Autore: Carolina Plescia

  • Filling the Void? Political Responsiveness of Populist Parties

    Filling the Void? Political Responsiveness of Populist Parties

    Carolina Plescia, Sylvia Kritzinger & Lorenzo De Sio (2019) “Filling the Void? Political Responsiveness of Populist Parties”, Representation, 55:4, 513-533, DOI: 10.1080/00344893.2019.1635197

    This paper examines the responsiveness of populist parties to the salience of issues amongst the public focusing on a large number of issues on which parties campaign during elections. The paper investigates both left- and right-wing populist parties comparatively in three countries, namely Austria, Germany and Italy. We find that while populist parties carry out an important responsiveness function, they are only slightly more responsive than their mainstream counterparts on the issues they own. The results of this paper have important implications for our understanding of political representation and the future of the populist appeal.

  • Molise: Il centrodestra rimanda il primo governatore del M5S

    Molise: Il centrodestra rimanda il primo governatore del M5S

    Raramente il Molise ha goduto di una tale attenzione mediatica quale quella delle ultime settimane. Tale interesse è dovuto in gran parte al fatto che le elezioni regionali molisane rappresentano il primo appuntamento elettorale dopo le politiche, mentre è ancora in fase di discussione la formazione del governo nazionale. Molti hanno infatti sottolineato l’importanza strategica di questa tornata elettorale, quasi volta a sancire o meno i rapporti di forza tra i grandi partiti nazionali. Non a caso tutti i maggiori leader nazionali quali Berlusconi, Di Maio, Martina e Salvini hanno ripetutamente visitato il Molise nelle ultime settimane, un onore raramente concesso alla piccola regione adriatica.

    Veniamo ai dati elettorali. Primo fra tutti il dato dell’affluenza alle urne. La partecipazione è stata del 52,2%, quasi 10 punti percentuali inferiore al 2013 (quando però i seggi rimasero aperti anche lunedì, e si votò in concomitanza con le politiche), e quasi 20 punti percentuali inferiore alle elezioni politiche del Marzo 2018. Occorre tuttavia sottolineare come il confronto sia reso difficile dalla diversa base di calcolo della partecipazione: alle regionali, infatti, sono inclusi nelle liste elettorali circa 77.000 residenti all’estero, che invece alle politiche sono iscritti nella circoscrizione estero. Si tratta di oltre un quinto dell’elettorato totale delle regionali. A ben guardare, in termini assoluti la partecipazione è diminuita sì, ma in misura assai più contenuta: poco più di 9.000 unità. I votanti delle regionali valgono il 68% del corpo elettorale delle politiche. Il dato dell’affluenza resta comunque al di sopra di molte altre elezioni regionali disputate recentemente quali la Toscana dove nel 2015 solo il 48,3% degli elettori si era recato alle urne.

    I risultati elettorali, che hanno riservato diverse sorprese, vanno analizzati su due fronti. Da una parte chi vince e chi perde dal punto di vista coalizionale, dall’altro bisogna dare uno sguardo ai risultati dei singoli partiti. Partendo da quella che conta di più in termini di rapporti di forza post-elettorali, la competizione maggioritaria, cioè quella tra coalizioni, ha registrato novità rispetto al 2013 e, seppur di misura, un risultato inaspettato ai più. Infatti benché molti dessero per vincente il Movimento 5 Stelle, la coalizione di centro destra – con ben 9 liste e 180 candidati consiglieri – ha ottenuto il numero più alto di voti. Mentre alle precedenti elezioni regionali, Michele Iorio aveva ottenuto il 25,8% dei voti e la sua coalizione il 27,5%, il candidato del 2018 (Donato Toma) ottiene ben 43,7% dei voti (dunque quasi 18 punti percentuali in più rispetto al 2013) e la coalizione del centro-destra oltre 20 punti in più rispetto al 2013. Il candidato pentastellato, Andrea Greco fa bene ma non abbastanza: ottiene il 38,7% dei voti, più di 22 punti percentuali in più rispetto ad Antonio Federico nel 2013. Il crollo più notevole è quello della coalizione del centro-sinistra, che esprimeva il governatore uscente. Il suo candidato, Carlo Veneziale, si ferma al 17,2% (quasi 28 punti in meno rispetto al presidente uscente del centro-sinistra Frattura), con la sua coalizione ferma al 18,1%, ben 31 punti in meno rispetto al 2013. Grazie al premio di maggioranza sono ben 12 i consiglieri spettanti al centro-destra con molte riconferme tra le quali la più nota quella di Michele Iorio, già presidente della regione Molise in passato. Il Movimento 5 stelle ottiene 6 seggi mentre due vanno al centro-sinistra.

