Analisi

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di Roberto D'Alimonte Pubblicato sul Sole 24 Ore del 9 dicembre 2016 Tali sono le evoluzioni della politica italiana che da ieri la Consulta è candidata al ruolo di scomodo alleato di Renzi. Infatti, la scelta tra governo di responsabilità e voto subito, annunciata come la posizione del Pd in questa fase, non è nelle mani del premier dimissionario. Da una parte è nelle mani degli altri partiti che non hanno nessuna voglia di entrare in un governo di unità nazionale. Dall’altra è nelle mani della Consulta. Questo ultimo punto va spiegato.           Con gli attuali sistemi elettorali di Camera e Senato...

Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 30 agosto Tra le regioni al voto il 20-21 settembre, le Marche sono quelle dove l’esito è più carico di significato simbolico e politico. Simbolicamente, il dato rilevante è la probabile svolta al vertice. Tradizionale roccaforte rossa, la regione potrebbe passare sotto la guida del centrodestra dopo anni di amministrazione ininterrotta di centrosinistra. Secondo la stima Winpoll-CISE Francesco Acquaroli, candidato di Fratelli d’Italia ed espressione del centrodestra unito, sarebbe infatti in vantaggio di quasi 16 punti percentuali rispetto al candidato del centrosinistra Maurizio Mangialardi (Figura 1): 51,8% contro il 36,1%. Staccato e fuori partita il candidato del M5s Gian Mario Mercorelli...

(English translation by Elisabetta Mannoni) So Macron and Le Pen get to the second round. An historical result that - as almost all commentators highlighted - excludes both socialists and the neo-Gaullist right, who had dominated the French political life for decades. However, what are the reasons and voting motivations behind this result? Where does Macron’s success come from? What about his cross-cutting appeal? What about Mélenchon’s exploit? Does it come from his controversial positions? Or is it a identification vote by the French left, disappointed with the Hamon candidacy? We can’t answer to these questions only by looking at the...

di Roberto D'Alimonte Voto di preferenza o collegi uninominali? Insieme al premio di governabilità (si veda Il Sole24Ore del  27 luglio) questa è l’altra questione sui cui si è arenata la riforma elettorale. A parole i partiti sono tutti d’accordo sull’ eliminazione delle famigerate liste bloccate. Di tutti gli aspetti dell’attuale sistema elettorale questo è sempre stato il più demonizzato. L’obiettivo apparentemente condiviso è quello di restituire agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Ma come?             Il voto di preferenza è il meccanismo più conosciuto. I partiti presentano una lista di candidati. Gli elettori hanno una o più...

Sebbene non sia ancora definitivo, come vedremo più avanti, è possibile cominciare ad affermare che il risultato delle elezioni di metà mandato ha confermato le previsioni della vigilia: il Partito Democratico ha conquistato la maggioranza alla Camera, mentre il Partito Repubblicano è riuscito a mantenerla al Senato. In quest’articolo analizzeremo il quadro che emerge da queste elezioni, in attesa che vengano assegnati ancora gli ultimi seggi. Con dieci collegi ancora da assegnare, al momento alla Camera il Partito Democratico si è assicurato 227 seggi, ben oltre la maggioranza di 218. Per ora, invece, il Partito Repubblicano può contare su 198...