Sondaggio IPSOS-CISE, la capacità di governo di Bersani, Berlusconi e Monti: le opinioni dei vari elettorati.

di Federico De Lucia

Il sondaggio IPSOS-CISE ha chiesto ai propri intervistati di esprimere un parere su quale sia il governo più capace di affrontare alcune delle sfide considerate più importanti per il Paese. In questo articolo vedremo come essi hanno risposto a tali domande. Per ciascuna di esse distingueremo i rispondenti a seconda della coalizione per cui si dichiarano intenzionati a votare.

Figura 1. “Chi sarebbe più capace di far ripartire l’economia?”. Le opinioni dei vari elettorati potenziali N=797


Alla domanda “Chi sarebbe più capace di far ripartire l’economia?”, il campione sembra rispondere in modo abbastanza coerente alle proprie preferenze politiche. I vari elettorati potenziali si polarizzano molto in favore dei rispettivi candidati preferiti. In questo quadro generale, stupisce il fatto che ben un quarto dell’elettorato della coalizione di Bersani affermi di preferire, sui temi economici, l’ipotesi di un governo guidato da Mario Monti. Quasi la metà di coloro che si dichiara intenzionato a votare per il Movimento 5 Stelle afferma di avere totale sfiducia nelle capacità di rilancio economico di tutti e tre i possibili governi che abbiamo loro proposti.

Figura 2. “Chi sarebbe più capace di combattere l’evasione fiscale?”. Le opinioni dei vari elettorati potenziali. N=797

 

Alla domanda “Chi sarebbe più capace di combattere l’evasione fiscale?” l’elettorato sembra fornire risposte leggermente meno polarizzate. In particolare, è abbastanza diffusa la percezione che un governo guidato da Silvio Berlusconi non sarebbe in grado di affrontare in modo adeguato il problema dell’evasione: persino nel suo elettorato, il centrodestra non riesce ad arrivare ad una percentuale di preferenze pari alla metà. Al contrario, quasi un quinto dell’elettorato dei due poli maggiori e più di quarto dell’elettorato di Grillo (che su questo punto sembra mostrarsi meno scettico) indica un governo guidato da Monti come la soluzione preferita nella risoluzione di questo problema.

Figura 3. “Chi sarebbe più capace di ridurre i costi della politica?”. Le opinioni dei vari elettorati potenziali. N=797


Sul delicatissimo tema dei costi della politica la sfiducia degli intervistati è molto alta. Quasi il 30% del campione complessivo si dichiara convinto che nessuno sarebbe in grado di affrontare questo problema: tale quota sale fino a superare il 50% fra coloro che affermano di voler votare Grillo e raggiunge quasi il 25% nell’elettorato potenziale di Berlusconi. Coloro che si mostrano meno sfiduciati, sembrano però affidarsi in gran parte al proprio schieramento preferito: gli elettorali potenziali di Bersani, Berlusconi e Monti si mostrano fiduciosi nei confronti delle capacità dei propri leader di affrontare questa tematica, in una proporzione superiore alla metà. Interessante che quasi un quinto dell’elettorato grillino affermi di preferire, su questo tema, un governo guidato da Monti.

Figura 4. “Chi sarebbe più capace di trattare in modo vantaggioso con gli altri partner europei?”. Le opinioni dei vari elettorati potenziali. N=797


Altra tematica di grande importanza è quella dei rapporti con i partner europei. Su questo punto, stupisce il pessimo risultato di Bersani, che viene oscurato, anche all’interno del proprio elettorato, da Monti. Più della metà dell’elettorato potenziale della coalizione di centrosinistra afferma di preferire l’ipotesi di un governo Monti, mentre solo il 31% afferma di avere fiducia in Bersani sul tema dei rapporti con l’Europa. Oltre che ottenere preferenze quasi plebiscitarie all’interno del proprio elettorato potenziale di riferimento, Monti registra alti indici di gradimento anche fra i potenziali elettori del Movimento 5 Stelle, per il resto, come al solito, molto scettici. Berlusconi invece, che su questo tema tende ad assumere una posizione molto distinta rispetto a quella degli altri due principali candidati, ottiene la fiducia di oltre il 60% dei suoi potenziali elettori, ma anche, ed è indicativo, del 12% di quelli di Grillo.