    Tab. 1 – Risultati delle elezioni regionali 2018 in Molise (clicca per ingrandire)molise_tab1

    Passando ai risultati dei singoli partiti, il vincitore è il Movimento 5 Stelle, che riceve il 31,6% dei voti, quasi 20 punti percentuali in più rispetto alla precedente tornata regionale (quando aveva ottenuto il 12,2% dei voti). Di molto staccati tutti gli altri partiti, tutti sotto il 10%. Forza Italia, il secondo partito più votato, è al 9,4%, una flessione di quasi un punto percentuale rispetto al 2013, quando però era ancora PDL. La Lega raggiunge l’8,2% dei voti, quasi quanti quelli della lista locale Orgoglio Molise (8,3%) piazzandosi al terzo posto all’interno della coalizione di centrodestra. Il Partito Democratico è quello più in calo rispetto alla tornata regionale precedente: si ferma al 9% quasi 6 punti in meno rispetto al 2013.

    Tab. 2 – I risultati elettorali del 2018 nel Molise, confronto con il 2013 (clicca per ingrandire)[1]molise

    Molti sono i delusi di questa tornata elettorale, primo fra tutti il Movimento 5 Stelle che non riesce a conquistare la sua prima regione, dopo i falliti tentativo in Sicilia e Lazio. Salvini non gioisce visto che la Lega puntava al sorpasso su Forza Italia per siglare il successo nazionale, ma ciò nonostante la Lega ottiene un ottimo risultato in questa regione e sarà rappresentata per la prima volta nel consiglio regionale molisano. Al di là di vincitori e vinti, la nota dolente di questa tornata elettorale riguarda la rappresentanza di genere: nonostante la legge elettorale esiga che almeno una preferenza su due venga data ad un consigliere donna, sono solo quattro (su un totale di 20 consiglieri) le donne che entrano in consiglio regionale, due della Lega, una del PD e una del M5S. Volendo concludere con una nota positiva, almeno in Molise non bisognerà attendere molto per la formazione del nuovo governo.

    Riferimenti bibliografici

    De Lucia, F. (2013), ‘In Molise è Frattura, dopo 15 anni archiviata l’era Iorio’, in De Sio, L., Cataldi, M., e De Lucia, F. (a cura di), Le Elezioni Politiche 2013, Dossier CISE(4), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 165-168.

    Emanuele, V., e Riggio, A. (2018), ‘Disgiunto e utile: il voto in Sicilia e la vittoria di Musumeci’, in Emanuele, V., e Paparo, A. (a cura di), Dall’Europa alla Sicilia. Elezioni e opinione pubblica nel 2017, Dossier CISE(10), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 251-255.


    [1]NOTA: Nella parte superiore della tabella sono presentati i risultati al proporzionale; nella parte inferiore si usano i risultati maggioritari (per le regionali).

    Sinistra è la somma dei risultati ottenuti da candidati (regionali) o partiti (politiche) di sinistra ma non in coalizione con il PD;

    il Centro-sinistra somma candidati (regionali) del PD o le coalizioni (politiche) con il PD;

    Il Centro è formato da candidati (regionali) o coalizioni (politiche) sostenuti o contenenti almeno uno fra NCI, UDC, NCD, FLI, SC;

    il Centro-destra somma candidati (regionali) sostenuti da FI (o PDL) o coalizioni (politiche) contenenti FI (o PDL);

    la Destra è la somma di candidati (regionali) sostenuti, contro FI/PDL, da Lega, FDI, La Destra, MNS, FN, FT, CasaPound, o coalizioni (politiche) contenenti almeno uno di questi. Pirozzi è stato inserito in questa voce, così come le liste a suo sostegno nella parte superiore della tabella.

    Criteri per l’assegnazione di un candidato a un polo: se un candidato è sostenuto dal PD o da FI (o PDL) è attribuito al centro-sinistra e al centro-destra rispettivamente, a prescindere da quali altre liste facciano parte della coalizione a suo sostegno. Se un candidato è sostenuto solo da liste civiche è un candidato civico. Se una coalizione è mista civiche-partiti, questi trascinano il candidato nel loro proprio polo se valgono almeno il 10% della coalizione, altrimenti il candidato resta civico. Se un candidato è sostenuto da partiti appartenenti a diverse aree (escludendo PD e FI/PDL che hanno la priorità), si valuta il relativo contributo dei diversi poli alla coalizione del candidato per determinarne l’assegnazione (al polo che pesa di più).

