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L’elemento di maggiore e più sorprendente discontinuità che, rispetto al passato, caratterizza le elezioni politiche del 2013 è rappresentato senza dubbio dall’affermazione elettorale del Movimento 5 stelle (M5s). Un successo straordinario, dalle forti ripercussioni sistemiche, tale da poter essere considerato una sorta di spartiacque fra la Seconda Repubblica e ciò che la seguirà. Un successo per certi versi atteso, almeno da qualche tempo, ma assolutamente non nella misura in cui è avvenuto. Vari altri capitoli di questo volume si occupano di alcuni singoli aspetti del successo del M5s, ad esempio analizzando il suo impatto sul risultato elettorale, nonché il suo effetto sul cambiamento di alcune delle caratteristiche della classe politica. In questo capitolo tuttavia ci dedicheremo a un approfondimento esclusivo delle caratteristiche di questa nuova formazione. Così, approfondiremo anzitutto la storia politico-elettorale del M5s, dedicandoci poi a un’analisi più dettagliata del suo successo nel 2013 e della sua trasversalità sia geografica che politica. Prenderemo poi in esame il profilo socio-demografico e politico degli elettori del M5s, esaminando anche le dinamiche dell’opinione pubblica che ne hanno segnato l’evoluzione. Infine presenteremo alcune considerazioni conclusive, tese a inquadrare la duplice sfida del M5s: da un lato quella prettamente politica, lanciata al sistema partitico italiano, e dall’altro quella teorica e organizzativa, ancora più difficile e densa di significato storico e di valore culturale, lanciata al concetto di democrazia rappresentativa. Due sfide molto difficili da vincere, per un partito-movimento con caratteristiche che restano, per certi versi, ancora molto contraddittorie.

Fra poco meno di due mesi gli italiani saranno chiamati alle urne per una fondamentale consultazione che coinvolgerà tutti gli elettori per le elezioni europee e oltre la metà degli 8.000 comuni italiani, fra cui Bari e Firenze, per le amministrative. Sarà un test molto importante per il neonato governo Renzi, oltre che per verificare il grado di gradimento verso le istituzioni dell’Unione. Non si tratta però delle prime elezioni a svolgersi dopo le politiche dello scorso febbraio. Già nel maggio del 2013, infatti, hanno votato per rinnovare sindaci e consigli comunali quasi 10 milioni di italiani, fra cui i cittadini romani. Tale tornata ha rappresentato un’interessante opportunità per continuare il nostro attento monitoraggio dell’opinione pubblica nel corso degli ultimi anni, al centro di quella che possiamo ormai definire una vera e propria transizione. In questo quinto Dossier CISE raccogliamo i contributi su tali elezioni pubblicati sul sito web CISE, documentandone il risultato e cercando di analizzarne i nodi cruciali. Quali, ad esempio, le diverse offerte politiche in campo a livello locale; i risultati dei partiti e delle coalizioni; l’evoluzione della partecipazione elettorale nei diversi contesti; i risultati delle sempre numerose sfide al secondo turno; il quadro finale delle amministrazioni conquistate dai vari schieramenti. In particolare abbiamo cercato di delineare, anche attraverso le analisi dei flussi elettorali in diverse città, come si sono venuti determinando i due grandi fenomeni emersi in queste elezioni. In primo luogo la ritrovata capacità delle due coalizioni principali, quella di centrodestra e quella di centrosinistra, di rivestire il ruolo di cardini del nostro sistema politico. Ciò è avvenuto a danno del terzo polo di centro e del Movimento 5 stelle, che hanno fatto registrare una brusca battuta d’arresto. Per quest’ultimo in particolare, si è trattato di un risultato alquanto inatteso e che ha interrotto la continua crescita elettorale fatta registrare dalle sue prime apparizioni fino alle politiche 2013. Il secondo chiaro esito di questa consultazione è stato il netto successo della coalizione di centrosinistra. Gli elettori di tale area politica si sono dimostrati ancora una volta più fedeli nelle consultazioni minori, nonostante il magro risultato delle politiche avrebbe potuto scoraggiarli.

Contrary to the view that linguistic homogeneity is required to create a viable demos, this article argues that linguistic diversity can be a permanent feature of any democratic community, so long as there is a unified and robust voting space that provides a common intentional object, around which distinct public spheres can aesthetically organize their political discourse. An attempt to explain how such a voting space operates in Switzerland, the finest existing exemplar of a multilingual demos, is given. Following the Swiss example, the author proposes, would go a long way to constituting the European Union as a democratically legitimate trans-national demos, despite its formidable linguistic diversity.

Nel corso degli ultimi 20 anni il sistema partitico del nostro paese è stato attraversato da profondi mutamenti. Dopo la lunga stagione del pluralismo estremo e polarizzato degli anni della Prima Repubblica, a partire dal 1994 si è progressivamente mosso verso un sistema bipolare con alternanza caratterizzato da alti livelli di frammentazione e discontinuità dell’offerta politica, fino alla svolta quasi-bipartitica delle elezioni del 2008. Il capitolo ha l’obiettivo di analizzare il cambiamento del sistema partitico italiano avvenuto con le elezioni del 2013 dalle quali è emerso un sistema sostanzialmente tripolare che ha stravolto l’assetto bipolare precedente in un quadro di crescente destrutturazione e di fluidità elettorale che ha pochi eguali nella storia elettorale dell’Europa occidentale. Quali sono le caratteristiche del nuovo sistema partitico italiano? Quali fattori lo hanno determinato? Cosa spiega la sua perenne instabilità? Servendosi di molteplici indicatori e attraverso un approccio empirico e attento alla comparazione con altri casi europei il capitolo cercherà di dare risposta a questi interrogativi.

CHIARAMONTE, A. C. A. (2014). Le elezioni politiche del 2013: uno tsunami senza vincitori. In C. Fusaro & A. Kreppel (Eds.), Politica in Italia. I fatti dell’anno e le interpretazioni - Edizione 2014 (pp. 51–70). BOLOGNA: Il Mulino.