Austria ’17: mobilitazione del conflitto politico in un sistema partitico in ricostruzione

Il 15 ottobre 2017, gli elettori austriaci sono chiamati alle urne per eleggere un nuovo parlamento (Nationalrat). Le elezioni sono state indette subito dopo che Sebastian Kurz, 31 anni, ministro degli Affari Esteri, è subentrato a Reinhold Mitterlehner come leader del Partito Popolare Austriaco (ÖVP) a Maggio 2017. La leadership di Kurz e un nuovo nome del partito (“Nuovo Partito Popolare”) hanno portano ad un’enorme ascesa nei sondaggi per il partito ÖVP.[1] Ad oggi, a meno di una settimana prima delle elezioni, il controllo di Kurz della carica di cancelliere dopo le elezioni sembra piuttosto sicuro.

Sebastian Kurz è riuscito ad affermarsi agli occhi dei media e di molti elettori come rappresentante di un nuovo approccio alla politica – anche se lui stesso è stato ministro degli Affari Esteri e dell’Integrazione dal 2013 – con una posizione dura nei confronti dell’immigrazione. Durante il grande afflusso di migranti nel 2015-2016, la questione dell’immigrazione è stata un forte motore di sostegno per il partito radicale di destra Partito della Libertà Austriaco (FPÖ), che da allora ha guidato i sondaggi. Negli ultimi mesi, tuttavia, Kurz è riuscito ad appropriarsi della questione dell’immigrazione trasmettendo una chiara posizione anti-immigrazione, eclissando così l’FPÖ. Ad oggi, il partito dei socialdemocratici (SPÖ), e attuale partito del cancelliere austriaco, è in terza posizione nei sondaggi pre-elettorali. L’SPÖ sperava che il sostegno al nuovo leader, Christian Kern – fino a maggio 2016 manager della ferrovia pubblica austriaca con nessuna esperienza politica – sarebbe cresciuto con l’intensificarsi della campagna elettorale. Tuttavia, a causa di una serie di errori politici durante la campagna elettorale e data la forte concentrazione della campagna elettorale sui temi dell’immigrazione, questione chiaramente controllata da Kurz e dall’FPÖ, il sostegno allo SPÖ si è deteriorato durante la campagna elettorale.

Uno studio online CAWI condotto dal Dipartimento di Governo dell’Università di Vienna nel contesto di un più ampio progetto di ricerca comparato del Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE) fornisce una rappresentazione completa delle preferenze e delle priorità dell’elettorato austriaco. Analogamente a quanto è stato fatto di recente per le elezioni olandesi, francesi, tedesche e britanniche, agli intervistati in Austria è stato chiesto di esprimere il loro sostegno su un’ampia serie di questioni positional (questioni che normalmente riguardano due obiettivi rivali, ad esempio l’aumento della spesa pubblica contro i tagli fiscali). In particolare, ad ogni intervistato è stato chiesto di posizionarsi su una scala di 6 punti i cui poli rappresentano i due obiettivi rivali da perseguire su un determinato tema. In seguito, è stato chiesto agli intervistati di indicare la priorità che assegnano all’obiettivo selezionato per ciascuno di questi temi. Il questionario comprendeva anche dieci questioni valence, vale a dire questioni che si riferiscono ad un unico obiettivo condiviso (ad esempio, lotta alla disoccupazione, lotta contro la corruzione). Su questi temi è stato chiesto ai rispondenti di assegnare il livello di priorità.

La Tabella 1 riassume i principali risultati dell’indagine CAWI, riportando le dieci questioni più salienti tra l’elettorato austriaco nel suo complesso, il partito che “controlla” questa questione e il partito con il più alto punteggio di rendimento generale su tale questione (in inglese issue yield). Il “controllo” o in inglese ownership di una questione si riferisce all’idea che alcuni partiti hanno una reputazione di lunga data per la competenza e la capacità di gestire alcune questioni (Petrocik 1996); la issue yield, basato sulla teoria proposta da De Sio e Weber (2014), misura quanto sia favorevole per un partito parlare di tale questione durante la campagna elettorale.

La Tabella 1 mostra senza troppe sorprese che, come in gran parte degli altri paesi inclusi nel progetto comparativo del CISE, le questioni di valenza come la lotta alla disoccupazione, la criminalità e la protezione dal terrorismo ricevono in Austria i massimi livelli di priorità. Questi problemi di valenza riguardano sia l’immigrazione che il welfare. È interessante notare che la questione del terrorismo è molto importante per l’elettorato austriaco, anche se l’Austria non è stata direttamente colpita da attentati terroristici. Varie cause giudiziarie e operazioni di polizia contro i guerrieri ISIS provenienti dall’Austria sono chiaramente responsabili per questo alto livello d’importanza per la questione terrorismo. Per quanto riguarda le questioni di posizione, quelle relative all’immigrazione ottengono un punteggio elevato, comprese le norme in materia di asilo e le quote per i rifugiati, nonché quelle relative al benessere sociale legato agli immigrati (limitando cioè l’accesso ai benefici sociali per gli immigrati).

La colonna sulla ownership nella Tabella 1 elenca il partito che l’elettorato ritiene essere il più competente nel trattare una questione specifica. Vediamo chiaramente che i tre partiti più grandi, SPÖ, ÖVP e FPÖ, controllano quasi tutte le questioni principali. L’unica eccezione è la questione della corruzione, che è controllata dalla Liste Pilz. Peter Pilz – deputato di lunga data per i Verdi, noto come “combattente per la corruzione” – ha formato un proprio partito nel giugno 2016 dopo vari conflitti interni nei Verdi.