  • Svolta a destra nelle elezioni 2017 in Austria

    Svolta a destra nelle elezioni 2017 in Austria

    I principali vincitori delle elezioni austriache del 15 ottobre 2017 sono i partiti sulla destra dello spettro ideologico. Il Partito Popolare Austriaco (ÖVP) si conferma primo partito con il 31,5% dei voti, aumentando la propria quota di voto di oltre 7 punti percentuali, e ottenendo 15 seggi parlamentari in più rispetto alle ultime elezioni politiche, nel 2013. Pur non riuscendo ad eguagliare gli eccezionali risultati elettorali del 1999, il partito populista di estrema destra, il Partito delle Libertà (FPÖ), ottiene 26% dei voti, aumentando cosi di 5,5 punti il risultato del 2013. I due partiti a destra dello spettro ideologico ottengono complessivamente il 58,3% dei voti (cfr. Tabella 1). Il Partito Socialdemocratico Austriaco (SPÖ), partito del cancelliere in carica prima delle elezioni, ottiene il 26,9% superando di misura in un serrato testa in testa l’FPÖ.

    La sorpresa più grande della notte elettorale è stata tuttavia la sconfitta dei Verdi. Uno dei partiti ecologisti di maggior successo in Europa (Dolezal 2016), i Verdi non sono stati in grado di raggiungere il 4% dei voti, quota che gli avrebbe permesso di entrare in Parlamento. Alla fine, i Verdi hanno ottenuto il 3,8% dei voti, 8,6 punti in meno rispetto alle elezioni precedenti, rimanendo così, per la prima volta dal 1986, esclusi dal Parlamento. Il partito dei NEOS, che per la prima volta era entrato in Parlamento nel 2013, riesce ad aumentare leggermente la propria quota di voto ottenendo un mandato in più rispetto ai 9 vinti nel 2013. Lo spin-off dei Verdi, la Lista Peter Pilz, alla sua prima apparizione ad un’elezione generale, è riuscito a entrare nel Parlamento. L’affluenza elettorale è stata dell’80%, il che rappresenta un aumento notevole: pari a circa 5 punti percentuali rispetto al 2013 (cfr. Tabella 1), arrestando e addirittura invertendo la tendenza alla diminuzione osservata in Austria nelle recenti elezioni (Kritzinger et al. 2013).

    Tab. 1 – Risultati Elezioni Legislative in Austria (15 ottobre 2017)at_post_1_ITCome discusso nell’articolo pre-elettorale, durante la campagna elettorale, il nuovo e giovane leader dell’ÖVP, Sebastian Kurz, è riuscito ad affermarsi agli occhi dei media e di molti elettori come rappresentante di un nuovo approccio alla politica. Inoltre, poco prima delle elezioni, Kurz è riuscito a imporsi come il più competente sul tema dell’immigrazione, prendendo posizioni forti contro gli immigrati e ha lavorato duramente durante la campagna elettorale, riuscendo di fatto a “rubare” questo tema al partito di estrema destra dell’FPÖ. Non vi è dubbio che la campagna elettorale austriaca sia stata dominata da questioni legate all’immigrazione, sia in termini di contenimento del numero di rifugiati che di limitazione dell’accesso degli immigrati al welfare austriaco. La forte attenzione alle questioni relative all’immigrazione ha eclissato altri temi, come la previdenza sociale e la disoccupazione, temi storicamente in mano al partito di centro sinistra (l’SPÖ).

    Subito dopo che i risultati sono stati ufficializzati il 20 ottobre, il presidente austriaco Alexander Van der Bellen ha dato mandato a Sebastian Kurz di formare un nuovo governo. Kurz ha subito avviato colloqui formali con tutti i leader di partito, compreso il cancelliere uscente, Christian Kern (della SPÖ). Tuttavia, il rinnovo di un governo di coalizione SPÖ-ÖVP è apparso immediatamente molto improbabile a causa della crescente tensione tra i due ex partner della coalizione, che ha portato ad un governo uscente molto frammentato e litigioso. Lunedì 23 ottobre Kern ha infatti annunciato che il suo partito, l’SPÖ, si sarebbe preparato per l’opposizione. Il 24 ottobre sono iniziati i colloqui ufficiali tra ÖVP e l’FPÖ. Sebbene i negoziati siano tuttora in corso, una coalizione ÖVP-FPÖ sembra il risultato più probabile di una dura campagna elettorale.

    La Tabella 2 riassume i principali risultati di uno studio online CAWI condotto durante la campagna elettorale dal Dipartimento di Governo dell’Università di Vienna nel contesto di un più ampio progetto di ricerca comparata del Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE). La tabella riporta le quindici questioni con la massima priorità per l’elettorato austriaco nel suo complesso e per gli elettori dei probabili partiti del futuro governo, l’ÖVP e l’FPÖ. In particolare, è stato chiesto agli intervistati di indicare la priorità assegnata all’obiettivo selezionato per ciascuno di questi temi. I temi sono classificati come di valence se si riferiscono ad un obiettivo condiviso (ad esempio, lotta alla disoccupazione, lotta alla corruzione). Le positional issues rappresentano invece questioni divisive, che si riferiscono alla scelta fra due obiettivi opposti, come ad esempio la spesa pubblica rispetto ai tagli fiscali. Dalla Tabella 2 si possono dedurre due importanti osservazioni.

