Politiche

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Nel contesto del rivoluzionario esito elettorale del 4 marzo, i risultati osservati a Torino si segnalano, in controtendenza, per la loro straordinaria stabilità. Come si può osservare nella Tabella 1, il centrosinistra ha mantenuto la palma di prima coalizione, sostanzialmente stabile rispetto a cinque anni fa (-0,5%). Il PD era il primo partito, ed è ancora il primo partito. Certo, in calo di 4 punti, ma nel frattempo c'è stata la scissione dell'allora candidato premier Bersani, tra gli altri. Nel capoluogo piemontese, poi, è stabile anche il M5S, che arretra di un punto e mezzo. Il centrodestra è l'unico dei tre...

All'indomani del voto, alcuni primi elementi suggeriscono che uno dei motivi del fragoroso esito elettorale del 4 marzo sta nella scarsa capacità dei partiti tradizionali di rispondere in modo efficace alle inquietudini degli italiani. Inquietudini generate dalle profonde trasformazioni socio-economiche che stanno investendo il nostro paese. Abbiamo suggerito questa interpretazione in una prima analisi su dati a livello provinciale, in cui mostravamo che - a parità di varie condizioni socio-economiche - le province con livelli più alti di disoccupazione presentavano maggiore crescita del M5S, mentre le province con maggior aumento della presenza di immigrati presentavano un voto più alto...

Adesso che lo spoglio diventa definitivo le considerazioni sui risultati elettorali lasciano via via spazio agli scenari sulla formazione del governo. Nessun partito o coalizione ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi e dunque per il Presidente della Repubblica si apre il rebus dell'incarico. Mattarella dovrà dare l'incarico alla prima coalizione (il centrodestra) o al primo partito (il Movimento Cinque Stelle)? La storia della Repubblica italiana ci dice che non è mai accaduto che il primo partito rimanesse fuori dal governo che inaugura la legislatura. E' accaduto che non abbia espresso il Presidente del Consiglio (ad esempio nei casi dei...

Il voto del 4 marzo rappresenta uno spartiacque, con la massima affermazione di partiti anti-establishment nel panorama dell’Europa occidentale dal dopoguerra. Questo risultato è unico per almeno tre motivi . l’affermazione del M5S è unica nel panorama dell’Europa occidentale: tra i partiti col miglior debutto elettorale (25,6% nel 2013), mai nessuno era riuscito a fare meglio (e notevolmente: quasi 7 punti in più) nella sua seconda prova. Sono chiaramente visibili i risultati delle strategie dei partiti: quella di Salvini, di trasformazione della vecchia Lega Nord in una nuova Lega nazionale di destra radicale, ha avuto pieno successo, quadruplicando i voti e arrivando...

Il partito di Salvini è il chiaro vincitore di queste elezioni politiche con il 17,6% dei voti validi diventando il terzo partito italiano a un’incollatura dal Pd e vincendo la competizione interna al centrodestra nei confronti di Forza Italia. Non solo, è anche il partito che è cresciuto di più rispetto alle elezioni del 2013, incrementando di oltre 13 punti. Una sola volta dal 1992, nel 1996, la Lega Nord era riuscita a superare il 10% a livello nazionale (10,1%). Fig. 1 - Risultati elettorali della Lega (Nord) alla Camera