Tabella 1 – Temi al centro del dibattito in Austria per priorità (clicca per ingrandire).aut_pre_tab1_IT

La colonna più a destra nella Tabella 1 indica il partito con il più alto punteggio di issue yield su una determinata questione. In altre parole, per ciascuna questione la colonna mostra il partito che dovrebbe focalizzare la propria la campagna elettorale su quella specifica questione per massimizzare i propri voti. Non sorprende vedere che i tre partiti principali (SPÖ, ÖVP e FPÖ) ottengono i risultati migliori: questo è completamente in linea con gli altri paesi inclusi nel progetto comparativo del CISE. In particolare, la Tabella 1 mostra che l’ÖVP e il FPÖ hanno i rendimenti più elevati per la maggior parte delle questioni prioritarie per l’elettorato, tutte legate all’immigrazione. È importante sottolineare come finora l’ÖVP e il FPÖ siano riusciti a mantenere la campagna elettorale incentrata proprio su questi temi. D’altro canto, l’SPÖ non è stato in grado di suscitare l’interesse per le questioni che presentano i suoi rendimenti più elevati, come la disoccupazione e l’acquisto di case a prezzi accessibili: ciò spiega perché FPÖ e ÖVP sono attualmente in testa ai sondaggi, mentre l’SPÖ sta facendo molta fatica ad incrementare i propri voti. Un’eccezione al controllo dei partiti principali delle questioni più salienti è rappresentata dalla lotta alla corruzione, sulla quale la Liste Pilz ha il rendimento più elevato. Per quanto riguarda la questione delle quote per i rifugiati, i NEOS hanno il miglior rendimento. Anche se questa attribuzione può sembrare a prima vista sorprendente, in realtà questo risultato riflette la forte difesa da parte dei NEOS di una soluzione a livello europeo per risolvere la questione dell’immigrazione. A parte queste due eccezioni, i tre partiti più piccoli, ovvero Liste Pilz, i Verdi e NEOS, non mostrano mai il rendimento più alto; ciò significa che, qualunque cosa decidano di discutere durante la campagna elettorale, possono favorire qualche altro partito più di quanto non aiutino se stessi. Nel complesso, i risultati dimostrano che i problemi che dominano la campagna elettorale austriaca stanno chiaramente aiutando i due partiti della destra dello spettro ideologico – l’ÖVP e l’FPÖ – e questo si riflette chiaramente nei sondaggi attuali.

Il sistema proporzionale in Austria rende necessario un accordo di coalizione dopo le elezioni per la formazione del governo. Dal momento che l’ÖVP e lo SPÖ non sono disposti a formare nuovamente una grande coalizione insieme e dato che l’ÖVP e il FPÖ rimangono vicini tra loro in termini di piattaforme politiche, un risultato in linea con gli attuali sondaggi, sarebbe una coalizione composta dall’ÖVP e dal FPÖ, con Sebastian Kurz che assumerà la carica di cancelliere dopo le elezioni. L’Austria avrebbe così il più giovane capo di governo d’Europa al potere insieme a uno dei partiti populisti di estrema destra più affermati in Europa, incentrato soprattutto sulle varie questioni legate all’immigrazione. Resta da vedere quali ripercussioni ciò avrà sulla vecchia linea di conflitto partitico, comprese le questioni economiche e sociali.

Riferimenti bibliografici

De Sio, L., e Weber, T. (2014). ‘Issue Yield: A Model of Party Strategy in Multidimensional Space’ American Political Science Review 108 (4): 870–885.

Petrocik, John R. (1996). ‘Issue Ownership in Presidential Elections, with a 1980 Case Study’, American Journal of Political Science, 40(3): 825–850.


[1] Source: neuwal.com

Carolina Plescia è Assistant Professor ed Hertha Firnberg Scholar presso il Dipartimento di Governo dell’Università di Vienna. La sua ricerca si concentra su opinione pubblica, comportamento elettorale e rappresentanza politica. Presso l’Università di Vienna, è tra responsabili della componente sondaggio nell’ambito del progetto RECONNECT H2020 ed è coinvolta nello sviluppo di AUTNES (Austrian National Election Study). È autrice di Split-Ticket Voting in Mixed-Member Electoral Systems (ECPR Press), e i suoi lavori sono stati pubblicati in riviste quali Political Psychology, West European Politics, Electoral Studies e Party Politics.
Sylvia Kritzinger è Professoressa di Metodi di Ricerca nelle Scienze Sociali presso il Dipartimento di Governo dell’Università di Vienna. I suoi interessi di ricerca vertono su comportamento politico e ricerca elettorale, rappresentanza democratica e comunicazione politica. È tra gli studiosi che dirigono AUTNES (Austrian National Election Study) e i suoi lavori sono stati pubblicati su diverse riviste accademiche, tra cui il British Journal of Political Science, Political Communication e il Journal of European Public Policy.
Patricia Oberluggauer è una studentessa di dottorato all'Università di Vienna nell'ambito del programma in comportamento politico. Dall'ottobre del 2016 ha una borsa di studio uni:docs e lavora alla sua tesi di laurea "Class Voting Revisited". Prima ha studiato la scienza politica all'Università di Vienna e all'Università di Zurigo. Durante il suo master, è stata impiegata presso l'Università di Vienna come assistente alla ricerca presso il Centro di Facoltà per i Metodi di Scienze Sociali e come organizzatore della ECPR Winter School. I suoi interessi attuali di ricerca includono il voto di classe, il risultati elettorali dei partiti della destra radicale, e il diritto di voto ai sedicenni.