    In primo luogo, in termini di priorità, gli elettori dell’ÖVP e dell’FPÖ sono perfettamente in linea tra loro. L’unica questione su cui i due elettorati divergono è quella relativa all’uscita o permanenza nell’UE, che per l’elettorato FPÖ ha una priorità molto inferiore rispetto a quello dell’ÖVP. In secondo luogo, la priorità media dei due elettorati raggruppati nella colonna “Governo” mostra che le priorità degli elettori del governo non sono lontane da quelle degli elettori austriaci su diverse questioni, tra cui la lotta alla disoccupazione, alla criminalità e alla corruzione. La priorità dell’elettorato di governo è tuttavia superiore a quella dell’intero elettorato su questioni più strettamente legate all’immigrazione, come il controllo dei flussi e l’adattamento degli stranieri alla cultura austriaca. Pertanto, se i due futuri partiti di governo intendono seguire strettamente le priorità di coloro che li hanno votati, un governo ÖVP-FPÖ si dovrà concentrare principalmente sulle varie questioni legate all’immigrazione. Resta da vedere quali ripercussioni ciò avrà sulla vecchia linea di conflitto politico, che comprende le questioni economiche e sociali, e quanto sarà soddisfatto l’elettorato austriaco nel suo insieme.

    Tabella 2 – Lista delle questioni con la più alta priorità incluse nel sondaggio pre-elettorale[1]at_post_2_ITRiferimenti bibliografici

    Dolezal, M. (2016). The Greens in Austria and Switzerland: Two successful opposition parties. In: van Haute, E. (ed.) Green parties in Europe. Abingdon. New York: Routledge, pp. 15–41.

    Kritzinger, S., Zeglovits, E., Lewis-Beck, M. S., e Nadeau, R. (2013) The Austrian Voter. Vienna: Vienna University Press.


    [1] Fonte: sondaggio CAWI condotto in Austria a Settembre 2017; campione probabilistico con N=853.

  • 2017 Austrian election: A move to the right

    2017 Austrian election: A move to the right

    The major winners of the 2017 Austrian election held on October 15 were the parties of the right of the ideological spectrum. The Christian democratic People’s Party (ÖVP) obtained 31.5% of votes, coming in first place and increasing its vote share by more than 7 percentage points and obtaining 15 parliamentary seats more compared to the last general election held in 2013. Despite being unable to secure the second position and to equal the all-time high election results of 1999, the populist far right Freedom party (FPÖ) increased its vote share since 2013 by 5.5 points to 26 per cent. Hence, combined, the two parties on the right of the ideological spectrum reached a total of 58.3% of the votes (see Table 1). The incumbent chancellor party, the Social Democrats (SPÖ), gained 26.9% in a head-on-head race against the FPÖ.

    The biggest surprise of the election night was the debacle of the Greens. One of the most successful Green parties of Europe (Dolezal 2016), the Greens were unable to make it into the Parliament – the first time since they first entered the Parliament in 1986. In the end, the Greens received 3.8 per cent of the vote, 8.6 percentage points less than in the previous elections and below the 4% electoral threshold. The relatively new party NEOS who campaigned for the first time in 2013 managed to slightly increase its vote share securing one additional mandate to the 9 won in 2013. The spinoff of the Greens, Liste Peter Pilz, in its first appearance in a general election managed to enter the Parliament. Turnout was 80 per cent which represents a substantial increase of about 5 percentage points from 2013 (see Table 1) hence halting and even reversing the downturn tendency observed in recent elections in Austria (Kritzinger et al. 2013).

    Table 1 – Results Austrian National Council (15 October 2017)at_post_1

    As discussed in the pre-election article the new and young leader of the ÖVP, Sebastian Kurz, has been successful during the election campaign in establishing himself in the eyes of media and many voters as representing a fresh approach to politics with tough stances towards immigration. Just before the elections, Kurz was able to “steal” ownership of the immigration issue by conveying a clear anti-immigration position, thus eclipsing the FPÖ. Furthermore, Kurz worked hard during the election campaign in showing his competence and credibility in dealing with the immigration issue, credibility he gained during the refugee crisis in 2015 when he led a cross-country alliance, which allowed the closure of the so-called Balkan route and thereby holding back a further influx of refugees. The election campaign has been dominated by issues related to the immigration, both in terms of containing the number of refugees and restricting the access to welfare benefits for immigrants. The strong attention to the immigration issues eclipsed other themes such as social welfare and unemployment on which the SPÖ had historically the highest competence.

