Pubblicazioni scientifiche

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Parties in pluralist democracies face numerous contentious issues, but most models of electoral competition assume a simple, often one-dimensional structure. We develop a new, inherently multidimensional model of party strategy in which parties compete by emphasizing policy issues. Issue emphasis is informed by two distinct goals: mobilizing the party's core voters and broadening the support base. Accommodating these goals dissolves the position-valence dichotomy through a focus on policies that unite the party internally while also attracting support from the electorate at large. We define issue yield as the capacity of an issue to reconcile these criteria, and then operationalize it as a simple index. Results of multilevel regressions combining population survey data and party manifesto scores from the 2009 European Election Study demonstrate that issue yield governs party strategy across different political contexts.

The article was published on Italian Political Science can be accessed here. Abstract In recent times, technocratic transformations occurring in the governmental arena of European political systems have prompted growing scholarly interest. This study aims to contribute to this flourishing research agenda by examining the features of Italian technocratic ministers, the underpinnings of their government involvement, and the trajectories they have followed after ruling responsibility from 1948 to 2021. The main findings of the study show that: (a) there is a clear gendered pattern in technocratic appointments; (b) university professors are...

CHIARAMONTE, A., & D’ALIMONTE, R. D. R. (2004). Dieci anni di (quasi) maggioritario. Una riforma (quasi) riuscita. In S. Ceccanti & S. Vassallo (Eds.), Come chiudere la transizione. Cambiamento, apprendimento e adattamento nel sistema politic...

Nel capoluogo siciliano si sono svolte, a circa due mesi di distanza l’una dall’altra, due competizioni elettorali che hanno prodotto in entrambi i casi un esito inaspettato alla luce dei rapporti di forza preesistenti: le primarie del centrosinistra hanno visto a sorpresa la vittoria di un outsider, Fabrizio Ferrandelli, che ha sconfitto Rita Borsellino, sostenuta da tutti i partiti della coalizione; le successive elezioni comunali hanno ancora una volta ribaltato le previsioni della vigilia con il candidato del centrodestra, Massimo Costa che non è nemmeno riuscito a raggiungere il ballottaggio. Così nella città che è stata per lungo tempo una roccaforte di Forza Italia prima e del Pdl poi, accedono al secondo turno due candidati progressisti: il vincitore delle primarie Ferrandelli e l’ex sindaco Leoluca Orlando che, con l’appoggio di Idv e sinistra radicale, ha addirittura sfiorato la vittoria al primo turno. La letteratura sul comportamento di voto delle città del Sud ha recentemente sottolineato la tendenza dell’elettorato meridionale a mostrare un’alta volatilità nelle proprie scelte di voto (Raniolo 2010), tale da rendere il Mezzogiorno un’area tanto imprevedibile quanto decisiva per la conquista del governo (D’Alimonte e Vassallo 2007). Le due recenti competizioni nella città di Palermo si inseriscono dunque all’interno di un trend già osservato in precedenza, ma mostrano anche alcuni elementi di novità. In particolare, sembra emergere la crescente incapacità dei partiti di mobilitare i propri elettori al voto e ciò fa sì che altri fattori, primo fra tutti la personalità dei candidati, diventino determinanti per la vittoria elettorale. Questo lavoro ha l’obiettivo di analizzare le elezioni primarie e le successive comunali spiegandone l’esito attraverso un approccio di geografia elettorale e l’utilizzo di una metodologia quantitativa con dati ecologici (Dogan e Rokkan 1969; Johnston et al. 1990). L’analisi della partecipazione e del voto sarà dunque condotta disaggregando i risultati a livello sub-comunale (le primarie nei 31 gazebo, le comunali nelle 55 Unità di Primo Livello, corrispondenti a quartieri e rioni storici della città), e comparandoli con quelli delle politiche 2006 e 2008, così da “mappare” le diverse zone della città dal punto di vista politico e sociale (grazie al confronto con alcuni utili indicatori socio-economici) e interpretare le due competizioni più recenti ( servendoci anche della stima dei flussi elettorali effettuata tramite il modello di Goodman). L’ipotesi da verificare è che i risultati del tutto inattesi delle due elezioni esaminate siano spiegabili alla luce di un fattore esplicativo principale: la frattura centro-periferia, che contrappone i quartieri centrali della città, contraddistinti da un voto tendenzialmente di centro-sinistra e stabile nel corso del tempo, a quelli socialmente marginali ed economicamente dipendenti delle zone periferiche, tendenti verso il centro-destra ma altamente volatili e maggiormente inclini a valutare le caratteristiche “personali” dei candidati piuttosto che il loro colore politico.

D’ALIMONTE, R. D. R. (2013). I risultati elettorali: bipolarismo addio ? In ITANES (Ed.), Voto amaro. Disincanto e crisi economica nelle elezioni del 2013 (pp. 17–32). Bologna: Il  Mulino.