia prossimi al voto, 12 si sono organizzati in questi mesi per delle primarie (che sono state tendenzialmente aperte), mentre in 5 casi sono ancora in via di definizione. In alcune città, come Cosenza, il PD cittadino si è sottratto alla votazione del candidato o si sta puntando alla convergenza verso un nome unico, data l’estrema frammentazione delle forze (è il caso del centro destra di Salerno o del centro sinistra a Crotone).

    In generale, risultano vincenti i candidati sostenuti dal Governo (si pensi a Roma, Napoli e Milano) o quei candidati che hanno sfidato la segreteria Nazionale, avendo alle proprie spalle l’appoggio organizzato della sinistra anti-Renzi. Fuori dal partito Democratico la frammentazione delle forze limita il potenziale che si è creato, tranne nell’emblematico caso di Bologna.
    Tab.1 Quadro riassuntivo delle primarie di centro-sinistra*

    primarie 2016

    Centro-Sinistra

    A partire dall’estremo Nord, Bolzano ha visto la vittoria di Lorenzo Caremaschi, sostenuto da un complesso di forze che spaziavano da SEL al centro cattolico, passando per l’IDV. A Trieste, invece, lo scontro tra Roberto Cosolini, sindaco uscente del PD (con il supporto di SEL), e il Senatore PD che ha puntato a sfidare la Serracchiani, Francesco Russo, ha visto una vittoria schiacciante del primo (oltre il 65%). A Varese, invece, la scelta del candidato è stata sostenuta già a dicembre, vedendo un confronto tra Davide Galimberti, il quale ha alle spalle il PD locale, Daniele Marantelli, che ha ricevuto un endorsement da alcuni esponenti del PD Nazionale, e l’outsider Daniele Zanzi (espressione di una lista civica). Il confronto si è concluso con la vittoria, non troppo schiacciante (circa il 33%) di Galimberti.

    A Bologna, invece, il PD si è tenuto ai margini, riconfermando come candidato il sindaco Virginio Merola. Sempre nel capoluogo emiliano il 28 febbraio si è giunti ad uno dei momenti culminanti dell’esperimento di Coalizione Civica, eleggendo come proprio candidato Federico Martelloni, ex dirigente nazionale di SEL. Coalizione Civica è una rete che ha coinvolto e animato la sinistra extra-PD di Bologna, con la partecipazione di varie anime rosse (dai centri sociali alle attiviste CGIL della scuola, comprendendo alcuni frammenti di SEL che non appoggiano il PD), vedendo un confronto all’insegna del fair play tra Paola Ziccone, ex direttrice del carcere minorile, e il candidato risultato vincente in queste primarie di sinistra.

    Un riflettore più stretto va acceso sulle tre grandi sfide delle prossime amministrative: Milano, Roma e Napoli.

    Mentre a Milano la vittoria del commissario Sala, spinto dal Governo, è risultata quasi scontata con il 42%, un po’ meno scontate erano le percentuali degli sfidanti. Se Pisapia ha esplicitato solo a pochi giorni dal voto il sostegno al sua vice Francesca Balzani (fermatasi al 34%), Pierfrancesco Majorino ha sofferto per la frammentazione e per il mancato sostegno della sinistra al di fuori del PD. Ed è fuori dal PD che la partita è ancora indefinita: con Civati rimasto ai margini (non dando il sostegno all’ex compagno Majorino, in linea con il “mai più col PD” che ha caratterizzato la nascita di Possibile, né candidandosi in prima persona), ci sono una serie di nomi che si rincorrono in queste ore, nella speranza di compattare il fronte atomizzato della sinistra milanese, come Gherardo Colombo (che ha già negato la propria disponibilità) o Curzio Maltese.

    Su Napoli incombe la mannaia dei brogli e l’incertezza dei dati sull’affluenza. Vince Valeria Valente, l’allieva che ha superato il maestro Bassolino, con il 46,7%, la candidata del Nazareno e degli orfiniani, espressione pura della ditta PD. Se la Valente ha messo all’angolo Marfella (del partito Socialista) e Marco Sarracino (dirigente napoletano dei Giovani Democratici, anche lui vicino all’area civatiana), di certo non è riuscita a fare altrettanto con Bassolino. L’ex Governatore della Campania ha proposto un ricorso per annullare la validità delle primarie. La questione della validità dei voti e l’insistenza di Bassolino riaccende i riflettori sull’incertezza dei sistemi di controllo proposti finora per le primarie, specie nei territori sensibili, e ripropone le polemiche già viste nelle ultime regionali sulla qualità dei candidati stessi.