    As soon as the election results have become official on October 20, the Austrian president Alexander Van der Bellen instructed Sebastian Kurz to form a new government. A few days after, Kurz started formal talks with all party leaders including chancellor Kern from the SPÖ. However, a renewal of a SPÖ-ÖVP coalition government was very unlikely due to the increased tension between the two former coalition partners that has led to an increasingly fractious outgoing administration. Kern in fact announced on Monday, 23 October, that his party, the SPÖ, would prepare for opposition. On October 24, official coalition talks started with the FPÖ. Though coalition negotiations only started very recently, an ÖVP-FPÖ coalition looks like the likeliest outcome of the hard-fought 2017 Austrian election campaign.

    Table 2 summarizes the main findings from an online CAWI survey study conducted during the election campaign by the Department of Government at the University of Vienna in the context of a broader comparative research project of the Italian Center for Electoral Studies (CISE). The table reports the fifteen issues with the highest priority for the overall Austrian electorate and for the electorates of the respective parties, the ÖVP and the FPÖ. Specifically, respondents were asked to indicate the priority they assign to the selected goal for each of these issues. The issues classified as valence issues refer to one shared goal (e.g., fight unemployment, fight against corruption). Positional issues represent divisive issues that refer to two rival goals, e.g. public spending vs. tax cuts. Two important remarks can be derived from Table 2.

    First, in terms of priorities, the ÖVP and the FPÖ electorates are very much in line with one another. The only issue on which the two electorates diverge is the issue of leaving or staying in the EU since the FPÖ electorate has a much lower priority compared to that of the ÖVP. Second, the mean priority of the two electorates bundled in the column “Government” in Table 2 shows that the priorities of government voters are not off from those of the Austrian voters on several issues including fighting unemployment, crime and corruption. The priority of the government electorate is however higher than that of the entire electorate on issues more closely connected to immigration such as control for immigration and foreigners’ adaptation to Austrian culture. Thus, if the two likely parties in government aim at following closely the priorities of those who voted for them, then a new government between the ÖVP and FPÖ will mostly focus on the various issues related to immigration. Which repercussions this will have on the old conflict line including economic and social welfare issues as well as on how pleased the overall electorate will be remains to be seen.

    Table 2 – List of issues with the highest priority included in the survey[1]at_post_2References

    Dolezal, M. (2016). The Greens in Austria and Switzerland: Two successful opposition parties. In: van Haute, E. (ed.) Green parties in Europe. Abingdon. New York: Routledge, pp. 15–41.

    Kritzinger, S., Zeglovits, E., Lewis-Beck, M. S., and Nadeau, R. (2013) The Austrian Voter. Vienna: Vienna University Press.


    [1] Data from a CAWI survey conducted in Austria in September 2017; probability sample with N=853.

  • Austria ’17: mobilitazione del conflitto politico in un sistema partitico in ricostruzione

    Austria ’17: mobilitazione del conflitto politico in un sistema partitico in ricostruzione

    Il 15 ottobre 2017, gli elettori austriaci sono chiamati alle urne per eleggere un nuovo parlamento (Nationalrat). Le elezioni sono state indette subito dopo che Sebastian Kurz, 31 anni, ministro degli Affari Esteri, è subentrato a Reinhold Mitterlehner come leader del Partito Popolare Austriaco (ÖVP) a Maggio 2017. La leadership di Kurz e un nuovo nome del partito (“Nuovo Partito Popolare”) hanno portano ad un’enorme ascesa nei sondaggi per il partito ÖVP.[1] Ad oggi, a meno di una settimana prima delle elezioni, il controllo di Kurz della carica di cancelliere dopo le elezioni sembra piuttosto sicuro.

    Sebastian Kurz è riuscito ad affermarsi agli occhi dei media e di molti elettori come rappresentante di un nuovo approccio alla politica – anche se lui stesso è stato ministro degli Affari Esteri e dell’Integrazione dal 2013 – con una posizione dura nei confronti dell’immigrazione. Durante il grande afflusso di migranti nel 2015-2016, la questione dell’immigrazione è stata un forte motore di sostegno per il partito radicale di destra Partito della Libertà Austriaco (FPÖ), che da allora ha guidato i sondaggi. Negli ultimi mesi, tuttavia, Kurz è riuscito ad appropriarsi della questione dell’immigrazione trasmettendo una chiara posizione anti-immigrazione, eclissando così l’FPÖ. Ad oggi, il partito dei socialdemocratici (SPÖ), e attuale partito del cancelliere austriaco, è in terza posizione nei sondaggi pre-elettorali. L’SPÖ sperava che il sostegno al nuovo leader, Christian Kern – fino a maggio 2016 manager della ferrovia pubblica austriaca con nessuna esperienza politica – sarebbe cresciuto con l’intensificarsi della campagna elettorale. Tuttavia, a causa di una serie di errori politici durante la campagna elettorale e data la forte concentrazione della campagna elettorale sui temi dell’immigrazione, questione chiaramente controllata da Kurz e dall’FPÖ, il sostegno allo SPÖ si è deteriorato durante la campagna elettorale.

