Analisi

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Sul fronte della composizione della classe politica, ed in particolare della delegazione di parlamentari che rappresenteranno l'Italia a Bruxelles e Strasburgo, le elezioni europee del 2019 rappresentano un passaggio molto meno rivoluzionario di quello che avevano rappresentato le elezioni del 2014. Il profilo della nostra delegazione è sensibilmente cambiato ma, rispetto al passato recente e meno recente, i cambiamenti sono stati meno radicali, e lo stesso si può dire sul fronte della rappresentanza femminile e dell’età media degli eletti. Una fase di consolidamento dunque, come spesso capita subito a valle di un momento di estrema innovazione (*). Innanzi tutto è...

di Vincenzo Emanuele In principio erano parte integrante della 'Zona rossa', ossia di quella cintura di regioni dell'Italia centrale che aveva sempre espresso, nel corso del tempo, un netto consenso per i partiti di centrosinistra (e del PCI-PDS-DS-PD in particolare). Poi venne il 'terremoto elettorale' del 2013, con la vittoria del M5S nella regione (32% contro il 31,1% dell'intera coalizione Bersani). Da allora le Marche possono essere considerate un'area contendibile. Non fa eccezione questa consultazione referendaria, in cui il NO ha prevalso, sebbene in modo meno netto che nel resto del paese (55,1%). Nel capoluogo marchigiano il consenso del NO è stato lievemente...

di Aldo Paparo e Federico De Lucia Oggi il governo si trova impantanato nelle difficoltà di mantenimento di una maggioranza parlamentare. In particolare a preoccupare Berlusconi è la Camera. Ma come si è arrivati a questa situazione, considerando che le elezioni dell’aprile del 2008 gli avevano consegnato solide maggioranze in entrambi i rami del Parlamento? Certo non si trattava della più ampia maggioranza parlamentare della storia repubblicana, come troppo spesso siamo stati costretti ad ascoltare: alla Camera i 344 deputati ne facevano la maggioranza più risicata di tutta la Seconda Repubblica, a parte quella di centrosinistra dell’XI legislatura. A Palazzo ...

di Matteo Cataldi Anche per il comune di Brescia vale quanto abbiamo osservato per Treviso e più in generale per l'intero paese. Il Sì ottiene nei comuni capoluogo e nei centri più grandi risultati nettamente più favorevoli che fuori dai centri urbani. Questa relazione rispecchia, almeno in parte, la maggior forza del Pd nelle città rispetto alla provincia, come osserviamo puntualmente ad ogni elezione nazionale. Nel comune di Brescia i Sì non vanno lontano dalla vittoria ottenendo il 48,4% dei voti validamente espressi. Nella provincia si fermano al 41,8%, un risultato vicino a quello nazionale. La matrice di flussi visualizzata attraverso il...

Articolo pubblicato in versione ridotta su Rivista Pandora Si è chiusa la stagione di Luigi Di Maio alla guida del MoVimento 5 Stelle. Nonostante sembra passata un’era geologica, la sua elezione a candidato premier nonché a Capo Politico del MoVimento 5 Stelle, risale “solamente” al settembre del 2017. Il tempo per una vittoria trionfale, quella delle politiche del Marzo 2018 e di alcune sconfitte brucianti, le europee dello scorso maggio e le elezioni regionali dal 2018 ad oggi. Le dimissioni arrivano alla vigilia di un’altra tornata che, oltre a essere decisiva in un senso o nell’altro per il governo Conte,...