L’anatra zoppa: quando il presidente non ha la maggioranza nel congresso

Alessandro Riggio

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Alessandro Riggio è dottore magistrale in Governo e Politiche presso la LUISS Guido Carli e collaboratore del CISE. Si è laureato con una tesi dal titolo 'Il Gattopardo in laboratorio: anatomia dei partiti, trasformazioni elettorali e mutamenti politici in Sicilia (2001-2012)'. I suoi interessi di ricerca riguardano lo studio dei partiti, del comportamento di voto e della geografia elettorale. Con uno specifico riferimento al caso siciliano

Il presidente degli Stati Uniti gode di prerogative uniche tra le democrazie occidentali. Cumula le cariche di capo di Stato, di governo e delle forze armate. (www.genusinnovation.com) Nomina i vertici delle agenzie federali e – con ratifica del Senato – i giudici della Corte Suprema. La sua primazia istituzionale non costituisce però una variabile indipendente, quanto il prodotto di una condizione necessaria, e talvolta insufficiente: l’orientamento politico del Congresso, ovvero di due assemblee – la Camera dei Rappresentanti e il Senato – elette in un tempo e con funzioni diverse. L’organo legislativo ha rappresentato a lungo il perno del meccanismo decisionale americano. Nel XIX secolo, il presidente –...

La sfida emiliano-romagnola potrebbe essere decisa da una variabile della legge elettorale, prevista nella maggior parte delle regioni italiane: il voto disgiunto. Stando alle ultime rilevazioni di SWG, pubblicate il 9 gennaio, Bonaccini godrebbe di un vantaggio di 2 punti su Borgonzoni, specularmente però a quello della coalizione di centrodestra sul centrosinistra. Dopo l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Regione, non sarebbe la prima volta che un’elezione si risolva in questo modo. Nella Tabella 1 vengono riepilogati i precedenti appuntamenti terminati con questo esito. Un dato emerge sugli altri: in 6 delle 8 tornate il centrosinistra vince...

Quale grande città – contando su oltre 100.000 abitanti - a Siracusa andrà in scena uno dei principali ballottaggi delle amministrative 2018. In attesa del secondo turno di domenica, l’esito del primo consente fin d’ora di analizzare la prestanza dei partiti e dei rispettivi poli. Tradendo la nomea di “Stalingrado gialla”, la città aretusea registra la sconfitta del Movimento Cinque Stelle, che qui ottenne il 44,5% con Giancarlo Cancelleri alle regionali dello scorso novembre e poi sfondò il 55% alle politiche di marzo. Quelle straordinarie percentuali rispettarono la geografia elettorale del M5S, capace di proliferare maggiormente nel sud-est dell’Isola, unica...

La tornata elettorale siciliana decifra le incognite della vigilia con un voto meno “politico”, più riflesso di assetti locali che delle tribolazioni nella formazione del governo Conte. Lo certifica in primis il diffuso calo dell’affluenza, diminuita di quasi 8 punti rispetto all’appuntamento precedente (58,4% contro 66,3%). Un regresso marcato in alcune delle grandi città chiamate alle urne: Catania (-10,2 punti) e Siracusa (-10,9 punti). In quest’ultime, svetta la minore partecipazione poiché accentuata in raffronto a quanto avvenuto invece dal 2012 alle regionali dello scorso novembre e dal 2013 alle politiche di marzo. I grafici sottostanti riportano i livelli dell’affluenza registrati...

Tra le elezioni amministrative previste per il 10 giugno, quelle siciliane costituiscono un unicum. In quanto regione a statuto speciale, la legislazione elettorale dell’Isola non ricade sotto la potestà statale, in discordanza dal comma p dell’articolo 117 della Costituzione. Per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale vige un sistema differente dal resto d’Italia, regolato dalla legge regionale n.17/2016. I motivi sottostanti l’approvazione risalgono alle storture provocate dalla precedente riforma del 2011, che aveva abolito l’architrave delle dinamiche politico-elettorali siciliane: l’effetto di trascinamento, per cui il voto attribuito esclusivamente a una lista – in assenza al contempo di un’esplicita preferenza...