    Uno studio online CAWI condotto dal Dipartimento di Governo dell’Università di Vienna nel contesto di un più ampio progetto di ricerca comparato del Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE) fornisce una rappresentazione completa delle preferenze e delle priorità dell’elettorato austriaco. Analogamente a quanto è stato fatto di recente per le elezioni olandesi, francesi, tedesche e britanniche, agli intervistati in Austria è stato chiesto di esprimere il loro sostegno su un’ampia serie di questioni positional (questioni che normalmente riguardano due obiettivi rivali, ad esempio l’aumento della spesa pubblica contro i tagli fiscali). In particolare, ad ogni intervistato è stato chiesto di posizionarsi su una scala di 6 punti i cui poli rappresentano i due obiettivi rivali da perseguire su un determinato tema. In seguito, è stato chiesto agli intervistati di indicare la priorità che assegnano all’obiettivo selezionato per ciascuno di questi temi. Il questionario comprendeva anche dieci questioni valence, vale a dire questioni che si riferiscono ad un unico obiettivo condiviso (ad esempio, lotta alla disoccupazione, lotta contro la corruzione). Su questi temi è stato chiesto ai rispondenti di assegnare il livello di priorità.

    La Tabella 1 riassume i principali risultati dell’indagine CAWI, riportando le dieci questioni più salienti tra l’elettorato austriaco nel suo complesso, il partito che “controlla” questa questione e il partito con il più alto punteggio di rendimento generale su tale questione (in inglese issue yield). Il “controllo” o in inglese ownership di una questione si riferisce all’idea che alcuni partiti hanno una reputazione di lunga data per la competenza e la capacità di gestire alcune questioni (Petrocik 1996); la issue yield, basato sulla teoria proposta da De Sio e Weber (2014), misura quanto sia favorevole per un partito parlare di tale questione durante la campagna elettorale.

    La Tabella 1 mostra senza troppe sorprese che, come in gran parte degli altri paesi inclusi nel progetto comparativo del CISE, le questioni di valenza come la lotta alla disoccupazione, la criminalità e la protezione dal terrorismo ricevono in Austria i massimi livelli di priorità. Questi problemi di valenza riguardano sia l’immigrazione che il welfare. È interessante notare che la questione del terrorismo è molto importante per l’elettorato austriaco, anche se l’Austria non è stata direttamente colpita da attentati terroristici. Varie cause giudiziarie e operazioni di polizia contro i guerrieri ISIS provenienti dall’Austria sono chiaramente responsabili per questo alto livello d’importanza per la questione terrorismo. Per quanto riguarda le questioni di posizione, quelle relative all’immigrazione ottengono un punteggio elevato, comprese le norme in materia di asilo e le quote per i rifugiati, nonché quelle relative al benessere sociale legato agli immigrati (limitando cioè l’accesso ai benefici sociali per gli immigrati).

    La colonna sulla ownership nella Tabella 1 elenca il partito che l’elettorato ritiene essere il più competente nel trattare una questione specifica. Vediamo chiaramente che i tre partiti più grandi, SPÖ, ÖVP e FPÖ, controllano quasi tutte le questioni principali. L’unica eccezione è la questione della corruzione, che è controllata dalla Liste Pilz. Peter Pilz – deputato di lunga data per i Verdi, noto come “combattente per la corruzione” – ha formato un proprio partito nel giugno 2016 dopo vari conflitti interni nei Verdi.

    Tabella 1 – Temi al centro del dibattito in Austria per priorità (clicca per ingrandire).aut_pre_tab1_IT