Figura 5. “Chi sarebbe più capace di rendere più efficiente la macchina statale?”. Le opinioni dei vari elettorati potenziali. N=797


L’ultima tema sui cui abbiamo sollecitato i nostri intervistati è quello sull’esigenza di rendere maggiormente efficiente la macchina statale. Anche su questo punto la sfiducia è molta, e si concentra fra gli elettorati potenziali di Grillo e di Berlusconi. Coloro che non se ne fanno contagiare mantengono invece una certa coerenza, anche qui, con le proprie scelte elettorali di fondo. Di nuovo, l’elettorato di centrosinistra sembra attratto in misura rilevante dalle capacità di un governo guidato da Monti.  Interessante infine notare come sul tema dell’efficienza l’elettorato grillino si esprima, nella misura di un quinto, a favore dell’ipotesi di un governo Bersani.

Nel complesso, si può dire che sui temi da noi sondati i vari elettorati esprimano preferenze sulle presunte capacità di governo coerenti a quelle che dichiarano essere le loro preferenze elettorali. Ciò non toglie che su alcuni temi, come quello dei costi della politica e quello dell’efficienza della macchina statale, la sfiducia rimanga molto rilevante: essa sembra concentrarsi maggiormente nell’elettorato potenziale del centrodestra ed in quello del Movimento 5 Stelle.  Quest’ultimo appare caratterizzato in modo evidente da una forte presenza di pareri negativi sulle capacità di governo delle tre principali prospettive di governo. L’elettorato potenziale di Berlusconi, pur attratto da questi sentimenti di sfiducia sistemica, sembra però al contrario mantenere nella sua componente maggioritaria una forte fiducia nelle capacità risolutive del proprio leader, specie sui temi tipici della cosiddetta “rivoluzione liberale” (rilancio dell’economia, efficienza della macchina statale) e su quelli della politica europea. Anche l’elettorato potenziale di Monti pare molto fiducioso nelle capacità governative del proprio schieramento di riferimento. Quello di Bersani, invece, pare molto attratto dall’ipotesi di un governo Monti, sia su temi economici che, addirittura in modo maggioritario, sui temi di politica estera.

Federico De Lucia ha conseguito la laurea magistrale in Scienza della Politica e dei Processi Decisionali, presso la facoltà di Scienze Politiche all’Università di Firenze, discutendo una tesi dal titolo “Le Regioni a Statuto Speciale nella Transizione italiana. Forma di governo, sistema elettorale, sistema partitico.” Nel periodo degli studi universitari ha svolto tre tirocini presso gli uffici della Regione Toscana, nel Settore di assistenza alla I Commissione (Affari Istituzionali, Programmazione e Bilancio) del Consiglio e nell'Osservatorio elettorale regionale, presso la Presidenza. Ha poi partecipato poi al Seminario di Studi e Ricerche Parlamentari "Silvano Tosi". Dal luglio 2013 al maggio 2018 ha lavorato presso FB & Associati, una società che si occupa di consulenza nel campo delle relazioni istituzionali. In tale società ha fondato e poi diretto per cinque anni FBLab, un Centro studi che si occupa di monitoraggio parlamentare e analisi dello scenario politico. Inoltre, è membro del CISE sin dalla sua costituzione, ha scritto numerosi contributi nei Dossier CISE e ha curato il quarto volume (Le Elezioni Politiche 2013). Oggi è funzionario del Ministero dell'Interno. I suoi principali interessi sono lo studio dell’assetto istituzionale, dei sistemi elettorali e dell’evoluzione storica dei sistemi partitici, nonché la raccolta, la catalogazione ed il confronto dei dati elettorali, a livello locale, nazionale ed internazionale.