    Anche a Roma, come a Milano, i risultati erano sembrati più che prevedibili dall’inizio: Giachetti, espressione diretta del Governo Renzi, ha vinto con un plebiscitario 60%, mentre Morassut e la sinistra del PD (pur non rappresentando una candidatura anti-renziana) resta ai margini insieme a Pedica sempre PD, Domenico Rossi (CD) e Gianfranco Mascia (verdi).

    Sebbene aperte, le primarie della Capitale sono apparse condizionate da un Partito sotto la lente d’ingrandimento di Fabrizio Barca e della sua opera di disinfezione dei circoli, nelle mani del commissario Orfini e poco aperte a conquistare i voti dei non iscritti. Nonostante i riflettori accesi sulle strutture del Partito e sulla sua credibilità, è stato contestato il dato dell’affluenza, risultato più alto delle più rosee previsioni e con il curioso dato delle oltre 2800 schede bianche. Nel frattempo, anche a Roma sembra muoversi qualcosa sul fronte della sinistra anti-Renzi, con un’eventuale percorso per scegliere un nome su cui Sinistra Italiana, Fassiniani e Possibile possano convergere.

     Movimento 5 stelle

    Outsider di queste consultazioni pre-amministrative è il M5s. Blindate ai soli iscritti, il Movimento ha lasciato a ciascun Meet-up l’autonomia di scelta della forma e della modalità di elezione del proprio candidato. La strategia risultante è quella di non puntare su candidati particolarmente noti, lasciando spazio agli attivisti sul territorio, come è il caso di Patrizia Bedori a Milano, attivista della zona Porta Venezia-Città Studi-Lambrate, e Virginia Raggi a Roma, già eletta consigliera comunale nella Giunta Marino. A Napoli emerge la candidatura di Matteo Brambilla, brianzolo residente nella città Partenopea, votato col 48% delle preferenze dagli iscritti.

    Nel frattempo, se a Napoli e a Roma si vanno delineando dei contorni certi sulla competizione a 5 stelle, a Milano la Bedori ha rinunciato alla corsa, data la pressione dei media e il mancato sostegno di parte degli attivisti. Al suo posto, sembrerebbe farsi probabile la scelta di Gianluca Corrado, terzo classificato delle comunarie (dato che il secondo ha già ritirato la sua disponibilità) e maggiormente supportato dai piani alti del Movimento.

     Centro-Destra

    Già da tempo nel centro-destra era aperto il dibattito primarie si-primarie no. Quest’anno, in alcuni capoluoghi, il dibattito si è fatto più concreto, sebbene in pochissimi casi (come quello di Latina) si è giunti ad una vera e propria organizzazione. Ed è proprio a Latina, storica roccaforte della destra, che si è arrivati alla scelta del candidato con un metodo aperto: le primarie di coalizione che hanno coinvolto Fratelli d’Italia, Forza Italia e alcune liste civiche, hanno visto la vittoria di Nicola Calandrini (58,8%), nome di Fratelli d’Italia.
    A Roma, campo strategico di queste amministrative 2016, si sta giocando una partita anomala nel centro destra: il 27-28 febbraio sono state votate delle primarie, spinte dal leader della Lega Salvini. Il vincitore, anche se non vincente, è risultato Alfio Marchini con un incerto 30%, seguito dalla Pivetti, Storace e, come quarto, il candidato di Berlusconi Guido Bertolaso. Non è chiaro se si tratti di primarie consultive o elettive. Di fatti, è ancora nebuloso il nome del candidato nella Capitale, considerando che Forza Italia ha organizzato una due giorni di voto che ha la forma di un referendum (Bertolaso si/no), risultato il candidato preferito dagli elettori di FI con un risultato che si avvicina al plebiscito (circa il 98% dei voti favorevoli). E mentre Salvini, Marchini e Berlusconi discutevano della validità di queste seconde primarie contestando, ancora una volta, l’ anomalia dei dati sull’affluenza, Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, scende in campo bruciando la candidatura di Bertolaso

     

    Se a Milano la vittoria ottenuta dal Commissario Sala lascia poco margine alla sinistra fuori dal PD, appesantita dal basso profilo del sindaco uscente Pisapia, dalle incertezze di SEL e della sinistra PD (il riferimento è alla Balzani e a Majorino), diverso è il caso di Roma, dove il candidato del Nazareno Roberto Giachetti è risultato vincitore in termini percentuali, ma in maniera poco convinta sulla base del sostegno popolare. Sebbene il dato dell’affluenza sia ancora incerto, è sicuramente inferiore a quello delle scorse primarie, che videro Marino come vincitore.  Il risultato permette a Marino, vera incognita delle amministrative romane, di poter pungolare Renzi, raccogliendo il voto dei delusi e di (parte) della sinistra extra-PD, oltre a far convergere fassiniani e Sinistra Italiana.