    La colonna più a destra nella Tabella 1 indica il partito con il più alto punteggio di issue yield su una determinata questione. In altre parole, per ciascuna questione la colonna mostra il partito che dovrebbe focalizzare la propria la campagna elettorale su quella specifica questione per massimizzare i propri voti. Non sorprende vedere che i tre partiti principali (SPÖ, ÖVP e FPÖ) ottengono i risultati migliori: questo è completamente in linea con gli altri paesi inclusi nel progetto comparativo del CISE. In particolare, la Tabella 1 mostra che l’ÖVP e il FPÖ hanno i rendimenti più elevati per la maggior parte delle questioni prioritarie per l’elettorato, tutte legate all’immigrazione. È importante sottolineare come finora l’ÖVP e il FPÖ siano riusciti a mantenere la campagna elettorale incentrata proprio su questi temi. D’altro canto, l’SPÖ non è stato in grado di suscitare l’interesse per le questioni che presentano i suoi rendimenti più elevati, come la disoccupazione e l’acquisto di case a prezzi accessibili: ciò spiega perché FPÖ e ÖVP sono attualmente in testa ai sondaggi, mentre l’SPÖ sta facendo molta fatica ad incrementare i propri voti. Un’eccezione al controllo dei partiti principali delle questioni più salienti è rappresentata dalla lotta alla corruzione, sulla quale la Liste Pilz ha il rendimento più elevato. Per quanto riguarda la questione delle quote per i rifugiati, i NEOS hanno il miglior rendimento. Anche se questa attribuzione può sembrare a prima vista sorprendente, in realtà questo risultato riflette la forte difesa da parte dei NEOS di una soluzione a livello europeo per risolvere la questione dell’immigrazione. A parte queste due eccezioni, i tre partiti più piccoli, ovvero Liste Pilz, i Verdi e NEOS, non mostrano mai il rendimento più alto; ciò significa che, qualunque cosa decidano di discutere durante la campagna elettorale, possono favorire qualche altro partito più di quanto non aiutino se stessi. Nel complesso, i risultati dimostrano che i problemi che dominano la campagna elettorale austriaca stanno chiaramente aiutando i due partiti della destra dello spettro ideologico – l’ÖVP e l’FPÖ – e questo si riflette chiaramente nei sondaggi attuali.

    Il sistema proporzionale in Austria rende necessario un accordo di coalizione dopo le elezioni per la formazione del governo. Dal momento che l’ÖVP e lo SPÖ non sono disposti a formare nuovamente una grande coalizione insieme e dato che l’ÖVP e il FPÖ rimangono vicini tra loro in termini di piattaforme politiche, un risultato in linea con gli attuali sondaggi, sarebbe una coalizione composta dall’ÖVP e dal FPÖ, con Sebastian Kurz che assumerà la carica di cancelliere dopo le elezioni. L’Austria avrebbe così il più giovane capo di governo d’Europa al potere insieme a uno dei partiti populisti di estrema destra più affermati in Europa, incentrato soprattutto sulle varie questioni legate all’immigrazione. Resta da vedere quali ripercussioni ciò avrà sulla vecchia linea di conflitto partitico, comprese le questioni economiche e sociali.

    Riferimenti bibliografici

    De Sio, L., e Weber, T. (2014). ‘Issue Yield: A Model of Party Strategy in Multidimensional Space’ American Political Science Review 108 (4): 870–885.

    Petrocik, John R. (1996). ‘Issue Ownership in Presidential Elections, with a 1980 Case Study’, American Journal of Political Science, 40(3): 825–850.


    [1] Source: neuwal.com

  • Austria 2017: conflict mobilization in a reconstructing political landscape

    Austria 2017: conflict mobilization in a reconstructing political landscape

    On the 15th of October 2017, Austrian voters are called to the polls to elect a new parliament (Nationalrat). The snap elections were called immediately after Sebastian Kurz, the 31-year-old minister of foreign affairs succeeded Reinhold Mitterlehner as leader of the Christian democratic People’ s Party (ÖVP) in May 2017. Kurz’s leadership and a new party brand (“The new People’s party”) lead to an enormous ascent in the polls for the party.[1] As of today, less than a week before the election, Kurz’s way to the Austrian chancellorship appears to be rather sure.

    Sebastian Kurz was successful in establishing himself in the eyes of media and many voters as representing a fresh approach to politics – even though he has been the minister for Foreign Affairs and Integration since 2013 – with tough stances towards immigration. During the large inflow of migrants in 2015-16, the immigration issue was a strong driver of support for the radical-right Freedom party (FPÖ), which has had the lead in the polls since then. In recent months however, Kurz was able to take ownership of the immigration issue by conveying a clear anti-immigration position, thus eclipsing the FPÖ. The Social Democrats (SPÖ), the current chancellor party, is largely expected to fare in third place. The SPÖ had hoped that the appeal of its new leader, Christian Kern – until May 2016 manager of the public railway with little political experience – would grow as the campaign intensified. However, due to a series of missteps in the election campaign and given the strong focus of the campaign on immigration, issues clearly owned by Kurz and the FPÖ, the support for the SPÖ has deteriorated and remained behind the other two main parties.

