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In cross-national research on party systems, the empirical units of analysis are often assumed to be self-evident, which can be conducive to misleading research results. This problem is particularly important with regard to party system classification, for which a methodologically rigorous approach to the units of analysis is needed. This article proposes a set of operational criteria for identifying elements that qualify for inclusion within the universe of democratic party systems among individual election outcomes and country-specific sequences of elections. On this basis, I introduce additional criteria for distinguishing between party systems and party non-systems, and among party systems evolving within the same nation-state settings. By applying these criteria to a set of 1502 national legislative elections held in the world’s democracies from 1792 to 2009, the article identifies 162 units that can be entered into a classification of the world’s democratic party systems and 21 party non-systems.

Abstract Under evaluative voting, the voter freely grades each candidate on a numerical scale, with the winning candidate being determined by the sum of the grades they receive. This paper compares evaluative voting with the two-round system, reporting on an experiment, conducted during the 2012 French presidential election, which attracted 2,340 participants. Here we show that the two-round system favors “exclusive” candidates, that is candidates who elicit strong feelings, while evaluative rules favor “inclusive” candidates, that is candidates who attract the support of a large span of the electorate. These differences are explained by two complementary reasons: the opportunity for the voter to support several candidates under evaluative voting rules, and the specific pattern of strategic voting under the two-round voting rule.

Chiaramonte, A. Tra maggioritario e proporzionale. L'universo dei sistemi elettorali misti, Bologna, Il Mulino, 2005 ISBN 978-88-15-10586-8 L'ondata più recente di riforme elettorali, che si è manifestata in tutti i cinque continenti, ha visto protagonisti i sistemi elettorali misti. L'alternativa tra maggioritario e proporzionale, che per lungo tempo era sembrata esaurire le possibilità di scelta, è stata arricchita da un ampio ventaglio di soluzioni intermedie, la cui popolarità è probabilmente spiegabile proprio a partire dalla loro natura ibrida. L'Italia è un caso esemplare di "successo" dei sistemi elettorali misti: nel 1993 si è cominciato a introdurli nei comuni e nelle province; l'anno successivo...

Barisione, M., Catellani, P., & De Sio, L. (2011). La scelta degli indecisi. In P. Bellucci & P. Segatti (Eds.), Votare in Italia: 1968-2008. Dall’appartenenza alla scelta (pp. 359–379). Bologna: Il Mulino.

L’elemento di maggiore e più sorprendente discontinuità che, rispetto al passato, caratterizza le elezioni politiche del 2013 è rappresentato senza dubbio dall’affermazione elettorale del Movimento 5 stelle (M5s). Un successo straordinario, dalle forti ripercussioni sistemiche, tale da poter essere considerato una sorta di spartiacque fra la Seconda Repubblica e ciò che la seguirà. Un successo per certi versi atteso, almeno da qualche tempo, ma assolutamente non nella misura in cui è avvenuto. Vari altri capitoli di questo volume si occupano di alcuni singoli aspetti del successo del M5s, ad esempio analizzando il suo impatto sul risultato elettorale, nonché il suo effetto sul cambiamento di alcune delle caratteristiche della classe politica. In questo capitolo tuttavia ci dedicheremo a un approfondimento esclusivo delle caratteristiche di questa nuova formazione. Così, approfondiremo anzitutto la storia politico-elettorale del M5s, dedicandoci poi a un’analisi più dettagliata del suo successo nel 2013 e della sua trasversalità sia geografica che politica. Prenderemo poi in esame il profilo socio-demografico e politico degli elettori del M5s, esaminando anche le dinamiche dell’opinione pubblica che ne hanno segnato l’evoluzione. Infine presenteremo alcune considerazioni conclusive, tese a inquadrare la duplice sfida del M5s: da un lato quella prettamente politica, lanciata al sistema partitico italiano, e dall’altro quella teorica e organizzativa, ancora più difficile e densa di significato storico e di valore culturale, lanciata al concetto di democrazia rappresentativa. Due sfide molto difficili da vincere, per un partito-movimento con caratteristiche che restano, per certi versi, ancora molto contraddittorie.