    A Napoli lo spettro di Bassolino potrebbe fare da contrappeso alla candidata (bassoliniana, ma supportata dalla segreteria Nazionale) Valeria Valente, votata dai Napoletani. Ricordando, però, che fuori dalle primarie è rimasto il sindaco uscente De Magistris. Inoltre, sempre a Napoli, i risultati potrebbero essere messi in discussione dal doppio ricorso presentato sia dalla vincitrice che da Bassolino e dalle manovre dell’ex Governatore per invalidare i risultati delle primarie.

    Al netto delle dinamiche particolari, è possibile affermare che laddove il candidato è stato sostenuto dalla segreteria Nazionale del PD, ha avuto una strada più in discesa. Va osservato un considerevole calo dell’affluenza (tranne il caso di Napoli, in cui è cresciuta rispetto alle precedenti primarie). Questa bassa partecipazione dovrebbe essere il segnale di candidati che non conquistano le folle, ma che rappresentano l’unica valida alternativa al magma confuso della sinistra extra-PD.

  • “Dopo la luna di miele” – in e-book il settimo Dossier CISE

    “Dopo la luna di miele” – in e-book il settimo Dossier CISE

    Dopo la luna di miele.                                                                                       Le elezioni comunali e regionali fra autunno 2014 e primavera 2015

    a cura di Aldo Paparo e Matteo Cataldi

    Le elezioni europee della primavera 2014 avevano segnato un successo straordinario del Pd guidato da Renzi, a pochi mesi dal suo insediamento a Palazzo Chigi. Ci trovavamo nel pieno di quella luna di miele che rende particolarmente popolare un nuovo esecutivo presso il suo elettorato, e le prime mosse del governo guidato dal segretario democratico erano state improntate al buon senso e a evitare contrapposizioni.
    Nei dodici mesi successivi lo scenario è mutato. L’azione di governo si è via via riempita di contenuti precisi, al di là dell’iniziale elenco di buone intenzioni, e nel fare ciò ha inesorabilmente scontentato qualcuno. Anche qualche pezzo del suo tradizionale blocco sociale, come ad esempio i sindacati, gli insegnanti e lavoratori del pubblico impiego.
    In attesa che i buoni frutti delle decisioni prese si avvertano sul terreno economico, aprendo così magari la strada alla conquista di nuovi elettori, il centrosinistra guidato dal Pd ha recentemente fatto registrare una serie di risultati elettorali se non deludenti, certamente al di sotto delle attese – per altro inevitabilmente innalzate dal risultato delle europee. I primi segni che qualcosa era cambiato si registravano già nell’autunno del 2014, alle regionali di Emilia-Romagna e Calabria segnate dall’esplosione dell’astensione. Ma la fine della luna di miele diventava lampante nelle comunali e regionali della primavera 2015, che hanno visto sconfitte inattese e dei risultati generalmente in linea con quelli del Pd guidato da Bersani cinque anni prima.
    Nel frattempo il M5s si consolida come il secondo partito italiano, e una possibile alternativa di governo nell’eventuale ballottaggio nazionale dell’Italicum; mentre la Lega si afferma come la prima forza del centrodestra, e quell’elemento attorno al quale ricostruire una alternativa di centrodestra al Pd che possa forse essere competitiva per la vittoria alle prossime politiche.
    Molti dunque i motivi di interesse emersi nelle consultazioni regionali e comunali dei dodici mesi successivi alle europee. In questo settimo volume della serie dei Dossier CISE ripercorriamo quindi queste cruciali elezioni, nelle due tornate dell’autunno 2014 e della primavera 2015. Il volume raccoglie i numerosi contributi pubblicati sito web CISE che hanno analizzato queste consultazioni, consentendo così di fissarne i risultati e offrendo degli spunti di riflessione per ricerche future.

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  • Dossier CISE “Dopo la luna di miele” – i singoli capitoli in PDF

    Dossier CISE “Dopo la luna di miele” – i singoli capitoli in PDF

    Introduzione
    Aldo Paparo e Matteo Cataldi

    Le elezioni comunali e regionali dell’autunno 2014

    L’analisi dei flussi elettorali alle comunali di Reggio Calabria
    Matteo Cataldi e Bruno Marino

    Chi può insidiare Bonaccini in Emilia-Romagna?
    Matteo Cataldi e Vincenzo Emanuele

    Verso le regionali in Calabria: sistema elettorale, candidati e struttura della competizione
    Bruno Marino

    In Emilia-Romagna record storico di astensioni, ma i rapporti di forza rimangono inalterati a vantaggio del Pd
    Nicola Maggini