    An online CAWI survey study conducted by the Department of Government at the University of Vienna in the context of a broader comparative research project of the Italian Center for Electoral Studies (CISE) provides a snapshot of the preferences and priorities of the Austrian electorate. Similarly, to what has recently been done for the Dutch, French, German and British elections, respondents in Austria were asked to express their support on a wide set of positional issues (these are divisive issues that refer to two rival goals, e.g. public spending vs. tax cuts). Specifically, each respondent was asked to position herself on a 6-point scale where the respective poles represent the two rival goals to be pursued on a given issue. Later, respondents were asked to indicate the priority they assign to the selected goal for each of these issues. The questionnaire also included ten valence issues, namely issues that refer to one shared goal (e.g., fight unemployment, fight against corruption). On these issues, respondents were asked to attribute their level of priority.

    Table 1 summarizes the main findings from the CAWI survey, reporting the ten most salient issues among the overall Austrian electorate, the party that “owns” the issue, and the party with the highest generalized issue yield score on that issue. Issue ownership refers to the idea that parties have long-standing reputations for competence and the ability of handling certain issues (Petrocik 1996); the issue yield score, based on the issue yield theory (De Sio and Weber 2014), measures the favorability for the party of campaigning on that issue.

    Table 1 unsurprisingly shows that, as in much of the rest of the countries included in the comparative project, valence issues such as fighting unemployment, crime and protecting from terrorism receive the top levels of priority in Austria. These valence issues tap both immigration and welfare issue and score equally well. Interestingly, the issue of terrorism is very salient although Austria has not been subject to terrorist attacks directly. Various court cases and police operations against IS warriors from Austria may be responsible for this high issue importance. Turning to the positional issues, those related to immigration score high, including asylum rules and refugee quotas as well as issues related to social welfare connected to immigrants (i. (https://texasdls.com) e. restricting access welfare benefits for immigrants).

    The issue ownership column in Table 1 lists the party the electorate thinks is the most competent in handling a specific issue. We clearly see that the three main parties, SPÖ, ÖVP and FPÖ control almost all of the salient issues. The only exception is the issue of corruption that is controlled by Liste Pilz. Peter Pilz – a long-standing MP for the Greens with a well-known reputation as “corruption fighter” – has formed its own party in June 2016 after intra-party conflicts within the Greens.

    Table 1 – List of issues with the highest priority included in the survey (click to enlarge).aut_pre_tab1_EN

    The most-right column in Table 1 indicates the party with the highest generalized issue yield score on that issue. In other words, this is the party, which should emphasize the issue most than any other parties during the electoral campaign to maximize its votes. It is not surprising to observe that the three largest parties (SPÖ, ÖVP and FPÖ) have the best yields: this is in line with the other countries in the project. In particular, Table 1 shows that the ÖVP and FPÖ have the highest yield on most of the issues that have priority for the electorate – all related to immigration issues. Importantly, so far the ÖVP and FPÖ have been successful in keeping the election campaign focused on precisely these topics. On the other hand, the SPÖ has been unable to raise interest on the issues with its highest yield like unemployment and affordable homes: this explains why the FPÖ and the ÖVP are currently in the lead in the polls while the SPÖ is struggling to increase its support. One exception to the mainstream prevalence on salient issues is represented by the fight on corruption, on which the Liste Pilz has the highest issue yield. On the issue of refugee quotas the liberal NEOS have the best yield. While this party attribution may seem surprising, it in fact reflects the strong advocacy by the NEOS for a European-wide solution to solve the immigration issue. Apart from these two exceptions, the three smaller parties, i.e. Liste Pilz, the Greens and the NEOS, never show the highest yield: this means that whatever they decide to talk about during the election campaign, they may favor some other party more than they help themselves. Overall, the various ways of analyzing issues show that the issues dominating the Austrian electoral campaign are clearly helping the two parties on the right of the ideological spectrum – the ÖVP and FPÖ – reflected on their current lead of the opinion polls.

    The proportional system in Austria makes a coalition agreement a necessary step in the formation of the government. Giving the unwillingness of the ÖVP and the SPÖ to form a grand coalition again, and given that the ÖVP and the FPÖ remain closer to each other in terms of policy platforms, a result in line with current polls would be a coalition consisting of the ÖVP and the FPÖ, with Sebastian Kurz taking up the position of chancellor. Austria would then have the youngest head of government in Europe ruling together with one of the most successful far-right populist party in Europe mostly focused on the various issues related to immigration. Which repercussions this will have on the old conflict line including economic and social welfare issues remains to be seen.

    References

    De Sio, L., and Weber, T. (2014). ‘Issue Yield: A Model of Party Strategy in Multidimensional Space’ American Political Science Review 108 (4): 870–885.

    Petrocik, John R. (1996). ‘Issue Ownership in Presidential Elections, with a 1980 Case Study’, American Journal of Political Science, 40(3): 825–850.


    [1] Source: neuwal.com