    Regionali in Calabria, tutti sul carro del vincitore?
    Vincenzo Emanuele e Bruno Marino

    Le elezioni comunali 2015

    Aosta: offerta in campo e storia recente
    Aldo Paparo

    Il quadro della vigilia in Alto Adige
    Aldo Paparo

    La situazione di partenza in Trentino
    Aldo Paparo

    Ad Aosta la coalizione di centrosinistra vince al primo turno
    Aldo Paparo

    A Bressanone vince il Svp, al ballottaggio gli altri comuni
    Aldo Paparo

    In Trentino il centrosinistra tiene ma perde ancora a Pergine ed è sotto scacco a Rovereto
    Aldo Paparo

    Ballottaggi in Trentino-Alto Adige: il Pd vince solo a Bolzano
    Aldo Paparo

    I capoluoghi al voto: quadro dell’offerta elettorale
    Alessandro De Luca

     Ballottaggi da studiare pensando all’Italicum
    Roberto D’Alimonte

    Cosa ci insegna la storia recente in vista dei ballottaggi?
    Francesco Barone

    I candidati sbagliati che non raccolgono seconde preferenze
    Roberto D’Alimonte

    I ballottaggi 2015 e la storia della Seconda Repubblica
    Francesco Barone

    Regionali 2015: Prima del voto

    Liste polverizzate a destra
    Roberto D’Alimonte

    Il “federalismo” dei sistemi elettorali
    Roberto D’Alimonte

    Sette sistemi per sette regioni: le caratteristiche dei sistemi elettorali
    Aldo Paparo

    Le sette regioni sono rappresentative dell’Italia intera?
    Aldo Paparo

    Veneto: stavolta la sfida è aperta?
    Matteo Cataldi

    Liguria: il centrodestra unito sfida il Pd
    Vincenzo Emanuele

    Toscana: una partita già chiusa?
    Nicola Maggini

    Marche: l’uscente di centrosinistra è il candidato del centrodestra
    Aldo Paparo

    Umbria: Segnali di continuità
    Luca Carrieri

    Campania: De Luca cerca la rivincita su Caldoro
    Salvatore Borghese e Francesca Mezzio

    Puglia: cronaca di una vittoria annunciata?
    Bruno Marino e Nicola Martocchia Diodati

    Regionali 2015: Le analisi del voto

    L’analisi della partecipazione: crollo di 11 punti rispetto al 2010, Toscana e Marche sotto il 50%
    Vincenzo Emanuele

    Grillo resta secondo partito, Lega prima nel centrodestra
    Roberto D’Alimonte

    Tutti per uno o ognuno per sé? Il centrodestra a geometria variabile
    Vincenzo Emanuele

    Il voto di preferenza nelle sette regioni
    Stefano Rombi

    Nuovo trionfo di Zaia in Veneto
    Salvatore Borghese

    Sorpresa Toti, la Liguria torna a destra dopo 10 anni
    Bruno Marino

    Le elezioni in Toscana tra conferme e sorprese
    Elisa Volpi

    Il voto di preferenza in Toscana alle elezioni regionali 2015
    Gabriele Bracci

    La pista nera. Il successo della Lega in Toscana e l’eredità del Msi
    Moreno Mancosu

    Nelle Marche vince il Pd senza sorprese. L’uscente Spacca è quarto
    Alessandro De Luca

    Verso un’effettiva contendibilità in Umbria?
    Luca Carrieri

    In Campania De Luca consuma la propria vendetta
    Salvatore Borghese e Francesca Mezzio

    In Puglia una cronaca annunciata con conseguenze nazionali
    Nicola Martocchia Diodati

    Il Renzi che vince e il Renzi che “non vince”
    Lorenzo De Sio

    Conclusioni
    Aldo Paparo e Matteo Cataldi

    (bushnellmotorsportspark.com)

  • Presidential elections in Poland – exclusive video interview with Mikołaj Cześnik

    Presidential elections in Poland – exclusive video interview with Mikołaj Cześnik

    Mikołaj Cześnik - SWPS Warsaw and Polish National Election Studies
    Mikołaj Cześnik – SWPS Warsaw and Polish National Election Studies

    The recent presidential elections in Poland have seen the unexpected victory of Andrzej Duda, candidate of the conservative right. However, Mikołaj Cześnik from SWPS Warsaw (University of Social Sciences and Humanities) reveals how Duda and its PiS (Law and Justice) party, expected to win the parliamentary elections in the next fall, will likely keep Poland’s pro-EU stances mostly unchanged, and perhaps even promote economic measures aimed at more equality.

    Watch the full interview.

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